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Pinze e mascherine “sacre”, come cambia il ritorno a messa

14 Maggio 2020 | Autore:
Pinze e mascherine “sacre”, come cambia il ritorno a messa

Le celebrazioni eucaristiche all’epoca del Coronavirus, per riaccogliere i fedeli in sicurezza.

Tornare a messa non sarà più come prima (come molte altre cose, almeno in via transitoria). Mentre le chiese si preparano alla riapertura dal 18 maggio, i fedeli dovranno forse iniziare ad abituarsi all’idea di veder comparire nuovi oggetti che, causa Coronavirus, potrebbero diventare parte integrante delle celebrazioni. Lo segnala Devotio, fiera biennale internazionale per il mondo religioso, prossima edizione nel 2021 a BolognaFiere, Covid permettendo.

Proporzioni di una crisi

Il comparto degli articoli devozionali, per Devotio dal fatturato non inferiore a 500-700 milioni di euro annui, ha risentito come tutti della più grave recessione dalla seconda guerra mondiale. Per l’Italia, in particolare, significa tremila aziende produttrici in crisi, soprattutto artigianali e a carattere familiare, e circa 700 negozi e rivenditori al dettaglio in estrema difficoltà.

Crollo delle vendite e crollo del turismo, quindi anche di pellegrinaggi ai grandi santuari. Non solo Lourdes è sul lastrico, con un passivo previsto a fine anno di di otto milioni di euro. Valentina Zattini, amministratore di Officina Eventi, società organizzatrice di Devotio, sostiene che “le sole vendite nella zona di Roma e del Vaticano rappresentano ben oltre il 25% del fatturato”. Ma è proprio nelle situazioni più difficili che l’ingegno si affina. Ed ecco che la Chiesa ha mostrato una non comune capacità di adattamento all’emergenza. Nella Fase 1 si è tradotta in un abbondante e sapiente uso di tecnologia per tenere compatta la sua comunità. Nella Fase 2 prevede, invece, di adeguare gli spazi e integrare la vecchia oggettistica con nuovi articoli per tenere lontano il Covid.

Le mascherine “sacre”

Iniziamo dalle mascherine, delle quali nessuno di noi, dentro e fuori la chiesa, potrà permettersi di fare a meno per un po’. Quelle cosiddette “di comunità” (leggi l’articolo: Coronavirus, sì alle mascherine di comunità), spesso home-made ma anche realizzate da aziende e pensate per un uso esteso, sono di ogni tessuto, colore e fantasia. Inevitabile che iniziassero a spuntare quelle a tema, tra sicurezza e marketing. Devotio, per esempio, ha realizzato le cosiddette “mascherine sacre”, disponibili in più tipologie: da quelle bianche con lo stemma IHS, trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù, a quelle colorate che riproducono scene della Bibbia.

L’eucaristia in sicurezza

Cambia, in parte, il corredo di oggetti in dotazione al sacerdote, per l’eucaristia in sicurezza. Devotio segnala un nuovo modello di pisside, il contenitore per le ostie, dal coperchio girevole in plexiglass trasparente. E poi le piccole pinze con le quali distribuire l’eucaristia: un’immagine non proprio andata a genio a molti sacerdoti, secondo i quali certe novità anti-contaminazione da Covid rischiano, però, di “contaminare” la sacralità della cerimonia. Anche in chiesa entreranno probabilmente le barriere in plexiglass, per distanziare i fedeli anche dal sacerdote, al momento della confessione. Scelte che, comunque, ogni parrocchia farà autonomamente, decidendo a sua discrezione. Non servono, del resto, necessariamente i divisori tra un banco e l’altro: è sufficiente distanziarli e fare in modo che i fedeli si dispongano in modo sfalsato, senza occupare tutti i posti.

Un’iniezione digitale

Il ricorso alla tecnologia non manca e non è mai mancato: abbiamo visto come la Chiesa sia stata capace di adeguarsi alle esigenze di un mondo stravolto dalla pandemia e di una comunità di fedeli fisicamente lontana per necessità, ognuno confinato nelle proprie case (leggi l’articolo: E la Chiesa si riscopre social). Abbiamo assistito a celebrazioni (perfino funerali) in diretta streaming, per dare la possibilità di partecipare a chiunque volesse, seppur dalla propria camera.

Tra la nuova oggettistica sacra, Devotio include i piccoli altari domestici per pregare a casa, le app per prenotare la propria presenza a riti o celebrazioni (per il motivo di cui sopra, infatti, cioè l’obbligo del distanziamento sociale, è altamente probabile che la “capienza” degli edifici religiosi si ridurrà), apparecchiature per web-radio o web-tv parrocchiali utilizzabili per trasmettere messe e momenti di preghiera e impianti di amplificazione per la diffusione sonora all’esterno della chiesa.



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