Se il datore di lavoro non ti versa lo stipendio: 9 cose che devi sapere


Non sempre la busta paga viene onorata dal datore di lavoro, specie in questi tempi di crisi economica: al lavoratore, in tali casi, spettano una serie di tutele previste dalla legge che vanno dalla semplice possibilità di chiamare gli ispettori della direzione territoriale del lavoro alla causa in tribunale.
Amata da un lato (il lavoratore), odiata dall’altro (il datore di lavoro), la busta paga è un appuntamento mensile fisso che è difficile ignorare. Di fatto, però, non sempre il pagamento dello stipendio avviene in modo regolare e puntuale.
Abbiamo così raccolto una serie di consigli “di prima necessità” per il lavoratore che non abbia ricevuto il dovuto.
Indice
- 1 1. Non quietanzare la busta paga
- 2 2. La prescrizione è lontana
- 3 3. La messa in mora la può scrivere il lavoratore
- 4 4. C’è sempre la possibilità di un tentativo di conciliazione
- 5 5. Chiedere l’intervento degli ispettori
- 6 6. Esiste un procedimento veloce e poco costoso: il ricorso per decreto ingiuntivo
- 7 7. Se mancano le prove scritte del credito si può fare comunque una causa ordinaria
- 8 8. Ti puoi sempre dimettere senza perdere la disoccupazione
- 9 9. Se il datore non paga, dopo l’esecuzione forzata c’è il fallimento
1. Non quietanzare la busta paga
La prima importante precauzione che deve seguire il lavoratore è quella di non firmare “per quietanza” la busta paga se, contestualmente, non gli viene versato lo stipendio.
A riguardo, è bene fare molta attenzione alla busta paga. A fondo di tale documento, normalmente, c’è lo spazio destinato alla firma del dipendente. La firma può essere rilasciata per due diverse finalità:
- a conferma del ricevimento della busta stessa (“per ricevuta e presa visione”);
- o, anche, a conferma dell’avvenuto pagamento dell’importo (cosiddetta quietanza).
Ebbene, se il datore di lavoro non ha corrisposto la somma dovuta, il lavoratore potrà firmare e attestare, senza alcun pregiudizio per sé, il ricevimento del documento, ma farà bene a non firmare anche la quietanza. Se così facesse, infatti, egli riconoscerebbe di aver ottenuto il pagamento e, qualora ciò non fosse vero, la sua tutela in tribunale sarebbe più lunga e complicata. Infatti, la giurisprudenza ritiene che il lavoratore – che voglia recuperare i propri crediti di lavoro – possa ricorrere al procedimento più semplice e veloce del decreto ingiuntivo solo se le buste paga non sono state firmate per quietanza.
Diversamente, egli potrà sempre attivare una causa ordinaria per l’accertamento del proprio credito, ma i tempi si dilateranno enormemente.
Diversa cosa, invece, succede se la busta paga viene integralmente pagata, ma il lavoratore ha di che lamentarsi dell’importo ricevuto (e documentato nella busta stessa), perché lo ritiene non congruo al lavoro effettivamente svolto. In tal caso, egli può intraprendere una causa per ottenere le differenze retributive, a prescindere dall’aver firmato per quietanza la busta paga.
2. La prescrizione è lontana
Se il lavoratore non è un dirigente ed è ancora dipendente del datore moroso, non deve preoccuparsi della scadenza dei termini per esigere quanto gli è dovuto. Infatti, perché si prescriva il diritto del lavoratore ad ottenere il pagamento dello stipendio devono passare ben cinque anni dalla data della fine del rapporto di lavoro.
3. La messa in mora la può scrivere il lavoratore
Non c’è necessariamente bisogno dell’avvocato per ricordare al datore di lavoro che è in mora coi pagamenti. Anzi, a volte un semplice sollecito fatto anche per iscritto dallo stesso dipendente e non dal legale serve a non inasprire gli animi e, nello stesso tempo, a “ricordare” all’imprenditore i propri doveri contrattuali.
A far scrivere dall’avvocato c’è sempre tempo.
4. C’è sempre la possibilità di un tentativo di conciliazione
In una progressione sempre più incisiva delle tutele, la legge consente al lavoratore di rivolgersi alla Direzione Territoriale del Lavoro (DTL).
In questa sede, il primo gradino che è possibile (ma non obbligatorio) compiere è quello di chiedere un tentativo di conciliazione facoltativo presso la relativa commissione.
In pratica, il lavoratore presenta, anche personalmente (non c’è bisogno dell’avvocato) al relativo ufficio, una richiesta scritta di convocazione della Commissione di conciliazione (in genere, ogni DTL ha dei modelli prestampati da compilare; diversamente, bisognerà indicare i nomi delle parti, la natura del rapporto di lavoro; il credito maturato e le buste paga non corrisposte).
La richiesta è gratuita.
La Commissione comunicherà successivamente alle parti una data di udienza e, in quella sede, assistite da un rappresentante ciascuno, le parti verranno stimolate a trovare un accordo.
Anche in questa fase, il lavoratore non ha bisogno dell’assistenza necessaria di un legale.
Se le parti trovano un accordo, il relativo verbale è titolo esecutivo nei confronti del datore di lavoro; per cui, se quest’ultimo non mantiene fede agli impegni presi con la conciliazione, il lavoratore avrà un documento della stessa efficacia di una sentenza della Cassazione (cioè non più modificabile o impugnabile).
5. Chiedere l’intervento degli ispettori
Se, invece, il lavoratore vuole agire in modo molto più incisivo nei confronti del datore inadempiente, potrà presentarsi presso la Direzione Territoriale del Lavoro e chiedere una conciliazione monocratica. Si tratta di un procedimento che, così come quello appena visto, è facoltativo ed è volto a trovare una intesa tra le parti. Ma, a differenza del precedente, qualora esso fallisca, gli ispettori del lavoro procederanno a una verifica presso la sede del datore di lavoro per accertare che questi non abbia violato le norme lavoristiche e sui contributi. L’eventuale violazione potrebbe portare a sanzioni particolarmente severe e alte.
Proprio per ciò, tale scelta, pur essendo di efficacia molto incisiva, è anche un’arma a doppio taglio. Infatti, il datore di lavoro, costretto a pagare le sanzioni all’erario, potrebbe poi non avere più la disponibilità economica per corrispondere le somme dovute al lavoratore.
6. Esiste un procedimento veloce e poco costoso: il ricorso per decreto ingiuntivo
Se i tentativi precedenti sono falliti non resta che fare la causa (a riguardo, si rinvia per alcune valutazione all’articolo Stipendi non pagati: consigli pratici per il dipendente che vuol fare causa all’azienda).
Il lavoratore che abbia una prova scritta del proprio credito (in genere, la busta paga non quietanzata) può chiedere a un avvocato di presentare ricorso per decreto ingiuntivo. Si tratta di un procedimento che non dura più di tre/sei mesi (a seconda del tribunale) e che, senza bisogno di instaurare una causa e di chiamare le parti davanti al giudice, consente di ottenere dal tribunale (solo mediante il deposito dei documenti) un ordine di pagamento nei confronti del datore di lavoro.
Quest’ultimo, però, avrà poi 40 giorni dalla notifica del decreto per decidere se pagare, se non pagare (e subire un’esecuzione forzata) oppure se presentare una opposizione. Purtroppo, in quest’ultimo caso, si apre un giudizio ordinario, coi suoi tempi e procedure: il che potrebbe allungare di gran lunga i tempi di recupero del credito (ecco perché, spesso, l’opposizione è usata come strumento dilatorio, ossia per prendere tempo).
Una scappatoia potrebbe essere quella di chiedere, in prima udienza, al giudice, di dichiarare il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo. In tal caso, il lavoratore, anche se pende una causa, potrà agire in esecuzione forzata.
7. Se mancano le prove scritte del credito si può fare comunque una causa ordinaria
Se il lavoratore ha perso il contratto di lavoro o la lettera di assunzione, non deve preoccuparsi più di tanto. Potrà sempre agire in tribunale presentando le buste paga, il CUD o qualsiasi altro documento che attesti l’esistenza del rapporto di lavoro.
In mancanza di tutto ciò, si può sempre ricorrere alle prove testimoniali.
Quand’anche manchino i documenti scritti attestanti il credito del lavoratore, quest’ultimo potrà valersi di testimoni. Ma per fare ciò dovrà instaurare una causa ordinaria, che certo è più lunga del ricorso per decreto ingiuntivo.
8. Ti puoi sempre dimettere senza perdere la disoccupazione
Se non il lavoratore non ottiene il pagamento dello stipendio, è suo diritto dimettersi in qualsiasi momento, senza dare il preavviso, ma comunque inviandone comunicazione e specificando la “giusta causa” del recesso (il mancato pagamento della busta paga).
In tale caso, anche se non è stato il datore di lavoro a disporre il licenziamento, il dipendente può comunque usufruire del contributo di disoccupazione. Infatti l’interruzione del rapporto di lavoro è avvenuto per causa a lui non imputabile.
9. Se il datore non paga, dopo l’esecuzione forzata c’è il fallimento
Potrebbe avvenire che, anche dopo aver perso la causa, o ricevuto un decreto ingiuntivo definitivo, il datore non intenda ugualmente pagare.
Il lavoratore potrebbe allora provare la carta dell’esecuzione forzata, verificando se l’imprenditore è titolare di conti correnti, immobili, automobili o altri beni appetibili per il pignoramento.
Ma qualora anche tale carta fallisca, c’è la possibilità di chiedere il fallimento del datore di lavoro. Si tratta di una scelta forte e che non consente di tornare indietro. Perciò va valutata con molta attenzione. Infatti, non è detto che dopo il fallimento il lavoratore venga pagato immediatamente. Al contrario. Per gli ultimi tre stipendi e il TFR ci penserà il Fondo di Garanzia presso l’Inps (ma anche per tale pagamento sarà necessario attendere diversi mesi); per i restanti crediti, invece, bisognerà insinuarsi al passivo del fallimento: con la possibilità che, se l’azienda è priva di attività, non si verrà mai soddisfatti.
Sul punto è meglio rinviare il lettore ad alcuni precedenti articoli:
- Se l’azienda non paga il TFR o gli stipendi: come si tutela il lavoratore dipendente
- Fondo di garanzia INPS: come ottenere il pagamento di TFR e buste paga dall’impresa fallita
- Cosa deve fare il dipendete in caso di fallimento del datore di lavoro
Salve , io volevo chiedere un qualcosa di leggermente diverso e cioe, sono un dipendente da restituzione ramo d’azienda perciò quest’ultimo datore di lavoro che ha solo il locale ( il negozio è chiuso perché nessuno è subentrato ) dice che non deve retribuirci perché l’esercizio è chiuso e quindi non deve nulla nonostante ci sia il assaggi alle sue dipendenze. Volevo sapere se deve pagare anche perché non e colpa del dipendente se ancora è chiuso. Grazie
Vivo da solo , mi paga in ritardo , salta gli stipendi ed ora sono 3 mesi che non mi paga. Non mi ha versato 3 tredicesime. Non avevo i soldi per la benzina e nemmeno per mangiare e mi ha costretto ad andare in negativo con le ferie perchè non sapevo come recarmi a lavoro. Sono dipendente-Socio minoritario e non mi fanno sapere in che condizioni sono i nostri conti. Perchè devo andare in negativo con le ferie se non ho i soldi per andarci a lavoro ?
salve o lavorato verso un privato 10 giorni non solo mi a versato i contributi ma non mi a neanche pagato come faccio a recuperare le giornate che o lavorato.
salve sono in cassa integrazione in deroga, il mio datore di lavoro non mi paga, da 5 mesi, la parte di stipendio che spetta a lui pagare, o vero le giornate lavorate.
non avendo ricevuto neanche i denari dall’inps, cosa posso fare ?
E’ vero che in questo caso potrebbero revocare la cig ?
Salve, piccola azienda di 3 dipendenti, il titolare trattiene la tredicesima mensilità..gli stipendi vengono garantiti seppur con numerosi acconti..ma di incassare la tredicesima non se ne parla, dopo numerosi solleciti non abbiamo avuto risposte esaustive, cosa possiamo fare cercando di preservare il posto di lavoro?
Se l azienda ritarda i pagamenti io operaio pago le spese perché non copro il fido o posso richiedere che paghi l azienda?
Ciao sono maurizio … praticamente avevamo un contratto full time ora é diventato part.time.. il titolare per risparmiare contributi, ma cmq facciamo 8 ore.le restante 3 ore giornaliere le paga a nero. E in ritardo con le mensilita oggi 2 settembre dobbiamo ricevere giugno.come ci tuteliamo grazie
utilissimo
salve, Lavoro come portiere di notte in hotel 4*milanese dalle 23 alle 7 e poi fino alle 12 come cameriere alle colazioni e apparecchio per il pranzo, per un tot di 13 ore e 1 giorno di riposo (2 per la notte a sett) firmo una busta superiore e una quietanza liberatoria perche prendo meno.
Volevo intanto ringraziarvi per i fantastici articoli che pubblicate. il mio caso è un po’ più complicato in quanto tra non molto l’azienda per cui da 14 anni lavoro verrà ceduta a terzi. niente da obiettare se non fosse che ad oggi devo ancora percepire ben 10 mensilità più naturalmente il TFR. visto che tra me e i nuovi gestori non corre buon sangue sarà impossibile proseguire e a questo punto vorrei capire come comportarmi nei confronti delle due società. in sostanza possono passare il debito nei miei confronti senza un mio assenso ?? posso mettermi in qualche modo di traverso nella trattativa visto che il mio credito ad oggi supera i 30.000,00 euro?
grazie per la vostra disponibilità
29 euro non ve li do, non me li posso permettere !
Buongiorno, non so se qualcuno sa aiutarmi. Lavoro da 5 anni come commessa, contratto a tempo indeterminato, 5 livello. La scorsa settimana mi arriva lettera di licenziamento causa crisi economica… visto che apro e chiudo io il negozio ed ho in
mano le chiavi da un paio di anni dovrei essere un 3 livello e non 5! I sindacati mi dicono di far firmare al datore di lavoro ricevuta x riconsegna chiavi, in modo che io possa dimostrare di averle avute. Se il datore non firma cosa posso fare?
Buongiorno , sono dipendente di una impresa delle pulizie , che dà quasi due anni ci sta pagando lo stipendio con 5, 6 giorni di ritardo. Ovviamente a ogni di noi sta creando dei disagi molto gravi. Non stante le nostre lamentele attraverso il sindacato tuttora il stipendio arriva con ritardo. Cortesemente potrebbe darci dei consigli come dobbiamo procedere , e se c’è una modalità per poter avere il stipendio nella data da loro scelta . Vi ringrazio anticipatamente .
Salve mi chiamo,il mio datore mi paga in contanti e non versa il che ce in contutti i reguisiti che mi aspettano conpreso gli 80e uro e la trediciesima,e assegnifmilari,ditemi dit
Buon giorno mi chiamo Gabriel e già il terzo stipendio che non prendo , non solo non mi paga n’è trasferta e neanche gli straordinari , ma il problema e che mi a dato anche la lettera di licenziamento non so più cosa devo fare , sono riuscito in parte a prendere lo stipendio di Luglio e un anticipo di Agosto , le ho pensate tutte gli vorrei spaccare tutto Camion e Furgoni e tutto quello che mi capita a tiro , spero in un Decreto ingiuntivo veloce , la legge dovrebbe stare più dalla parte del lavoratore ? Grazie questo e il mio sfogo ……..!!!!!!!!!
buona sera vorrei un consiglio il mio datore nn mi ha dato lo stipendio perche a giugno ho fatto congedo parentale 15 giorni ma non e stato accettato e lui mi ha dato i soldi.adesso me li vuole togliere dallo stipendio anche a piccole rate,io non voglio farmeli togliere perche lui deve darmi dei soldi della tredicesima da 3 anni e gli ho chiesto se puo scalare i soldi del congedo da quella somma che non ho mai ricevuto,per giunta quando non ce lavoro ci toglie una metà della giornata.grazie per la risposta e come devo comportarmi
Gentile avvocato ho fatto decreto ingiuntivo al mio datore xsomme arretrate,da poco le dimissioni x giusta causa e richiesta di tfr. Ieri mi arriva una lettera da parte del datore che pretende risarcimento danni causati da me al laboratorio circa 6 mesi fa( durata mia malattia)usato da tutti i dipendenti da almeno10 anni. Tutto falso e inventato posso quererarlo vero?
salve , nelle casistiche sopra descritte ne manca una. nella mia azienda siamo indietro di n°3 stipendi, e la busta paga NON CI è STATA MAI CONSEGNATA.
quindi volendo fare un’azione sarebbe possibile solo la causa ordinaria?
la Direzione Territoriale del Lavoro citata sopra ha uno sportello ? come funziona?
qua in italia la legge e da la parte dei più furbi . un datore di lavoro può anche non pagare e non li succede niente perché non esiste una legge che li sbatte dentro in galera i truffatori dei stipendi dimenticano che sono stipendi mensili . io sono andato da i sindacati e la cosa sta andando lunga . la mia decisione e : aspetto anche un mese poi vado e lo prendo a casa sua e lo trascino su le strade li faccio cosi male come mi sta facendo a me lui gode e fa feste e io piango su le strade senza un soldo in tasca . meglio in galera perché li hai un tetto e ti danno mangiare para lavare le strade su le lacrime a questi condizioni ti spinge la legge qua
Buongiorno mi chiamo Antonio, mi sono rivolto al sindacato cui sono iscritto per un decreto ingiuntivo nei confronti del mio datore di lavoro che ormai non paga gli stipendi da diversi mesi. Di fatto non ho portato a compimento la pratica perché non sono stato più chiamato a firmare. Posso ora rivolgermi ad un avvocato privato? e comunque si potrebbe procedere sia con l’avvocato del sindacato che con un avvocato privato?