Più della metà non partirà; una famiglia su 3 farà viaggi brevi e soggiorni vicino casa. Solo uno su 5 è disposto a partire alla fine dell’emergenza Covid.
Uno dei paradossi della pandemia è che il Coronavirus arrivato dalla lontana Cina si è propagato rapidamente in tutto il mondo e ha bloccato la mobilità delle persone in tutti i Paesi. Un virus che non conosce confini ha costretto le persone di ogni nazione a rimanere a casa. Ora con la Fase 2 le restrizioni si allentano e presto si potrà tornare a circolare, sia pure con le necessarie precauzioni che la convivenza con il virus impone.
Intanto agli italiani è passata la voglia di viaggiare: secondo un’indagine svolta da Confturismo e Confcommercio diffusa oggi dall’Adnkronos, più della metà degli italiani, il 57%, dichiara che, anche dopo la fine dell’emergenza, non si muoverà per fare una vacanza. È una percentuale leggermente più alta di quella registrata a marzo, quando era il 53% degli intervistati a dichiarare di non essere propensi a fare un viaggio, né ora né entro l’anno, a prescindere dalla fine della pandemia.
Adesso poco meno di un italiano su tre, precisamente il 32% dichiara che quest’anno farà le vacanze, ma saranno molto brevi, di 2 o 3 giorni e senza allontanarsi troppo dalla propria residenza. Lo sanno bene gli esercenti del settore turistico e alberghiero, che hanno visto annullare quasi tutte le prenotazioni per il periodo estivo. Per contrastare questa tendenza, il Governo pensa di introdurre un bonus vacanze per incentivare i soggiorni estivi in strutture ricettive italiane.
La rinuncia alle vacanze può essere vista anche come una conseguenza della paura più generale per l’emergenza Coronavirus tuttora in atto e che coinvolge tutte le abitudini di vita, tra cui la propensione a spostarsi, per andare in vacanza e non solo. Dalle interviste emerge infatti che gli italiani preoccupati per l’emergenza Covid ad aprile sono l’80%, dunque quattro su cinque. E il mese prima, a marzo, erano ancora di più: l’86%.
Il sondaggio rileva poi che solo il 20% è disposto a partire per un viaggio vacanza appena l’emergenza sanitaria sarà conclusa. Quindi la preoccupazione resta molto alta e non è correlata al calo dei contagi o all’allentamento delle misure di contenimento. Emergono anche motivi di carattere economico nella rinuncia alle vacanze: il 15% è incerto proprio perché teme di non avere sufficienti disponibilità finanziarie, mentre l’8% non sa se potrà farlo per le ferie che mancano e per gli impegni lavorativi che invece si protraggono.
A cascata, crolla inoltre il desiderio di fare shopping o comprare regali in vacanza. Probabilmente – rilevano i sondaggisti di Swg che hanno condotto la rilevazione – questo è “legato al timore di frequentare contesti urbani ma è certamente connesso anche alla crisi economica percepita”. Infatti quest’anno solo il 7% degli intervistati mette lo shopping tra gli obiettivi; lo scorso anno, sempre ad aprile, era il 22%. Due su tre di coloro che lo scorso anno erano disponibili ad acquistare durante le vacanze ora non lo sono più.
Tutto questo mette a fortissimo rischio l’economia del turismo, che ha effetti sugli altri settori collaterali: commercio, trasporti, cultura e molti altri, che nella stagionalità danno alle comunità locali nelle zone turistiche quel sostegno economico che ora verrà a mancare. In questa situazione, commenta il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè, occorre ”intervenire subito e con strumenti efficaci a supporto delle attività del settore e dei consumi, con una ‘manovra sincronizzata su più fronti’. Leggi anche Coronavirus: le vacanze nella Fase 2.