Contro il Covid-19 non esistono “terapie miracolose”, ma neppure alimenti. Lo ricorda il dicastero di Roberto Speranza.
Non c’è alcuna evidenza che il coronavirus si possa trasmettere dal cibo. L’Istituto superiore di sanità (Iss) lo ha detto a chiare lettere fin dall’inizio, ribadendolo ieri in un nuovo rapporto pubblicato sul suo sito e dedicato all’alimentazione (leggi l’articolo: Coronavirus, tutti i consigli per la spesa in sicurezza). Il ministero della Salute, oggi, torna sul tema, con un avviso pubblicato sul suo portale.
Pare, infatti, che così come, in queste settimane, sono stati pubblicizzati medicinali presentati come “cure miracolose” contro il Covid-19, la stessa cosa sia avvenuta sul terreno dell’alimentazione. Ma a prescindere da quello che dicono le etichette dei cibi, non ce ne sono, almeno ad oggi che noi sappiamo, di più o meno indicati a proteggere dal rischio di contrarre la malattia. Il ministero, invita quindi a tenere gli occhi aperti e a dubitare di qualunque etichetta sensazionalistica o entusiastica, in termini di prevenzione.
“A causa della presenza sul web – informa il dicastero di Roberto Speranza – di alimenti pubblicizzati con indicazioni fuorvianti per il consumatore, si ritiene utile informare che i claims riportati sulle etichette degli alimenti, compresi gli integratori alimentari, sono autorizzati dalla Commissione europea sulla base di una valutazione scientifica dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. A questo proposito si informa che, ad oggi, non risultano autorizzati claims relativi alla riduzione del rischio di contrarre il nuovo coronavirus (Covid-19), per cui qualsiasi effetto vantato in tal senso è del tutto arbitrario e, al momento, privo di ogni fondamento scientifico”.
Secondo le indicazioni di massima, fornite dall’Iss, è meglio evitare di consumare gli alimenti di origine animale (come carne, pesce, uova) crudi o poco cotti. “Non ci sono evidenze di trasmissione, attraverso gli alimenti, del coronavirus, come pure degli altri coronavirus precedentemente emersi in forma epidemica (Sars e Mers) – dicono gli esperti dell’Istituto -. I prodotti di origine animale crudi, tuttavia, possono essere veicolo di diversi patogeni a trasmissione alimentare ed è necessario porre sempre cura alla loro modalità di consumo. Anche per questo, gli alimenti di origine animale sono gli unici alimenti che, a puro titolo precauzionale, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di non consumare crudi o poco cotti durante l’epidemia di Covid-19″.
Avevamo già parlato, giorni fa, del ruolo dell’alimentazione sulle possibilità maggiori o minori di contrarre il virus. Piero Mozzi, medico conosciuto per aver dato i ‘natali’ alla dieta del gruppo sanguigno, ritiene che la Corea del Sud abbia contenuto i contagi anche grazie alla dieta della popolazione di questo Paese, che evita latte e derivati e glutine e fa molto uso di riso (leggi l’articolo: Coronavirus, quanto incide l’alimentazione).