Secondo l’Agenzia per l’Italia Digitale, utilizzare una sola volta la Pec con un’amministrazione comporta restare per sempre nell’archivio di tutte le altre.
Chi ha una Pec corre il rischio di rimanere schedato negli archivi pubblici. Secondo il comitato di indirizzo dell’Agenzia per l‘Italia Digitale (che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri), e in virtù di quanto disposto dal decreto Semplificazioni, nel momento in cui un cittadino comunica a una pubblica amministrazione il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, tutte le amministrazioni hanno accesso a questo recapito per qualsiasi comunicazione e il titolare della Pec non può cancellarsi dall’archivio.
La segnalazione fa parte di un documento che l’Agenzia ha inviato al Governo con una serie di considerazioni sul dl Semplificazioni, documento di cui Il Sole 24 Ore ha svelato alcuni contenuti. Il rapporto acquisisce maggiore rilievo dal momento che il comitato che l’ha sottoscritto è indicato dalla normativa come l’organo di indirizzo strategico dell’Agenzia per l’Italia Digitale ed è composto da esponenti di alcuni ministeri e dai rappresentanti delle Regioni.
Secondo il comitato, dunque, può capitare che un cittadino che ha utilizzato la Pec solo una volta in vita sua per comunicare con la scuola dei figli si veda arrivare a quell’indirizzo una multa da un soggetto con cui non è mai entrato in contatto per quella via. Se ne deduce che, in questo modo, gli italiani diventano facilmente schedati dalla Pubblica Amministrazione.
Il documento, rivela ancora il quotidiano di Confindustria, parla anche del rischio di un aumento della corruzione e delle inadempienze da parte della «cosa pubblica» proprio a causa del decreto Semplificazioni. Le sanzioni -si legge – potrebbero restare sulla carta, visto che il provvedimento recentemente convertito in legge omette di indicare il soggetto che verifica le inadempienze sul processo di transizione digitale, in partenza dal 1° marzo 2021. D’altro canto, vengono cancellate le verifiche sui grandi appalti informatici. In sostanza, la Pubblica amministrazione è in grado di spendere ciò che vuole senza che un tecnico dello Stato possa controllare il perché.
Il comitato nutre anche dei dubbi sull’utilizzo dell’app IO, nella quale adesso tutte le amministrazioni devono inserire le loro applicazioni, comprese le scuole e le Asl, e sull’obbligo di rendere tutti i servizi dello Stato disponibili da remoto per permettere l’accesso allo smart working. Secondo l’organismo dell’Agenzia, il rischio di attacchi informatici diventa così più concreto.