Boom di acquisti di tapis-roulant. In cima alla classifica anche cyclette e attrezzi vari. Perché neanche la pandemia può fermare gli irriducibili del fitness.
Sarà la noia. Sarà perché temiamo, come qualcuno scherzava su Facebook, che la quarantena si trasformi in quarantina di chili di troppo. O forse sarà perché gli sportivi autentici – cioè quelli che lo erano anche prima del Coronavirus – non li puoi confinare nell’angolo di un isolamento forzato. Quale che sia il motivo, vanno letteralmente a ruba gli attrezzi da palestra. Fitness casalingo, si intende, visto che le sale pesi/attrezzi di tutta Italia sono chiuse ormai da settimane causa pandemia. Ebbene: gli italiani non hanno evidentemente rinunciato a un po’ di movimento, anche se tra le quattro mura di casa.
L’agenzia di stampa Adknronos ci racconta come dai primi di marzo sia stato boom delle vendite di tapis roulant, cyclette e attrezzistica: dai dischi ai bilancieri agli elastici di varia resistenza. Stock dei rivenditori esauriti o in imminente esaurimento su qualunque fascia di prezzo. La domanda è di tutti e ce n’è per tutte le tasche e tutti i gusti.
A conquistare il podio è il tapis roulant, seguito dalla cyclette mentre l’ellittico va nel ‘dimenticatoio’ perché, come apprende l’agenzia di stampa da produttori e distributori operanti nel settore, quelli effettuati in questi giorni ”sono i tipici acquisti d’impulso, fatti da chi non ha esperienza, che non va mai in palestra e vuole far sport senza faticare”.
Una gara all’acquisto cominciata in Cina, poi traslocata in Romania e sbarcata in contemporanea in Italia e in Spagna dove dai primi di marzo ”dico che le vendite sono aumentate per dieci perché non voglio dire per cento”, racconta Roberto Coda Zabetta, direttore commerciale-marketing per l’Italia di Jht Italia Spa, filiale nostrana di una delle principali multinazionali operanti nel settore, ‘born’ in Taiwan ma che produce anche negli Usa e in Cina mentre in Italia è specializzata nel ricondizionamento di prodotti usati da reimmettere nel mercato.
Un fenomeno dunque ”partito dai paesi asiatici, poi ribaltato sul mercato europeo e a breve sull’americano. Certo – constata Zabetta – in Cina e in Italia abbiamo venduto considerevolmente più che in Gran Bretagna, dove ancora si può uscire”.
Interessante l’andamento della domanda rispetto all’evolversi dei decreti governativi: ”In Italia la prima settimana di chiusura dei centri sportivi abbiamo registrato un incremento di richiesta di alcuni dei cosiddetti ‘prodotti di forza’: bilancieri e manubri. Chi non poteva andare in palestra aveva bisogno di simulare la forza. Poi è scattata la fase due – ricorda Zabetta – chi non faceva attività fisica ha sentito il bisogno di acquistare tapis roulant o cyclette. Mentre i veri sportivi si sono riversati su un’altra categoria di sistemi professionali indoor, collegati ad app di gestione dell’allenamento e collegamenti virtuali”.