Cattivi pagatori: nessuna segnalazione fino a settembre


Morosità congelata per tutta l’estate per chi ha chiesto un prestito garantito dallo Stato. Le novità del decreto Liquidità sui finanziamenti.
L’estate offrirà una lunga vacanza anche per i cattivi pagatori. Grazie al decreto Liquidità, chi ha attivato un prestito con la garanzia pubblica senza rispettare i patti non potrà essere segnalato alla Centrale rischi fino al 30 settembre 2020. È uno degli effetti del provvedimento appena licenziato dalle commissioni parlamentari Finanze e Attività produttive e approvato dalla Camera.
Tra le novità del testo che ora passa al Senato, e a cui si dovrà dare il via libera definitivo entro l’8 giugno, spicca l’autocertificazione per le richieste di prestiti garantiti dallo Stato. Occorrerà attestare che l’attività d’impresa è stata «limitata o interrotta dall’emergenza coronavirus» oppure «dagli effetti derivanti dalle misure di prevenzione».
In pratica, che l’attività è stata condizionata dalle chiusure obbligatorie o dal mancato flusso di persone a causa della quarantena. Si dovrà mettere nero su bianco anche che i dati forniti sono veritieri e completi e che il finanziamento servirà a «sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali localizzati in Italia».
Come già anticipato, aumenta il tetto massimo dei prestiti, dai 25mila euro previsti in precedenza agli attuali 30mila euro. La restituzione potrà avvenire entro 10 anni anziché in 6. Sono state introdotte maggiori garanzie per le imprese, ad esclusione di quelle che hanno la sede legale in un paradiso fiscale e che hanno accesso ai finanziamenti garantiti. Viceversa, il decreto apre le porte dei prestiti per la piccola e media impresa agli enti del Terzo settore. Per poter accedere ai finanziamenti con garanzia Sace, sarà vietato delocalizzare la produzione all’estero.
Altre novità: alberghi e terme potranno beneficiare di una rivalutazione gratuita dei beni d’impresa e delle partecipazioni che erano a bilancio al 31/12/2019. Per fiere e manifestazioni commerciali all’estero cancellate a causa del coronavirus, è previsto un credito d’imposta del 30% delle spese sostenute dalle imprese per loro la partecipazione.