Carte di credito rubate alle Poste all’insaputa dei proprietari


Le attivazioni abusive avvenivano con una tecnica che otteneva la cooperazione involontaria delle banche e dei clienti ignari. Spese anche nei casinò.
Rubavano carte di credito spedite tramite Poste italiane prima che arrivassero ai proprietari e le utilizzavano a loro insaputa: oggi, i Carabinieri hanno sgominato un’organizzazione criminale che aveva truffato migliaia di clienti ai quali le carte erano state spedite, intercettandole prima che giungessero a destinazione.
I membri della banda riuscivano anche ad attivare abusivamente le carte utilizzando una sofisticata tecnica attraverso cui riuscivano ad ottenere, con la cooperazione degli istituti di credito emittenti e dei destinatari stessi delle carte, i codici necessari.
L’agenzia stampa Adnkronos ci riporta che dalle prime ore di stamattina i Carabinieri del nucleo investigativo di Verbania, insieme ai colleghi dei Comandi provinciali di Napoli, Caserta e Bologna, stanno eseguendo 11 misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Napoli per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e all’indebito utilizzo di carte di credito di illecita provenienza attivate con metodi fraudolenti.
I profitti illeciti quantificati nell’operazione di polizia giudiziaria, che i Carabinieri hanno battezzato “Incognito”, sono quantificati in centinaia di migliaia di euro. Le indagini hanno accertato 133 episodi commessi da gennaio a maggio 2019, ai danni di 122 parti offese; sono state sequestrate 220 carte di credito.
I malcapitati titolari delle carte si accorgevano della truffa ai loro danni soltanto quando ricevevano l’estratto conto periodico, da cui risultavano gli indebiti utilizzi e i conseguenti addebiti e a quel punto denunciavano l’accaduto. È emerso che le carte venivano utilizzate sia a Napoli sia in altre zone d’Italia in modo massiccio, anche presso alcuni casinò in Slovenia oltre che per spese in negozi e prelievi presso sportelli bancomat italiani.
Il gruppo criminale era in grado di aggirare anche i sistemi di sicurezza attivati dalle banche e dagli istituti finanziari. Gli inquirenti spiegano che essi utilizzavano tecniche di ‘social engineering‘ e ‘spoofing‘ attraverso cui non solo riuscivano ad ottenere la disponibilità fisica delle carte – che venivano sottratte dai centri meccanizzati postali dislocati in tutta Italia – ma anche ad acquisire i dati sensibili sul conto dei clienti, come password e codici di accesso.
Avevano creato, infatti, «una vera e propria ‘struttura’ organizzata nella quale alcuni soggetti, che operavano dall’interno di un locale adibito ad ‘ufficio’ a Napoli, con metodi di ‘ingegneria sociale’ contattavano di volta in volta i destinatari delle carte, nonché uffici pubblici, banche ed istituti finanziari, cercando di ottenere i dati riservati necessari a poter attivare ed utilizzare le carte di credito che avevano a disposizione».
Lo spoofing è una nuova tecnica informatica che altera e maschera l’indirizzo di provenienza e in questo caso veniva utilizzata per camuffare i dati del chiamante, facendo credere al titolare della carta che la telefonata provenisse dalla banca. L’operazione dei Carabinieri è stata chiamata Incognito proprio per il nome di un software utilizzato dai truffatori per compiere questa attività.