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Coronavirus, buone notizie sul vaccino

23 Aprile 2020
Coronavirus, buone notizie sul vaccino

Procede a ritmi forsennati il lavoro dei ricercatori per produrre la sostanza che potrà darci gli anticorpi per resistere al Covid-19.

Si era parlato all’incirca di un anno e mezzo: per ottobre 2021 il vaccino che dovrà renderci immuni dal Coronavirus esisterà di sicuro, o almeno lo speriamo. Ma c’è anche chi pensa di fare prima. Due sono le buone notizie che riguardano il vaccino al Covid, sul quale stanno lavorando i ricercatori di mezzo mondo e provengono da Svizzera e Stati Uniti.

La corsa della Svizzera

L’università di Berna è particolarmente ottimista. Lo veniamo a sapere dal portale Swissinfo.ch., da cui a sua volta ha attinto l’agenzia di stampa Adnkronos per fornirci queste informazioni. Secondo Martin Bachmann, docente di immunologia dell’ateneo di Berna la popolazione svizzera potrebbe essere già vaccinata a partire da ottobre. Ottobre 2020, non 2021.

Bachmann ha spiegato la metodologia che l’università elvetica sta usando: “Nello sviluppare il suo vaccino, il team svizzero segue un approccio diverso rispetto ad altri laboratori: utilizza particelle simili al virus, che non sono contagiose, a differenza del virus stesso, e permettono una buona risposta immunitaria. Un prototipo sarebbe stato sviluppato già in febbraio, poche settimane dopo che il virus era stato identificato in Cina, ed è stato testato con successo su topi da laboratorio, mostrando che il siero è in grado di neutralizzare il virus”.

Una ventata di speranza, dopo la conferenza stampa di ieri dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ci ha ricordato, nell’ordine: che il virus può tornare, che niente sarà più come prima, che dobbiamo prepararci a una ‘nuova normalità’ (leggi l’articolo: Coronavirus, Oms: l’epidemia può riaccendersi).

La tabella di marcia americana

Anche gli Stati Uniti partecipano alla corsa al vaccino. La tabella di marcia che si è dato Antony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), è rigida: entro autunno 2020 il farmaco per curare il Coronavirus, dopo gennaio 2021 il vaccino. Malgrado le minimizzazioni di Donald Trump, la macchina della scienza si è messa in moto comunque ed è al lavoro da tre mesi.

Il Corriere della Sera, oggi, ha raccolto le dichiarazioni di due italiani che lavorano al Niad: Cristina Cassetti, vice direttrice della divisione di Microbiologia e Malattie infettive del Niaid e Paolo Lusso, responsabile della sezione del Laboratorio di patogenesi virale del Niaid. Dichiarazioni che fanno ben sperare.

“Tra giugno e luglio – ha detto Cassetti al Corriere – si entra in quella che chiamiamo la “fase due”, con test su molte persone per studiare la sicurezza e la capacità di stimolare una risposta immunitaria del vaccino. Il momento decisivo dovrebbe cadere dopo settembre quando si capirà se la formula è efficace oppure no”. Mentre Lusso, sempre dalle colonne del CorrSera, sottolinea un altro aspetto che rende fiduciosi i ricercatori: “Il Covid-19 non sembra essere estremamente mutevole come altri virus. Per esempio quello dell’influenza, che cambia ogni anno, o quello dell’Hiv, su cui ci stiamo rompendo la testa da decenni”. Questo dovrebbe semplificare il lavoro degli scienziati.



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