Pubblicati i risultati di uno studio sull’erenumab, che può aiutare nel contrastare il dolore.
Prevenire l’emicrania si può: lo dicono i dati di uno studio pubblicato su Neurology, che riguardano il farmaco erenumab. La pubblicazione è stata annunciata oggi da Novartis, come ci rivela una nota stampa dell’agenzia Adnkronos. I dati di cui si legge nella pubblicazione rafforzano il ruolo di erenumab come trattamento preventivo dell’emicrania e confermano i benefici di sicurezza ed efficacia a lungo termine nella pratica clinica nei pazienti con emicrania episodica e cronica.
I risultati dello studio dovevano essere presentati al meeting annuale 2020 dell’American Academy of Neurology, che avrebbe dovuto svolgersi a Toronto dal 25 aprile al primo maggio. Meeting rinviato causa coronavirus.
“Questi dati recentemente condivisi consolidano l’impegno di Novartis nel reimmaginare la cura dell’emicrania e vanno ad aggiungersi al crescente numero di evidenze real-world che dimostrano l’efficacia a lungo termine di erenumab nella prevenzione dell’emicrania in tutto lo spettro della malattia”, ha affermato Estelle Vester-Blokland, Global head Neuroscience medical affairs di Novartis Pharmaceuticals. “Novartis e Amgen sono orgogliose di aprire la strada, forti della loro vasta esperienza con erenumab, la quale dimostra come i pazienti che soffrono di questa malattia altamente debilitante possano riprendersi la loro vita”.
L’emicrania è una malattia altamente debilitante, che esercita un impatto profondo e limitante sulla vita delle persone, incluso il tempo trascorso con i familiari e gli amici, o al lavoro. Erenumab – co-commercializzato negli Stati Uniti da Amgen e Novartis – è il primo e unico trattamento preventivo approvato dalla Fda che mira specificamente al recettore del peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp, Calcitonin Gene-Related Peptide). Va autosomministrato una volta al mese, tramite l’autoiniettore SureClick, non richiede alcuna dose di carico ed è facile da usare.
“I risultati esplorativi intermedi dello studio real-world Telescope, condotto in Germania su 109 soggetti – si legge in una nota che l’Adnkronos riporta – hanno dimostrato che l’80% dei pazienti che assumevano erenumab ha segnalato una riduzione dell’intensità dell’emicrania, mentre il 92% ha sofferto di un numero inferiore di attacchi, con una riduzione media di 8 giorni mensili di emicrania (Mmd). Inoltre, i risultati intermedi dello studio real-world Periscope – condotto sempre in Germania su 19.740 pazienti emicranici, inclusi 91 pazienti che assumevano erenumab, con una durata media complessiva della malattia di 18 anni – hanno dimostrato che l’85% dei pazienti che assumevano erenumab era in grado di svolgere meglio le proprie attività quotidiane. Non solo: dall’inizio del trattamento, l’83% ha perso meno giorni a causa dell’emicrania”.