Coronavirus: il problema degli italiani bloccati all’estero


Almeno 5mila persone non possono tornare in Italia: il ministero degli Esteri cerca di risolvere questa situazione organizzando voli speciali per i rientri.
Ci sono molte migliaia di italiani rimasti bloccati all’estero durante la pandemia del Coronavirus. Studenti, lavoratori del traffico aereo, manager, ricercatori scientifici: persone che per i motivi più vari si trovano temporaneamente all’estero ma hanno la residenza in Italia. E ora non possono tornare perché la quasi totalità dei voli aerei sono stati cancellati e molti Stati hanno chiuso le loro frontiere.
Per loro in questo periodo non vale la regola del “io resto a casa” ma la speranza del “io torno a casa”. Intanto molti di loro hanno grosse difficoltà economiche, trovandosi in un Paese straniero da molto tempo e in condizioni di emergenza, con tutte le spese di mantenimento e di alloggio da affrontare. Gli aiuti da casa spesso non bastano.
Adesso un punto di riferimento importante arriva dal nostro ministero degli Esteri, che prosegue le attività per rimpatriarli. L’agenzia stampa Adnkronos ci riporta un comunicato del sottosegretario Ricardo Merlo, da cui risulta che “oltre 70mila sono tornati in Italia dall’inizio della crisi” e che “è impossibile sapere con certezza quanti ancora siano costretti a restare nei Paesi che li ospitano al momento”.
L’invito, pertanto, è quello di segnalare la presenza e le situazioni di difficoltà, anche attraverso la locale ambasciata o gli uffici consolari. “La Farnesina, sulla base delle segnalazioni raccolte in rete, stima che siano tra i 5 e i 6mila gli italiani che ancora devono rientrare dall’estero” ed è ad essi che ora bisogna provvedere.
“Continuiamo a vivere in una fase di piena emergenza legata al Coronavirus, non solo in Italia ma nel mondo intero”, sottolinea Ricardo Merlo, Sottosegretario agli Esteri e presidente del Maie – Movimento Associativo Italiani all’Estero, che spiega: “Proprio perché l’emergenza è mondiale, sono tanti i Paesi che mantengono le proprie frontiere bloccate. Questo rende assai difficile le operazioni di rimpatrio“.
“Ciononostante – prosegue il Sottosegretario Merlo, in trincea fin dall’inizio dell’emergenza – il lavoro della Farnesina va avanti, con la fondamentale collaborazione della nostra rete diplomatico-consolare nel mondo. L’obiettivo è quello di consentire il rientro in Patria a tutti quei connazionali che desiderano farlo”.
Per dare concretezza a queste affermazioni, Merlo spiega che “prosegue l’organizzazione di voli speciali tesi proprio a questo fine, calcolando che circa il 90% degli italiani bloccati fuori sono già rientrati, grazie all’ottimo lavoro dell’Unità di Crisi e della nostra rete consolare nel mondo”.