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Multa per divieto di sosta: è nulla se il vigile non la fa a tutti?

16 Aprile 2020 | Autore:
Multa per divieto di sosta: è nulla se il vigile non la fa a tutti?

Se il vigile fa un verbale a una sola auto o ne risparmia alcune può essere denunciato? C’è reato di omissione di atti d’ufficio?

Se c’è un’azione che viene spontaneo compiere non appena si scopre di essere stati multati per divieto di sosta è spiare le auto vicine, in modo da verificare se lo stesso verbale è presente anche sui rispettivi tergicristalli. Invidia o senso di giustizia? Comunque lo si voglia chiamare, più della multa pesa a volte la discriminazione nei propri confronti. Un vigile che, intravedendo una fila di auto parcheggiate in modo non corretto, decida di sanzionare solo alcune di queste potrebbe poi essere denunciato per omissione d’atti d’ufficio? Se il poliziotto chiude un occhio nei confronti di un’auto “nota” commette reato? Ed inoltre, la multa per divieto di sosta è nulla se il vigile non la fa a tutti?

Cerchiamo di analizzare cosa dice la legge in modo da capire quali armi ha l’automobilista nel caso di un comportamento discriminatorio nei propri confronti o particolarmente benevolo nei confronti di altri. 

Il vigile deve fare la multa a tutti?

Neanche il giudice ha il potere di sindacare l’operato e l’organizzazione della pubblica amministrazione. Nessun magistrato, quindi, può insegnare alla polizia quando elevare le contravvenzioni e come fare per tenere un comportamento imparziale nei confronti di tutti gli automobilisti. Questo perché il nostro Stato è fondato sui tre poteri principali – quello giudiziario, quello esecutivo e quello legislativo – tra loro autonomi e indipendenti.  

È vero: l’articolo 97 della Costituzione stabilisce il principio di imparzialità e buon andamento della PA; ma, come tutte le norme della Costituzione, si rivolge solo al legislatore (ossia al Parlamento), senza creare un vero e proprio diritto azionabile dal cittadino. 

Quindi, se il vigile sostiene di non aver potuto elevare il verbale nei confronti di tutte le auto perché era impegnato in altre attività, nessuno potrà eccepire nulla. Tra gli automobilisti non vige quindi alcuna regola di «pari trattamento».

A tutto voler concedere, potrebbe essere il Comune a sollevare una procedura disciplinare nei confronti dell’agente che magari non multa l’auto del figlio di un assessore, ma non certo l’automobilista avrebbe alcun potere a riguardo. 

Quanto a una eventuale accusa per omissione di atti d’ufficio, si deve tenere conto che, il Codice penale, punisce «il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo». Il reato scatta solo, quindi, per gli atti urgenti della pubblica amministrazione e non anche per le multe. 

Posso sapere chi è stato multato e chi no?

Peraltro, in una interessante sentenza, il Tar Molise [1] ha negato l’esistenza di alcun obbligo del Comune di comunicare, all’automobilista che ne faccia richiesta e che sia stato multato per divieto di sosta, il nome degli altri trasgressori e consentirgli l’accesso indiscriminato ai verbali. Insomma, non c’è alcun diritto di accesso agli atti amministrativi che consenta di sapere se è stata fatta qualche “preferenza”.

Si può impugnare la multa se il vigile non la fa a tutti?

Da quanto appena detto, risulta chiaro che la multa elevata solo nei confronti di uno o di pochi automobilisti, pur a fronte di una violazione commessa da tanti altri soggetti, non possa essere impugnata. Non c’è, quindi, modo di chiedere al giudice di annullarla, così come non c’è possibilità di contestare l’operato al poliziotto della municipale. 

In ogni caso, è anche vero che, sotto un profilo di opportunità, le multe per divieto di sosta sono anche quelle che non conviene quasi mai contestare: l’importo, con la riduzione del 30% se pagata nei primi 5 giorni dalla notifica a casa del verbale, è sicuramente di gran lunga inferiore rispetto ai costi di un eventuale giudizio dinanzi al giudice. È vero: c’è la possibilità di un ricorso dinanzi al prefetto che è sempre gratuito, ma si tratta pur sempre di un organo amministrativo, non dotato quindi dell’imparzialità del giudice. Il prefetto, quindi, si limita ad annullare solo i verbali palesemente illegittimi per motivi che non debbano richiedere interpretazioni particolari del diritto.


note

[1] Tar Molise, sent. n. 81/2017.


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