Coronavirus: un nuovo studio sui ricoveri per infarto


In numeri assoluti, sono passati da 618 (di cui 176 donne e 442 uomini) a 319.
Durante il periodo di pandemia causata dal Covid-19, in Italia, è stata registrata una riduzione del 48,4% dei ricoveri per infarto miocardico acuto. Una percentuale che emerge da una ricerca appena pubblicata sull’European Heart Journal.
Lo studio ha analizzato il numero dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva coronarica di 54 strutture cardiologiche universitarie italiane associate nel “Ccu (Coronary Care Unit) Academy Investigator Group” per la settimana dal 12 al 19 marzo 2020 paragonandoli a quelli della stessa settimana dell’anno precedente.
Il professore Roberto Pedrinelli, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare e membro del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell’Universita` di Pisa, è uno degli autori dello studio coordinato dalla Società Italiana di Cardiologia (Sic) del cui consiglio direttivo il professore Pedrinelli stesso fa parte.
Secondo lo studio, come riporta una nota stampa dell’agenzia Adnkronos, la riduzione di ricoveri è stata pressoché uniforme al livello geografico fra nord (-52,1%), centro (-59,3%) e sud (-52,1%). In numeri assoluti i ricoveri sono passati da 618 (di cui 176 donne e 442 uomini) a 319 (di 76 donne e 243 uomini) e la mortalità è quasi raddoppiata, passando da 17 a 31 casi.
«I ricoveri per infarto miocardico acuto sono stati significativamente ridotti durante la pandemia di Covid-19 in tutta Italia, con un parallelo aumento della mortalità e dei tassi di complicanze – commenta Roberto Pedrinelli – e questo rappresenta costituisce un grave problema sociale, che richiede attenzione da parte delle comunita` scientifiche e sanitarie e delle agenzie di regolamentazione pubbliche».