La famosa parlamentare partecipa all’azione di disobbedienza civile per depenalizzare la coltivazione domestica. Una proposta di legge è in esame alla Camera.
La parlamentare Emma Bonino aderisce alla campagna di disobbedienza civile “Io Coltivo”, lanciata per la depenalizzazione della coltivazione di cannabis per uso personale. E lo fa con un gesto eloquente: pianta un seme sul suo terrazzo. La notizia ci arriva in redazione dall’agenzia stampa Adnkronos, alla quale la Bonino spiega: «Fino a quando la cannabis rimane proibita aiuta solo le mafie».
La campagna “Io Coltivo” è stata lanciata lo scorso aprile da “Meglio legale” e finora vi hanno aderito oltre 2.500 cittadini e 16 parlamentari: «Tutti hanno disobbedito coltivando piante di cannabis nelle proprie abitazioni», riporta la nota d’agenzia. I promotori sottolineano che «con questa campagna si vuole dar voce ed essere al fianco degli oltre 100mila italiani che ogni anno coltivano in casa per non dare soldi alle associazioni criminali».
Il gesto di Emma Bonino e quello dei parlamentari che come lei stanno coltivando cannabis in casa «vuole sottolineare la necessità di un dibattito politico serio e responsabile» sulla vicenda, spiegano gli organizzatori. Di recente, più di 100 parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per sensibilizzarlo sulla legalizzazione della cannabis.
Ma sul tema pendono proposte di legge attualmente in esame in Parlamento: una in particolare [1] punta alla decriminalizzazione della coltivazione di cannabis ad uso personale ed è attualmente incardinata in commissione Giustizia alla Camera. Questa iniziativa legislativa mira a rendere non punibile per il reato di detenzione a fine di spaccio chi «coltiva un numero limitato di piante di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, destinate a un uso esclusivamente personale».
Una proposta che mira a dare attuazione alle indicazioni della Corte di Cassazione che lo scorso dicembre, con una pronuncia a Sezioni Unite, ha stabilito che coltivare cannabis in casa non è più reato quando ciò avvenga in minime quantità: «Non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica destinate all’uso personale», ha affermato la suprema Corte, ricordando però che la coltivazione, al pari della detenzione personale, rimane un illecito amministrativo.
Se vuoi approfondire il tema puoi leggere anche questi articoli: “è legale coltivare cannabis?” e “coltivazione marijuana: quando non è reato“.
note
[1] Camera dei deputati, proposta di legge n. AC 2307 del 19 dicembre 2019.