La virologa cinese Shi Zhengli, ricercatrice dei pipistrelli, esclude che l’infezione si sia propagata dal suo laboratorio e pretende le scuse dal presidente Usa.
Continua a far discutere la tesi dell’origine del Coronavirus in un laboratorio cinese: una tesi sostenuta soprattutto dagli Stati Uniti, che hanno accusato pubblicamente la Cina di averlo fatto partire da Wuhan. Oggi arriva una secca smentita a questa ipotesi. Promanata da un’autorevole scienziata cinese: è Shi Zhengli, 56 anni, virologa, che ha studiato i pipistrelli nelle grotte per più di quindici anni e che per questo viene chiamata “Bat Woman”.
«Il Coronavirus non è nato a Wuhan e il presidente americano Donald Trump deve scusarsi con la Cina per l’uso di slogan come ”virus di Wuhan” e ”Virus cinese”», afferma la ricercatrice in un’intervista alla rivista internazionale Science, rilanciata oggi in Italia dal Corriere della Sera. «Le affermazioni del presidente Trump che il Sars-CoV-2 è uscito dal nostro istituto contraddicono totalmente i fatti, danneggiano il nostro lavoro accademico e la nostra vita personale. Il presidente Trump ci deve le sue scuse», dice Shi Zhengli.
La ricercatrice replica così alle accuse americane: «La probabilità che il virus sia passato direttamente da un pipistrello a un uomo è molto bassa. Tendo a sostenere lo scenario dell’animale intermedio. Dove questo sia avvenuto non è ancora stato scoperto. Sappiamo dalla storia, come quella dell’Hiv (il virus dell’Aids), che i luoghi dove sono scoppiate le grandi malattie di solito non sono gli stessi in cui sono originate, vale a dire non sono quelle dove è accaduto lo spillover, il salto da animale a uomo».
Per questi motivi, Shi Zhengli è convinta: «Non credo che il passaggio sia avvenuto a Wuhan». Secondo la scienziata, il mercato «potrebbe essere stato solo un luogo affollato dove si è verificato un focolaio». E in particolare, riguardo alla possibilità che il Coronavirus sia stato originato nel suo laboratorio, Shi lo esclude e afferma: «Posso garantirlo sulla mia vita». Infine la ricercatrice lancia un appello alla cooperazione internazionale nella ricerca sulle origini del Coronavirus e degli altri virus emergenti: «Spero che gli scienziati del mondo possano lavorare uniti», conclude.