Il Dl Rilancio irrobustisce la misura: aumenta la quota ed il massimale del contributo a fondo perduto per imprese e professioni svolte in forma individuale.
Sostegno rafforzato per Resto al Sud, la misura che incentiva la nascita e lo sviluppo delle nuove attività imprenditoriali o professionali nelle regioni del Mezzogiorno. Il Decreto Rilancio ora convertito in legge [1] ha potenziato notevolmente lo strumento, in modo da farlo diventare una “versione rafforzata” rispetto all’impianto originario.
Tra le principali novità, c’è l’aumento dell’ammontare del contributo a fondo perduto: ora il massimale del finanziamento per le iniziative svolte in forma individuale passa da 50mila a 60mila euro, mentre rimane inalterato per le società (50mila euro per ogni socio, con un tetto 200mila euro se con 4 o più soci).
Inoltre, la percentuale del contributo a fondo perduto cresce dal 35% al 50% delle spese giudicate ammissibili; correlativamente, si riduce dal 65% al 50% la quota del prestito mediante finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le Pmi (piccole e medie imprese).
Infine, al completamento del loro progetto le imprese finanziate con Resto al Sud potranno ottenere un contributo aggiuntivo a fondo perduto di 15mila euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale, oppure di 10mila euro per ciascun socio (fino a un massimo di 40mila euro) se si tratta di società.
Queste novità si applicano alle sole domande presentate dopo il 19 luglio 2020 sulla piattaforma telematica del sito di Invitalia; chi aveva presentato la richiesta in precedenza rimane soggetto alle precedenti condizioni, anche se l’istanza è ancora in valutazione.
Resto al Sud si applica alle imprese (escluse le attività agricole ed il commercio) o attività professionali (svolte sia individualmente sia in forma societaria) con sedi nelle seguenti Regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, alle quali si aggiungono le zone colpite dagli eventi sismici del 2016-2017 nel Centro Italia (Lazio, Marche ed Umbria). I beneficiari devono avere età compresa tra i 18 ed i 45 anni.
Le spese ammissibili al finanziamento riguardano la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (con un massimo del 30% sul programma di spesa complessiva), l’acquisto di macchinari, impianti o attrezzature nuovi di fabbrica o di programmi informatici e servizi per tecnologie, informazione e comunicazione ed anche alcune spese di gestione (fino al 20% del programma di spesa) come l’acquisto di materie prime o di materiali di consumo, il pagamento di utenze e di canoni di locazione o leasing.
note
[1] Art. 245 bis D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, in Legge 17 luglio 2020, n. 77.