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Renzi attacca Conte e boccia il nuovo Decreto

28 Aprile 2020

Per il leader di Italia Viva l’ultimo Dpcm è un errore politico e costituzionale che si aggiunge all’insufficiente gestione dell’emergenza da parte del Governo. 

L’ultimo Decreto varato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non è piaciuto affatto a Matteo Renzi, che forse non aspettava altro per scatenare un violento attacco al premier e all’intera linea seguita dal Governo durante la fase dell’emergenza.

Il leader di Italia Viva scatena la raffica di accuse in un’intervista a Repubblica, dove inizia affermando che l’ultimo Dpcm è “uno scandalo costituzionale. Trasformiamo il testo in un decreto e portiamolo in Parlamento”.

Renzi spiega che “il testo è un errore politico, economico e costituzionale. Politico perché delega al comitato tecnico scientifico una scelta che è politica: contemperare i rischi. Lo scienziato ti dice che c’è il Coronavirus, il politico decide come affrontarlo. E se in Umbria o Alto Adige non ci sono contagi queste regioni non possono avere le stesse restrizioni della provincia di Piacenza”.

Ma la polemica coinvolge direttamente Conte: secondo Renzi la mancata differenziazione delle misure in base alle diverse situazioni regionali “è una scelta sbagliata. E se fosse politica sarebbe controproducente, perché serve a Salvini, che invece era in un angolo. Un presidente del Consiglio non deve guardare gli indici di gradimento, ma il numero dei posti di lavoro, l’andamento del Pil, le previsioni internazionali”.

Renzi fa un paragone internazionale e sottolinea che “il lockdown italiano è stato il più duro di tutti. Francia, Germania, Spagna, stanno ripartendo più velocemente di noi dopo aver rallentato meno di noi: ci strappano fette di mercato”. Il leader di Italia Viva è anche molto pessimista sul futuro quando afferma che “la ripartenza sarà lenta. Non si rendono conto che in autunno ci sarà una carneficina di posti di lavoro“.

La polemica sollevata oggi dall’ex premier guarda anche indietro, quando dice che” qualcuno dovrà rispondere degli errori per il lockdown. Hanno detto che le mascherine non servivano invece di iniziare a produrle. Hanno mandato i medici in prima linea senza protezione. Non hanno gestito le zone rosse”.

Le critiche di Matteo Renzi  sulla gestione del Governo dell’emergenza Coronavirus sono spietate: “medici e cittadini sono stati bravissimi, le istituzioni meno. E ora stiamo perdendo interi settori produttivi per una politica pavida che si nasconde dietro ai tecnici. Poi, appena qualcuno alza la voce, cambia posizione: io voglio tornare a prendere la messa, quindi capisco la Cei. E mi fa piacere che Conte abbia già cambiato idea. Se rispetti il metro di distanza, perché il museo può aprire e la chiesa no?”.

Infine Renzi attacca anche sul fronte dell’incostituzionalità del nuovo Decreto, per motivi analoghi a quelli sollevati dall’ex presidente della Corte Costituzionale, Antonio Baldassarre. “Il Covid continuerà per un anno – dice ancora l’ex premier -. Dovremo convivere con il virus senza rinunciare alla libertà costituzionale. Il disastro erano le terapie intensive piene: ora ci sono meno di 2mila persone e 9mila posti disponibili. Questo è un assurdo costituzionale. Il presidente del Consiglio non può impattare sulla vita delle persone al punto di definire con Dpcm chi puoi vedere. Abbiamo accettato una limitazione quando le terapie intensive scoppiavano e i medici dovevano decidere chi intubare e chi no, ora basta. La libertà non vale meno della salute”.



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