Coronavirus: aiuti per rinnovare i contratti a termine


Il Governo pensa ad un sostegno nel decreto Aprile. A rischio un milione di lavoratori.
Probabilmente, un paio di mesi fa, chi ha firmato un contratto di lavoro a termine avrà stappato una bottiglia per festeggiare: per quanto a scadenza, era pur sempre un contratto. Oggi, invece, ha poco da ridere: il coronavirus rischia di contagiare pesantemente questa categoria di lavoratori, con una crisi in atto e in prospettiva. Le aziende che vogliono risparmiare sull’organico, di fronte alla sospensione dei licenziamenti, non vedono alternative: devono tagliare sui contratti a termine negando il loro rinnovo.
L’esempio più lampante di questa preoccupante realtà arriva dal Veneto, regione che da sola concentra il 10% del mercato del lavoro di tutto il Paese. Dal giorno in cui è partita l’emergenza, cioè dal 23 febbraio, fino a una decina di giorni fa, quindi nell’arco di un mese e mezzo, da 35mila a 40mila lavoratori hanno perso il loro posto. Di questi, circa 30mila erano dipendenti con contratto a termine. Specialmente nei settori della meccanica, del tessile-abbigliamento, del legno-arredo ed in altri comparti chiave del made in Italy.
Il problema è che per questi tipi di contratti la ripresa non si vede all’orizzonte. L’emergenza, quindi, non si limita a quello che è già successo in queste settimane ma a quello che capiterà d’ora in poi. C’è chi ricorda che ad aprile si apre il periodo dei contratti a termine a beneficio dei lavoratori stagionali e che, nell’attuale situazione, non si muove una foglia.
Ne è consapevole il ministero dell’Economia, perché i numeri sono sul tavolo del ministro Roberto Gualtieri: c’è il rischio concreto del mancato rinnovo dei circa 300mila contratti a termine che scadono ogni mese. Il che si potrebbe tradurre quest’estate in 1 milione di disoccupati in più (valore che in Spagna è stato registrato nel solo mese di marzo, vuol dire che si tratta di una minaccia reale). Il dato andrebbe ad aggiungersi a quello relativo al calo dell’occupazione.
Quale potrebbe essere la soluzione, quanto meno, per tamponare l’emergenza? Il Governo pensa ad introdurre nel decreto Aprile che verrà approvato la prossima settimana, almeno fino al 31 agosto 2020, il congelamento del decreto dignità, ad aprire una specie di moratoria dall’obbligo di indicale le causali legali e a pagare – se ce ne saranno i soldi per farlo – un contributo dello 0,5% su ciascun rinnovo. Aziende e sindacati sono d’accordo.