Le spese di un conto corrente sono definite all’interno del contratto. Tuttavia, può capitare che si vada al di sotto del fido concesso dalla banca. Quali sono le conseguenze?
Il conto corrente è il rapporto bancario attraverso il quale un soggetto consegna a un istituto di credito i propri risparmi affinchè questi li gestisca con la diligenza del buon padre di famiglia. A fronte di tale contratto, il correntista si impegna a utilizzare soltanto la somma di denaro accantonata e a mantenere il saldo attivo. Può succedere, però, che si dilapidi una cifra superiore a quella presente sul conto e, quindi, si vada in debito.
Se ti è capitato di avere il conto corrente in rosso, sai già che ci sono dei costi che devi sostenere per l’irregolarità della tua condotta. Infatti, se spendi più di quanto depositi, la tua banca può decidere di applicare delle sanzioni: fino a qualche anno fa, si parlava di commissione di massimo scoperto.
A dire il vero, nel corso degli anni, sono intervenuti dei cambiamenti legislativi che hanno costretto gli istituti di credito a limitare l’utilizzo delle penali e a concedere una maggiore fiducia ai propri correntisti.
Tuttavia, assodata l’eccessiva quantità di disposizioni applicabili alle relazioni finanziarie, la situazione sembra tutt’altro che chiara. Proviamo, dunque, a riordinare le idee su un aspetto specifico dell’argomento, ossia su quali sono gli interessi di un conto in rosso.
Indice
Fido: che cos’è?
Quando sottoscrivi un contratto di conto corrente con la tua banca, puoi chiedere che ti venga concesso un fido di cassa.
Nella pratica, esso corrisponde a una somma di denaro che ti consente di rimanere scoperto per un breve periodo di tempo: il fido, che si aggiunge al denaro depositato, viene messo a disposizione per far fronte a eventuali spese impreviste o urgenze.
Il fido bancario rappresenta per il cliente un’alternativa al prestito personale, anche se possiede delle caratteristiche particolari che non sempre lo rendono lo strumento più conveniente. A differenza del finanziamento diretto, infatti, il credito concesso tramite affidamento è soggetto a un tasso di interesse variabile. In ogni caso, si tratta di un mezzo di grande utilità sia per le persone fisiche sia per le persone giuridiche che si trovano sprovviste di liquidità in caso di emergenze da fronteggiare.
La concessione di un fido può essere disposta direttamente nel contratto di apertura del conto corrente oppure in un momento successivo su specifica richiesta del correntista.
In tale ultima ipotesi, il cliente deve presentare una specifica domanda in filiale (di solito, è sufficiente compilare dei moduli prestampati): se sono soddisfatti i requisiti richiesti dall’istituto di credito, la banca accoglie l’istanza e indica la somma di denaro disponibile anche in caso di saldo negativo.
I tempi per la concessione dello scoperto bancario sono piuttosto brevi: di solito, l’istruttoria -attraverso la quale la banca verifica la capacità del correntista di restituire la somma data in affidamento – si conclude al massimo entro un mese.
Nel contratto di apertura del credito viene indicata una scadenza massima per la restituzione della liquidità concessa: trascorso tale termine, la banca chiederà di saldare il debito. In caso di insolvenza, si attiverà l’obbligo di pagare degli interessi, il cui ammontare è variabile a seconda del tempo impiegato per adempiere.
Fai attenzione a perseverare in tale condizione di morosità perchè rischi una segnalazione al Crif come cattivo pagatore, oltre al pignoramento del conto corrente.
Quando si parla di conto corrente in rosso?
Per appurare se ti trovi o meno di fronte a un conto corrente in rosso, devi prima verificare se ti è stata riconosciuta l’apertura del credito attraverso la concessione di un fido.
Nell’ipotesi in cui tale somma aggiuntiva non sia stata prevista o ti sia stata negata dall’istituto di credito, difficilmente puoi cadere nel pericolo di un saldo bancario negativo: quando raggiungi la soglia limite, infatti, la banca blocca ogni prelievo e movimentazione sul tuo conto. Si può, piuttosto, presentare l’eventualità di un conto corrente pari a zero, ossia privo di liquidità.
Tuttavia, vi sono alcune banche che concedono un credito istantaneo al proprio cliente senza fido, soprattutto se si tratta di un correntista affidabile e stabile dal punto di vista economico. In tale ipotesi, è riconosciuta la possibilità di sforare pagando una commissione di istruttoria veloce (Civ), ossia il corrispettivo che la banca ti chiede per il vantaggio che ti sta riconoscendo.
Sul punto, occorre fare una precisazione: alcuni istituti di credito hanno rinunciato a chiedere il pagamento di tale commissione che, in ogni caso, secondo quanto stabilisce la legge, non è dovuta se il cliente è andato in rosso soltanto una volta nell’ultimo trimestre, per una cifra non superiore a cinquecento euro ed è rientrato dal debito entro sette giorni.
Se, invece, sai già che andrai scoperto più volte durante l’arco temporale di tre mesi e per cifre superiori alle cinquecento euro, può essere opportuno chiedere l’apertura del credito. In tal caso, se vai al di sotto della tua soglia di garanzia, si applicano delle sanzioni cui devi andare incontro.
Vediamo nel dettaglio cosa accade.
Quali sono le conseguenze di un saldo negativo?
Nel 2009, con il cosiddetto decreto Salva Italia, è stata soppressa la commissione di massimo scoperto, ossia l’imposta bancaria da pagare in caso di conto corrente con saldo negativo. Il venir meno di tale sanzione non ha reso, però, lo sconfinamento più vantaggioso. Devi, infatti, sapere che quando ricorri al fido vai incontro a delle spese fisse anche di un certo rilievo.
Il cliente al quale è stata riconosciuta la possibilità di prelevare una cifra superiore a quella presente sul conto deve far fronte alle seguenti incombenze:
- interessi di mora con tasso variabile;
- commissione di disponibilità dei fondi.
Partiamo da quest’ultima.
La commissione di disponibilità dei fondi è una somma di denaro richiesta dalla banca come corrispettivo per l’affidamento concesso. In altri termini, l’istituto di credito ti concede il fido se ti impegni a pagare trimestralmente un contributo, a prescindere dal fatto se effettivamente ricorri allo scoperto. L’importo di tale commissione varia a seconda della cifra concessa in fido, ma non può mai superare lo 0,5% dell’ammontare totale.
Per quanto riguarda, invece, gli interessi di mora – come ti dice la parola stessa – sono delle cifre aggiuntive richieste dalla banca per far fronte alla situazione di negatività in cui versa il tuo conto. Tali interessi, che variano a seconda del tasso applicato e che aumentano con il prolungarsi della situazione di inadempienza, devono essere espressamente previsti dal contratto di conto corrente.
Secondo la normativa vigente in materia, gli interessi moratori decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento senza che sia necessario adempiere ad alcuna formalità (es. la costituzione in mora del debitore). Essi vengono calcolati su base giornaliera e rapportati al cosiddetto tasso di riferimento adottato dalla Banca centrale europea per le transazioni commerciali. Il tasso di riferimento può essere aumentato fino a otto punti percentuali.
Tale regola generale può essere modificata dall’accordo delle parti che possono individuare un tasso di interesse diverso nel pieno rispetto delle norme di legge che contrastano i fenomeni di usura e anatocismo.