Chi ha perso il lavoro ha il diritto ad agevolazioni previdenziali per ottenere prima il trattamento pensionistico?
Sono numerosi gli interventi messi in atto per scongiurare il rischio che i lavoratori perdano il posto a seguito del blocco delle attività dovuta all’epidemia di coronavirus, come la sospensione dei licenziamenti e le integrazioni salariali (cassa integrazione ordinaria, in deroga ed assegno ordinario).
Tuttavia, se non nell’immediato, il numero dei posti di lavoro persi entro l’anno risulterà comunque non indifferente. Senza contare che a ritrovarsi privi di occupazione non saranno soltanto i dipendenti, ma anche i collaboratori ed i lavoratori autonomi, meno tutelati rispetto ai subordinati. Ci si domanda allora se chi è vicino alla maturazione dei requisiti per la pensione abbia diritto ad agevolazioni per conseguire prima il trattamento pensionistico, ritrovandosi disoccupato.
In altre parole, chi resta senza impiego può ottenere la pensione anticipata disoccupati?
In primo luogo, bisogna chiarire che, se si è lavoratori dipendenti o collaboratori, si può aver diritto a due trattamenti di disoccupazione, rispettivamente la Naspi e la Dis-coll, che offrono un sostegno al reddito del beneficiario per un determinato periodo. La Naspi ha una durata massima di 24 mesi, la Dis-coll di sei mesi: durante il periodo di spettanza dell’indennità sono riconosciuti i contributi figurativi, generalmente utili al diritto ed alla misura della pensione.
Ci sono inoltre due trattamenti pensionistici agevolati tra i cui destinatari sono annoverati anche i disoccupati. Ma procediamo con ordine.
Indice
Naspi e pensione
La Naspi è l’indennità di disoccupazione spettante alla generalità dei lavoratori subordinati (sono esclusi i dipendenti pubblici a tempo indeterminato ed alcune categorie di lavoratori agricoli, beneficiari questi ultimi però della disoccupazione agricola).
Per conseguire la Naspi è richiesto, oltre allo stato di disoccupazione (per ottenere lo stato di disoccupazione è necessario aver perso involontariamente l’impiego ed aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità presso il centro per l’impiego), l’accredito di almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni, nonché di aver lavorato per almeno 30 giornate negli ultimi 12 mesi.
Durante i periodi di Naspi sono accreditati a favore del lavoratore i contributi figurativi: si tratta di contributi che non sono versati realmente, ma vengono accreditati dall’Inps e sono, nella generalità dei casi, utili ai fini del diritto della misura della pensione.
Bisogna ricordare però che l’indennità di Naspi è riconosciuta entro specifici tetti massimi e non coincide con l’ultimo stipendio o con la media degli stipendi; dei tetti massimi sono applicati anche alla contribuzione figurativa.
Fortunatamente, per quanto riguarda la quota retributiva della pensione i periodi di Naspi non incidono negativamente, in quanto vengono neutralizzati per legge [1]. Per quanto riguarda la quota contributiva della pensione, invece, l’indennità di disoccupazione produce un danno in prospettiva: i contributi accreditati, difatti, incrementano il montante contributivo, cioè la somma della contribuzione del lavoratore, in misura minore rispetto alla contribuzione che questi avrebbe conseguito in costanza di attività lavorativa.
La durata della Naspi è pari alla metà del periodo contribuito degli ultimi quattro anni: se, ad esempio, il lavoratore negli ultimi 48 mesi ha lavorato ininterrottamente, ha diritto all’indennità di disoccupazione per un massimo di 24 mesi. In ogni caso la Naspi non spetta mai per oltre 24 mesi.
Inoltre, i contributi figurativi accreditati per i periodi di disoccupazione non risultano utili, presso determinate gestioni di previdenza (l’Assicurazione generale obbligatoria Inps ed alcuni fondi sostitutivi) al diritto ad alcune pensione agevolate, come opzione donna.
Dis-coll
La Dis-coll è l’indennità di disoccupazione spettante ai collaboratori (ed ai dottorandi) iscritti in via esclusiva preso la gestione separata dell’Inps. Per conseguirla, da settembre 2019 è sufficiente un solo contributo mensile, che deve risultare accreditato dall’anno precedente la perdita dell’occupazione sino alla data di cessazione dell’occupazione stessa.
La durata della spettanza dell’indennità non può superare i sei mesi.
Anche l’indennità di disoccupazione per collaboratori dà diritto alla contribuzione figurativa, utile alla misura ed alla spettanza della pensione: i contributi sono accreditati presso la gestione separata.
Pensione anticipata disoccupati
Coloro che risultano disoccupati e si avvicinano al requisito necessario per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) possono conseguire la pensione anticipata per lavoratori precoci. Questo trattamento pensionistico si ottiene con soli 41 anni di contributi (più l’attesa di tre mesi di finestra per la decorrenza della pensione).
Per il diritto al beneficio bisogna però essere lavoratori precoci, cioè possedere 12 mesi di contribuzione da effettivo lavoro accreditata prima del compimento di 19 anni di età. Inoltre, bisogna essere in possesso di contribuzione accreditata presso una gestione di previdenza obbligatoria alla data del 31 dicembre 1995.
Il lavoratore deve inoltre appartenere ad una delle categorie tutelate: disoccupati, invalidi civili dal 74%, addetti ai lavori gravosi o usuranti, caregiver.
Per quanto riguarda la categoria dei disoccupati, in particolare, è richiesto all’interessato di aver terminato di percepire il trattamento di disoccupazione da almeno tre mesi. Non è dunque sufficiente trovarsi in stato di disoccupazione, ma bisogna aver fruito interamente del trattamento.
Se durante la percezione dell’indennità di disoccupazione si maturano i requisiti per la pensione anticipata ordinaria [2], comunque, l’indennità viene interrotta e l’interessato viene collocato in pensione.
Per quanto riguarda la pensione anticipata dei lavoratori precoci, bisogna inoltre ricordare che prima del conseguimento del trattamento è necessaria, da parte dell’Inps, la certificazione del diritto a pensione e l’ammissione al beneficio. Nello specifico, entro il 1° marzo di ogni anno il lavoratore deve inviare un’apposita domanda per essere ammesso al beneficio. La domanda può essere inviata tardivamente entro il 30 novembre di ogni anno; il trattamento viene concesso solo se sussistono le risorse disponibili. Per approfondire: Pensione anticipata precoci.
Chi non è vicino al requisito contributivo necessario per la pensione anticipata, ma è vicino al requisito di età per la pensione di vecchiaia può beneficiare, in qualità di disoccupato, dell’Ape sociale.
Non si tratta di una pensione, ma di un trattamento di accompagnamento alla pensione di vecchiaia: in buona sostanza, l’Ape sociale è un’indennità erogata dallo Stato, pari alla futura pensione ma sino a un massimo di 1500 euro mensili, che viene riconosciuta sino al compimento dell’età pensionabile (ricordiamo che il requisito attualmente necessario per la pensione di vecchiaia ordinaria è pari a 67 anni sino al 31 dicembre 2022).
I disoccupati, per beneficiare dell’Ape sociale, devono in particolare possedere almeno 30 anni di contribuzione ed almeno 63 anni di età; devono inoltre aver terminato di conseguire la prestazione di disoccupazione da almeno tre mesi.
Questa prestazione economica può essere conseguita soltanto da chi matura i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2021. Per approfondire: Ape sociale
Prepensionamento per lavoratori in esubero
Ricordiamo, infine, che esistono ulteriori strumenti di prepensionamento a favore dei lavoratori in esubero: si tratta dell’isopensione, dell’assegno straordinario, del contratto di espansione. Per approfondire: Prepensionamento per crisi aziendale.
note
[1] D.lgs. 22/2015.
[2] Art. 24 co. 10 D.L. 201/2011.
Buongiorno sig.ra Secci,
mi rivolgo a lei in quanto nel web non trovo risposte al mio problema personale.
Ho letto con interesse il suo articolo, trovandomi da oltre un anno mio malgrado nelle vesti di disoccupato, dato che la società per la quale lavoravo è stata liquidata. E la possibilità di rientrare nel mondo del lavoro a 60 anni, oggi, in Italia, è puramente una chimera.
Purtroppo però non ho trovato, nell’elenco delle possibilità esposte nel suo articolo, una che possa fare al caso mio: io ho 60 anni, e grazie alla Naspi tra un anno avrò 38 anni di contributi.
Ma nel 2022 per pochi giorni non potrò accedere a Quota 100 in quanto solo a gennaio 2022 compirò i 62 anni richiesti, e a quell’epoca Q100 sarà terminata.
Inoltre non sono un lavoratore precoce, e neppure posso richiedere l’Ape sociale, non avendo i 63 anni richiesti.
Allora la domanda è: un caso come il mio non ha soluzione? Quando tra un anno terminerò di ricevere la Naspi cosa potrò fare?
La ringrazio se potrà rispondere, ho inoltre visto girando sul web che ci sono altre persone nei miei panni, quindi può essere considerato un problema comune.
Mariano M.
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