Sussidi per i nuclei familiari con componenti in età avanzata e bisognosi di aiuto economico: assegno sociale, pensione e reddito di cittadinanza.
La legge prevede, a favore delle famiglie con anziani o degli anziani che vivono soli, numerosi aiuti: la maggior parte dei benefici è rivolta ai disabili (ne abbiamo parlato in: Sussidi per anziani disabili), ma vi sono comunque importanti agevolazioni che spettano sulla sola base del reddito della famiglia e non della presenza di componenti con invalidità o handicap.
La pensione di cittadinanza, ad esempio, spetta alle famiglie i cui componenti abbiano almeno 67 anni, con un reddito ed un patrimonio entro determinate soglie. Se la famiglia, in stato di bisogno economico, è composta sia da over 67 che da persone più giovani, spetta il reddito di cittadinanza.
A chi ha compiuto 67 anni, non ha una pensione integrata al minimo e non ha altri redditi (o ha un reddito proprio e del coniuge piuttosto basso) spetta poi l’assegno sociale.
Facciamo allora il punto sugli aiuti alle famiglie con anziani: quali sono i sussidi che spettano agli anziani non disabili, quali sono i requisiti di reddito per ottenerli e quali altre condizioni devono essere soddisfatte.
Anche gli anziani già pensionati possono godere, comunque, di aiuti economici: vi sono infatti gli assegni familiari a favore di coloro che percepiscono una pensione, l’integrazione al minimo, la maggiorazione sociale e l’incremento al milione. Ma procediamo con ordine.
Indice
L’assegno sociale è un sussidio mensile che dal 1996 ha sostituito la pensione sociale. Si tratta di una prestazione economica di assistenza e non di previdenza, riconosciuta dall’Inps: che differenza c’è con le prestazioni di previdenza, o pensioni? A differenza delle pensioni (di vecchiaia, anticipata, di anzianità…), che spettano in base ai contributi versati, le prestazioni di assistenza, come l’assegno sociale, sono riconosciute a chi si trova in stato di bisogno economico e a prescindere da qualsiasi requisito assicurativo.
In particolare, l’assegno sociale spetta ai cittadini più anziani, dai 67 anni di età (il requisito anagrafico resterà tale almeno sino al 31 dicembre 2022), che hanno un reddito al di sotto di un certo limite e che non hanno diritto alla pensione diretta, cioè alla pensione di vecchiaia anticipata, di anzianità o ad altri trattamenti di previdenza. Fanno eccezione soltanto coloro la cui pensione si calcola col sistema integralmente contributivo: in questo caso, difatti, la pensione non è integrata al minimo e può essere, in parte, cumulata con l’assegno sociale.
L’assegno sociale ammonta a 459,83 euro al mese, per il 2020, ma può essere integrato dalle maggiorazioni sociali. Questo sussidio è erogato, come avviene per la generalità delle pensioni, per 13 mensilità: pertanto, la sua misura annuale è pari a 5.977,79 euro.
Il limite di reddito annuo per aver diritto al sussidio è pari a 5.977,79 euro, per il 2020, 11.955,58 euro per coloro che sono coniugati (ma in questo caso il limite si riferisce al reddito proprio e del coniuge).
I limiti di reddito previsti per le maggiorazioni sono differenti, così come lo sono i limiti e gli importi relativi all’assegno sociale a favore degli invalidi, o assegno sociale sostitutivo.
Per approfondire, leggi: “Assegno sociale 2020“.
Pensione di cittadinanza
La pensione di cittadinanza [1] è un sussidio economico mensile, esentasse, accreditato a favore delle famiglie composte esclusivamente da persone che hanno compiuto l’età pensionabile (sino al 31 dicembre 2022, pari a 67 anni) o da disabili gravi o non autosufficienti: è dunque una misura di contrasto alla povertà a favore degli anziani.
Il sussidio può spettare ai nuclei familiari composti da anziani o disabili privi di reddito, oppure può integrare la pensione, o l’assegno sociale, o la diversa prestazione spettante. Attenzione però: la pensione di cittadinanza non aumenta direttamente l’importo dell’eventuale trattamento spettante, ma viene riconosciuta con una carta acquisti, la carta Rdc/Pdc, una Postepay prepagata e ricaricata mensilmente dall’Inps. A breve, la pensione di cittadinanza potrà essere accreditata attraverso ulteriori modalità (accredito in banca o alle poste, ad esempio).
L’importo della pensione di cittadinanza è composto da due quote, la quota base, spettante a tutte le famiglie e la quota riconosciuta alle famiglie con mutuo o affitto a carico. In particolare:
- la prima quota, che integra il reddito percepito dai componenti della famiglia, ammonta a una soglia massima pari a 7560 euro annui, 630 euro al mese, per il primo componente; aumenta in base alla scala di equivalenza, che assegna il valore 1 al primo componente del nucleo, 0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni componente minorenne, sino ad arrivare a un massimo di 2,2 nelle famiglie con disabili; in presenza di più componenti e disabili gravi o non autosufficienti, si può dunque arrivare al massimo a 386 euro al mese, 16.632 euro annui;
- la seconda quota è riconosciuta alle famiglie che pagano:
- l’affitto dell’abitazione: in questo caso è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto, sino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui;
- il mutuo dell’abitazione: in questo caso è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui.
Per l’erogazione della pensione di cittadinanza sono previsti specifici requisiti, sia in capo al richiedente che ai componenti del nucleo familiare. Per conoscerli tutti, leggi: “Guida alla pensione di cittadinanza“.
Reddito di cittadinanza
Che cosa succede se in famiglia c’è un anziano, ma il nucleo non è composto esclusivamente da over 67 o disabili gravi? In questo caso la famiglia può avere lo stesso diritto alla pensione di cittadinanza, trovandosi in stato di bisogno economico? Nell’ipotesi in cui nel nucleo ci siano under 67 non disabili, sussistendo le condizioni si può aver diritto a un sussidio analogo alla pensione di cittadinanza: si tratta del reddito di cittadinanza. Questo sussidio consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà.
Possono ottenere il reddito di cittadinanza le famiglie con reddito complessivo tra 6mila e 13.200 euro annui, a seconda del numero dei componenti e delle loro condizioni. Per chi supera questa soglia, è possibile ottenere solo la quota di reddito di cittadinanza corrispondente all’affitto o al mutuo, purché la famiglia non superi, almeno, il limite di reddito Isee prescritto dalla legge.
Per il diritto al reddito di cittadinanza, gli immobili (case, terreni…) posseduti da tutti i componenti del nucleo, oltre alla prima casa, devono avere un valore non superiore a 30mila euro; il patrimonio mobiliare della famiglia (conti, carte prepagate, libretti, titoli, partecipazioni…) non può complessivamente superare i 6mila euro, se la famiglia è composta da una sola persona. Il limite aumenta in presenza di più componenti e di disabili.
L’indicatore Isee della famiglia (l’indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare) richiesto per il diritto al sussidio non può superare 9.360 euro, da rapportare alla scala di equivalenza.
Anche l’importo del reddito di cittadinanza è composto da due quote: la quota base, spettante a tutte le famiglie e la quota riconosciuta alle famiglie con mutuo o affitto a carico. In particolare:
- la prima quota, che integra il reddito percepito dai componenti della famiglia, ammonta a una soglia massima pari a 6000 euro annui, 500 euro al mese, per il primo componente; aumenta in base alla scala di equivalenza, che assegna il valore 1 al primo componente del nucleo, 0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni componente minorenne, sino ad arrivare a un massimo di 2,2 nelle famiglie con disabili; in presenza di più componenti e disabili gravi o non autosufficienti, si può dunque arrivare al massimo a 100 euro al mese, 13.200 euro annui;
- la seconda quota è riconosciuta alle famiglie che pagano:
- l’affitto dell’abitazione: in questo caso è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto, sino a un massimo di 280 euro al mese, 3.360 euro annui;
- il mutuo dell’abitazione: in questo caso è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui.
Il reddito di cittadinanza è riconosciuto, come osservato in merito alla pensione di cittadinanza, con una carta acquisti, la Carta Rdc. Con la carta Rdc è possibile non solo fare acquisti negli esercizi commerciali, ma anche pagare il mutuo e l’affitto tramite bonifico.
Assegni familiari
Gli assegni per il nucleo familiare, o Anf, spettano non solo ai lavoratori dipendenti, ma anche ad alcune categorie di pensionati, a seconda della composizione della famiglia: questi importi sono a carico dell’Inps e sono corrisposti sulla pensione.
Il beneficio, in particolare, è riconosciuto ai titolari di pensione a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, dei Fondi speciali di previdenza e dell’Enpals, nel caso in cui il reddito complessivo familiare sia al di sotto delle fasce stabilite ogni anno dalla legge.
L’ammontare degli assegni dipende dal reddito e dalla composizione della famiglia: può andare da pochi centesimi a oltre 1700 euro, a seconda dei requisiti posseduti. Per approfondire: Guida agli assegni familiari pensionati.
Aumento importo della pensione
Se l’anziano con un reddito basso beneficia di una pensione, o più precisamente di un trattamento di previdenza, spettante sulla base della contribuzione versata, può beneficiare di un aumento dell’assegno.
Può infatti ottenere l’integrazione al trattamento minimo e far arrivare la pensione a 515,58 euro al mese; può inoltre ottenere l’incremento al milione, per farla arrivare sino a 651,51 euro mensili, la quattordicesima, oppure beneficiare di detrazioni fiscali.
Per approfondire leggi l’articolo: “Come aumentare la pensione“.