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Contratto colf minimo ore settimanali

11 Novembre 2020
Contratto colf minimo ore settimanali

Il rapporto di lavoro domestico può prevedere anche un orario di lavoro ridotto rispetto all’orario pieno.

Stai cercando lavoro come colf. Sei consapevole che si tratta di un lavoro con una bassa paga oraria ma vorresti arrivare ad uno stipendio dignitoso. Ti hanno proposto, però, un lavoro a due ore settimanali. Vuoi sapere se c’è una soglia minima di ore a settimana che ti deve essere garantita.

E’ frequente che le famiglie che cercano una colf le propongano di lavorare solo per poche ore a settimana. In questi casi, però, non ci sono molte tutele per la lavoratrice. Infatti, il contratto colf non prevede un minimo ore settimanali. L’unico strumento in mano alla colf è, dunque, rifiutare la proposta e provare ad ottenere un contratto che preveda un orario di lavoro maggiormente soddisfacente.

Rapporto di lavoro domestico: cosa si intende?

Quando si parla di rapporto di lavoro domestico si fa riferimento al contratto tra il datore di lavoro, di solito una persona fisica o una famiglia, ed una collaboratrice domestica (colf o badante) alla quale viene richiesto di svolgere attività di pulizia, cura della casa, servizio ed assistenza alle persone.

In particolare, la colf è la classica cameriera domestica che si occupa soprattutto di pulizia della casa e di servizio a tavola. La badante, invece, è maggiormente orientata verso l’assistenza alle persone, soprattutto anziani, disabili e bimbi piccoli anche se le è comunque richiesto di svolgere attività di servizio accessorie all’attività assistenziale (es. preparazione pasti, etc.).

Per assumere una colf occorre porre in essere tutti gli adempimenti previsti per una normale assunzione, ossia:

  • comunicare l’assunzione al centro per l’impiego;
  • consegnare mensilmente il cedolino alla colf;
  • trattenere tasse e contributi dallo stipendio dalla colf e versarsi alle Entrate e all’Inps;
  • rilasciare ogni anno la certificazione unica alla colf;
  • gestire il rapporto con la colf nel pieno rispetto dei diritti previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva di settore (Ccnl lavoro domestico).

In ogni caso, esistono delle associazioni ad hoc che possono gestire con un compenso ridotto tutte le incombenze connesse all’assunzione di una colf.

Colf: a tempo pieno o part-time?

Una delle prime cose da concordare con la colf, prima di firmare la lettera di assunzione, è l’orario di lavoro. Il punto di partenza è l’esigenza del datore di lavoro. Quest’ultimo, infatti, potrebbe avere bisogno di una colf fissa, che vive insieme alla famiglia. In questo caso, il Ccnl lavoro domestico prevede che l’orario di lavoro normale della colf convivente sia pari a 54 ore a settimana. Se, invece, la famiglia ha bisogno di una colf a tempo pieno ma senza la convivenza l’orario normale è 40 ore settimanali.

In entrambi i casi, si tratta di un rapporto di lavoro a tempo pieno in quanto la colf deve lavorare per un numero di ore a settimana pari all’orario pieno.

Se, invece, le parti si accordano per un orario di lavoro inferiore alle predette soglie il rapporto di lavoro sarà a tempo parziale.

C’è un numero minimo di ore da rispettare? La risposta è no. Se c’è intesa tra le parti, il contratto di lavoro della colf può prevedere anche lo svolgimento dell’attività di lavoro per una sola ora a settimana.

Contratto colf a tempo parziale

Se le parti si accordano per un contratto di lavoro domestico a tempo parziale, la lettera di assunzione dovrà indicare in maniera precisa e puntuale la collocazione temporale dell’attività di lavoro della colf. In altre parole, nel contratto deve esserci scritto in quali giorni e in quale fascia oraria la colf deve rendere servizio presso la famiglia (es. dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 10).

La colf deve essere messa in condizione di programmare la sua vita extralavorativa e, se ne ha bisogno, deve anche essere in grado di cercare un altro lavoro nelle ore di riposo al fine di raggiungere, nell’insieme, una retribuzione dignitosa [1].

Le parti potranno, se le esigenze con il tempo cambiano, decidere di aumentare il numero di ore sottoscrivendo un apposito accordo di modifica del rapporto di lavoro part-time.

Ovviamente, con un contratto part-time, la colf guadagnerà meno in quanto lo stipendio viene rapportato al numero di ore effettivamente svolte.


note

[1] Art. 36 Cost.


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