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Arriva una nuova plastic tax

21 Luglio 2020 | Autore:
Arriva una nuova plastic tax

L’accordo sul bilancio pluriennale europeo prevede dal 1° gennaio 2021 un contributo sui rifiuti di imballaggi in plastica non riciclata di 80 centesimi al chilo.

A volte, ritornano. Stavolta, si tratta della plastic tax, l’imposta sulla plastica che era già prevista nella legge di Bilancio 2020 e sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° luglio, ma poi l’emergenza Covid l’ha fatta slittare al 1° gennaio 2021, insieme alla sugar tax sulle bevande edulcorate.

Colpisce gli imballaggi, alimentari e non, in materiali plastici, come bottigliette per acqua e bibite, buste, vaschette, tappi, pellicole e confezioni di packaging per un ammontare di 45 centesimi di euro per chilogrammo di plastica; l’aumento del costo della spesa è stato stimato in 140 euro all’anno per ogni famiglia.

Adesso, rispunta a livello europeo, anche se stavolta non riguarderà gli imballaggi nuovi ma colpirà i rifiuti in materiale plastico non riciclati: analizzando il Multiannual Financial Framework (Mff) ossia il bilancio di lungo termine dell’Unione, con validità settennale dal 2021 al 2027, si scopre che questa nuova tassa è stata appena inserita tra le voci di contribuzione degli Stati membri.

Il Mff è stato approvato all’alba di oggi, dopo 92 ore di negoziati, dal Consiglio Europeo, insieme al Recovery Fund, il piano straordinario di aiuti europei del valore di 750 miliardi di euro e di cui l’Italia beneficerà per 208 miliardi, di cui 127 di prestiti e 81 di sussidi a fondo perduto.

Il bilancio settennale europeo vale 1.074 miliardi di euro, che aggiunti al Next Generation Eu (lo strumento, finanziato a debito, che garantirà il reperimento delle risorse del Recovery Fund da assegnare agli Stati) forma una ‘potenza di fuoco’ di 1,82 bilioni di euro.

Ma il Mff è il piano finanziario che delinea il quadro di impiego delle risorse comunitarie: in particolare, fissa il livello massimo delle risorse per ogni singola categoria di spesa dell’Ue, per un periodo di sette anni. L’emergenza Covid e le esigenze di rilancio delle economie richiedono un finanziamento più consistente del bilancio Ue, che fino ad oggi deriva principalmente da tre fonti: le risorse proprie tradizionali (come i dazi doganali e le imposte sullo zucchero), l’Iva armonizzata e una quota del Reddito nazionale lordo di ciascuno Stato membro, poco più dell’1% annuo.

Da tempo, il Parlamento Europeo chiedeva l’introduzione di nuove risorse proprie; stamani le conclusioni del Consiglio Europeo contengono importanti aperture in questo senso, proprio a causa del sopravvenuto Recovery Fund che richiederà l’emissione di nuovo debito. A questo punto, gli Stati membri dovranno introdurre nuove risorse proprie, fonti di gettito, per finanziare il bilancio dell’Unione europea.

Questo significa, in altre parole, più tasse ed anche nuove tasse. Infatti, scorrendo le conclusioni del vertice europeo appena terminato, riepilogate dall’agenzia stampa Adnkronos, si legge che «anzitutto, in linea con gli obiettivi del Green Deal, si prevede di introdurre, dal 1°gennaio 2021, una nuova risorsa composta da una quota dei ricavi di un contributo nazionale calcolato sul peso dei rifiuti costituiti da imballaggi di plastica non riciclata, in ragione di 0,80 euro al kg, con un meccanismo di correzione per evitare effetti troppo regressivi sui contributi nazionali».

Una nuova plastic tax, dunque, diversa ed anche più pesante di quella introdotta a livello nazionale nella scorsa legge di Bilancio e non ancora entrata in vigore. I ricavi delle nuove risorse verranno utilizzati per ripagare il rimborso anticipato dei debiti contratti dalla Commissione per finanziare Next Generation Eu e, quindi, gli stanziamenti offerti agli Stati membri con il Recovery Fund. Si può dire, quindi, che la nuova plastic tax viene introdotta per finanziare una parte dei nuovi aiuti europei approvati oggi.

Dalle opposizioni si levano già le prime proteste: «fuori dalla retorica trionfalistica di queste ore, vanno dette alcune verità scomode. Siamo molto preoccupati per le tempistiche di erogazione delle risorse del Recovery Fund, per le condizionalità e per le nuove tasse. L’impatto della plastic tax europea che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021 sarà un salasso per un settore già penalizzato dalle scelte del governo Conte», dice il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza.



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