Danno biologico da origine lavorativa: la tabella


In alcuni casi, il lavoro può essere fonte di pregiudizio per la salute del dipendente il quale può maturare il diritto ad un risarcimento.
Hai respirato per molti anni, sul posto di lavoro, sostanze tossiche. Hai maturato una patologia polmonare che ha ridotto il tuo stato di salute. Vuoi agire per essere risarcito e ti chiedi quanto puoi ottenere a titolo di indennizzo.
Il lavoro, purtroppo, non è sempre fonte di soddisfazioni e di successo. Per molti lavoratori, infatti, l’attività lavorativa è piuttosto causa di gravi patologie o di infortuni mortali. Proprio per questo, tutti i lavoratori italiani sono assicurati obbligatoriamente per i rischi che possono derivare alla loro salute dall’ambiente di lavoro presso l’Inail.
Per calcolare il danno biologico da origine lavorativa esiste la tabella Inail che è stata di recente modificata. Alla luce delle modifiche apportate, oggi, il lavoratore può ricevere un indennizzo maggiore rispetto al passato. Inoltre, sono state abolite le distinzioni relative al sesso del lavoratore.
Indice
Che cos’è il danno biologico da origine lavorativa?
Il lavoro è un’attività fondamentale per la vita dell’uomo e la Costituzione fonda l’intera Repubblica su questo valore [1]. Tuttavia, al di là dei principi costituzionali, molto spesso l’attività di lavoro provoca dei danni, anche molto gravi, alla salute del lavoratore. Basti pensare ai lavoratori che sono stati esposti per molti anni all’amianto e che, dopo molto tempo, hanno maturato patologie cancerogene all’apparato respiratorio.
Quando si parla di danno biologico da origine lavorativa si intende, per l’appunto, una lesione permanente dell’integrità psicofisica del lavoratore che è stata determinata dall’ambiente di lavoro.
Di solito, il danno biologico da attività di lavoro deriva da un infortunio, come ad esempio una caduta dall’alto, oppure da una malattia professionale, vale a dire, da un morbo che si è sviluppato a causa dell’ambiente di lavoro.
Tabella Inail per il danno biologico: che cos’è?
Consapevole che sul posto di lavoro possono esserci dei rischi per la salute e la sicurezza del dipendente, la legge obbliga i datori di lavoro ad assicurare i lavoratori presso l’Inail contro gli infortuni e le malattie professionali.
Grazie a tale copertura assicurativa, se il lavoratore si infortuna o sviluppa una malattia da lavoro può ottenere delle forme di tutela economica che possono andare da una indennità giornaliera percepita durante le giornate di assenza dal lavoro fino ad una vera e propria rendita vitalizia volta al ristorare il lavoratore dal pregiudizio subito a causa del lavoro.
La tabella Inail per il danno biologico contiene i criteri che devono essere utilizzati per stabilire il risarcimento del pregiudizio da origine lavorativa.
Secondo la legge il danno biologico da lavoro può essere risarcito in forma di capitale, vale a dire con l’erogazione di una somma una tantum, oppure in rendita, a seconda della percentuale di invalidità che è stata certificata.
In particolare:
- se l’invalidità è inferiore al 6% non è previsto alcun risarcimento;
- se l’invalidità è compresa tra il 6 ed il 16% l’indennizzo è erogato in capitale, utilizzando la tabella indennizzo danno biologico Inail;
- se l’invalidità supera il 16% l’indennizzo viene erogato sotto forma di rendita.
Tabella Inail: quanto spetta come danno biologico?
La principale novità della tabella Inail approvata nel 2019 [2], che ha sostituito la precedente del 2000 [3], è costituita dalla eliminazione di qualsiasi distinzione di genere nella determinazione del risarcimento spettante al lavoratore. Il fatto di essere uomo o donna, dunque, non incide più sul quantum che spetta al dipendente a causa del danno biologico di origine lavorativa.
Inoltre, i nuovi indennizzi sono più alti del 40% rispetto al passato posto che è stata applicata una maggiorazione rispetto alle precedenti tabelle. Il nuovo punto Inail è pari ad euro 1.430,68 e aumenta progressivamente con l’aumentare del grado di invalidità riscontrato.
La nuova tabella si applica per infortuni e malattie professionali che sono stati denunciati a decorrere dal primo gennaio 2019.
Occorre, inoltre, ricordare che, se nel corso del tempo, la malattia o le conseguenze pregiudizievoli dell’infortunio si aggravano il lavoratore può chiedere l’aggravamento e ottenere dunque un ulteriore risarcimento per la quota di danno biologico non coperta dal precedente indennizzo.
Danno biologico da lavoro: cosa rischia il datore di lavoro?
Nel nostro ordinamento, il datore di lavoro deve adottare tutte le misure di sicurezza necessarie ad evitare che il lavoratore possa subire rischi per la propria salute e la propria sicurezza mentre svolge la prestazione lavorativa [4].
Se la malattia professionale o l’infortunio sono stati determinati dal mancato assolvimento, da parte del datore di lavoro, di tale onere il lavoratore, oltre al danno biologico Inail, potrà chiedere al datore di lavoro il cosiddetto danno differenziale, ossia, la differenza tra il danno complessivamente subito, quantificato adottando i criteri civilistici, e quanto già ricevuto dall’Inail a titolo di indennizzo per il danno biologico.
note
[1] Art. 1 Cost.
[2] D.M. 45/2019.
[3] D.M. 12 luglio 2000.
[4] Art. 2087 cod. civ.