Il contratto di lavoro può prevedere il diritto del lavoratore ad ottenere una vettura da parte del datore di lavoro.
Sei un addetto alle vendite? Percorri ogni anno migliaia di chilometri per esigenze di servizio? Hai sentito dire che potresti ottenere l’uso di una auto aziendale? Vuoi sapere come funziona? Ottenere un’auto aziendale significa ricevere l’utilizzo di una vettura di proprietà del datore di lavoro per esigenze di lavoro.
Non sono molti gli italiani che hanno diritto a questo benefit. Per questo molto spesso aleggia un certo mistero e sorgono molte domande intorno all’auto aziendale: come funziona questo benefit? Che auto posso ricevere? Devo pagare delle tasse più alte? L’attribuzione dell’automobile al dipendente è regolata, essenzialmente, dagli accordi tra le parti. In ogni caso occorre sapere che questo benefit è una forma di reddito su cui si devono pagare le tasse.
Indice
Auto aziendale: cos’è?
L’auto aziendale è una vettura di proprietà del datore di lavoro oppure ottenuta tramite la stipula di un contratto di leasing o noleggio. L’azienda concede al dipendente l’uso dell’auto aziendale, soprattutto quando il lavoratore, per svolgere le sue mansioni, è costretto a percorrere molti chilometri di strada ogni anno.
Se il lavoratore deve effettuare sporadicamente dei viaggi di lavoro spesso riceve un rimborso delle spese sostenute per lo spostamento con la sua vettura privata. Quando, però, i chilometri percorsi sono tanti, può scattare l’attribuzione di questo benefit.
Auto aziendale: uso personale e di servizio
Ci sono due modalità di attribuzione dell’auto aziendale:
- ad uso lavorativo: il lavoratore può prendere la macchina solo per svolgere missioni di lavoro e non per le proprie necessità private;
- ad uso promiscuo: il dipendente può usare l’auto aziendale sia per lavorare che per finalità personali.
In questa seconda ipotesi, il lavoratore riceve un vero e proprio benefit che ha un suo valore economico. Basti pensare a tutti i soldi che ogni famiglia spende annualmente per l’automobile (bollo, assicurazione, manutenzione, rata del leasing, etc.).
Con l’auto aziendale ad uso promiscuo, salvo il costo del carburante, il dipendente può contare sull’utilizzo di una vettura senza sostenere le relative spese.
Auto aziendale: tassazione del benefit
Il benefit che riceve il dipendente al quale venga concesso l’uso promiscuo dell’auto deve essere assoggettato a tassazione Irpef perché rappresenta una forma di retribuzione indiretta (o in natura).
Ma quante tasse si pagano sull’auto aziendale? Il valore da assoggettare a tassazione dipende dalle caratteristiche della vettura. Il modello, la cilindrata, i cavalli rendono, infatti, maggiore o minore il valore economico del vantaggio ricevuto.
Ogni anno, vengono pubblicate in Gazzetta Ufficiale le tabelle ACI che contengono, per ogni tipologia di auto, il valore del fringe benefit da inserire nella busta paga e su cui calcolare tasse e contributi previdenziali.
La regola generale prevede che debba essere assoggettato a tassazione un importo pari al 30% del costo di percorrenza di 15.000 km/annui.
Se ricevi ad uso promiscuo un’auto Alfa Romeo, modello Giulietta 1.4 T Multiair, 150 cavalli e alimentazione a benzina, dovrai pagare tasse e contributi su un importo pari a 195,22 euro al mese.
Tale somma deriva dal seguente calcolo:
- valore del fringe benefit: costo chilometrico (52,06 centesimi) x 15.000 chilometri = 7.809 euro;
- imponibile fiscale: 30% del fringe benefit, ossia 2.342,64 euro;
- imponibile fiscale mensile: 2.342,64 / 12 mesi = 195,22 euro al mese.
Auto aziendale: meno tasse per i veicoli green
Per i veicoli immatricolati a decorrere dal 1° gennaio 2020 e per contratti di fringe benefit stipulati a decorrere dal 1° luglio 2020, la legge [1] ha introdotto un diverso calcolo della base imponibile da assoggettare a tassazione a seconda delle emissioni prodotte dal veicolo.
L’obiettivo è rendere più oneroso sul piano fiscale l’utilizzo di auto aziendali a forte impatto ambientale. Come abbiamo detto, infatti, le tasse sul benefit si calcolano assoggettando a tassazione il 30% del costo di percorrenza di 15.000 km annui.
Con il nuovo regime, la percentuale aumenta o diminuisce a seconda di quanto il veicolo è green.
In particolare:
- se il veicolo emette fino a 60 g/km di Co2 la percentuale di costo imponibile è del 25%;
- se il veicolo emette da 61 a 160 g/km di Co2 la percentuale di costo imponibile è del 30%;
- se il veicolo emette da 161 a 190 g/km di Co2 la percentuale di costo imponibile è del 40% (50% dal 2021);
- se il veicolo emette oltre 190 g/km di Co2 la percentuale di costo imponibile è del 50% (60% a partire dal 2021).
note
[1] L. 160/2019.