Coronavirus: sconto sulla Tari per i negozi


L’Anci consente alle amministrazioni locali una riduzione della tassa sui rifiuti per le utenze non domestiche con l’attività chiusa o diminuita per il Covid.
Meno rifiuti prodotti, meno tasse da pagare. Si basa su questa equazione la possibilità che i Comuni daranno ai titolari dei negozi rimasti chiusi per l’emergenza coronavirus di chiedere uno sconto sulla Tari. Lo ha precisato l’Ifel, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale creato dall’associazione dei Comuni italiani (Anci).
In pratica, le amministrazioni locali hanno la possibilità di riconoscere una riduzione della Tari ai titolari delle attività commerciali che, a causa della serrata decretata dal Governo o dell’attività ridotta per l’epidemia di Covid-19, hanno prodotto meno rifiuti. La misura, che interessa in termini allargati le utenze non domestiche, viene adottata quando agevolazioni di questo tipo non siano previste espressamente dalla legge ed i municipi non abbiano sostenuto dei costi minori per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Come funzionerà questo sconto sulla Tari? Secondo l’Ifel «non è possibile inquadrarlo tra le riduzioni tipiche, in quanto – se è incontestabile una minor produzione di rifiuti da parte di tali categorie – è altrettanto vero che si tratta di una minor produzione di rifiuti che influisce in misura limitata sull’ammontare complessivo dei costi, ivi compresi quelli variabili». L’Istituto di finanza locale dell’Anci ricorda, infatti che «il servizio resta comunque erogato sull’intero territorio comunale per tutta la durata delle chiusure obbligatorie».
Le minori entrate potrebbero essere compensate con entrate proprie del bilancio comunale, deliberate entro il 30 giugno e derivanti, ad esempio, dalla lotta all’evasione, da avanzi di amministrazione o da «altre disponibilità, anche straordinarie, dell’ente». Infine, nella nota viene precisato che sarebbe opportuno «stabilire sin da subito proroghe dei termini di pagamento per le categorie più colpite dalla chiusura forzata o dalla crisi economica».
Perché solo per i negozi ? Per i cittadini che hanno un app/to acquistato nel gennaio c.a. e bloccato da oltre 3 mesi, che non hanno prodotto nemmeno un grammo di rifiuti, non se ne parla proprio ! Ahi Italia di dolore ostello……. Ma si sa “pecunia non olet” !!