Coronavirus: nella fase 2 non tutti usciranno di casa


Previsti tempi più lunghi e programmi particolari per le persone con una certa età. In arrivo un’app per controllare gli spostamenti.
Nessuno si aspetti che, quando inizierà la fase 2 dell’emergenza coronavirus, chiunque potrà uscire subito di casa. La voglia c’è, dopo settimane di clausura forzata per la quarantena imposta dal Governo, ma occorrerà portare pazienza (altra pazienza) ed osservare determinate regole.
Si parla, ovviamente, di quello che dovrebbe succedere dal 4 maggio in poi, dal giorno, cioè, in cui scade il nuovo decreto del presidente del Consiglio entrato in vigore proprio oggi. Se verranno confermate le previsioni attuali (bisognerà affidarsi ai dati sui contagi) quella sarà la data in cui negozi, aziende e liberi professionisti riprenderanno l’attività. Con le dovute misure di sicurezza, certo, ma anche con un vincolo in più: l’età.
Più si è giovani, più probabilità si avranno di tornare gradualmente alla normalità. Mentre resteranno a casa più tempo le persone dai 70 anni in su: saranno loro gli ultimi a lasciare la quarantena. Specialmente se hanno una o due patologie croniche, come anticipa la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa: «Per loro dobbiamo prevedere un programma particolare, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare», spiega. «Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi».
Perché proprio loro? Anche in questo caso, si fa ricorso ai numeri. Delle oltre 18.600 vittime del coronavirus registrate fino a ieri, 13.400 superavano i 70 anni. Di questi, quasi 6.000 avevano tra 70 e 80 anni. Appare evidente, dunque, che si tratta della fascia di popolazione più a rischio, spesso contagiata, tra l’altro, da parenti asintomatici.
Va ricordato che durante la fase 2, con la ripresa degli spostamenti di buona parte dei cittadini, comporterà un notevole pericolo di contagio. A tal proposito, gli esperti hanno fortemente consigliato la creazione di squadre per effettuare test e tamponi a tappeto tra le persone vicine a chi risulta «positivo».
Altro sistema che verrebbe usato dal mese di maggio in poi è quello dell’app per tenere sotto controllo i movimenti dei cittadini. Si tratterebbe di un’applicazione a cui chiunque si può registrare inserendo i propri dati e la propria situazione sanitaria, precisando se si è sottoposto ad un test o ad un tampone specifico. In questo modo, verrebbe creato un archivio telematico da utilizzare al posto dell’autocertificazione e monitorare i vari spostamenti.
Mentre resteranno a casa più tempo le persone dai 70 anni in su: saranno loro gli ultimi a lasciare la quarantena. Zampa chi? Ah quella Ch’era la segretaria di Prodi.
Ultrasettantenne e me ne frego… lo stato ci guadagnerebbe risparmiando la pensione. A pensarci bene farei ancora in tempo ad andare in Portogallo.
PIENAMENTE DACCORDO
PER QUESTO LI FARANNO FUORI FARMACOLOGICAMENTE, PER POI CREMARLI PER CANCELLARE LE TRACCE.
PERCHE’ SI FANNO LO SCUDO PENALE E IN QUESTO HANNO COMPRESO I MEDICI?