Il ministro delle Politiche europee Enzo Amendola lancia l’allarme.
La bomba dalle colonne di Repubblica, che oggi lo ha intervistato: per il ministro agli Affari europei Enzo Amendola il tesoretto del Recovery Fund è in pericolo.
«Si potrebbe bloccare tutto», dichiara alla corrispondente del quotidiano dalla Germania, Tonia Mastrobuoni. Se così fosse, i 209 miliardi di euro che l’Italia aspettava per la sua ripartenza non sarebbero più disponibili.
Il possibile stop o allungamento dell’iter
Ma da dove nasce questo potenziale pericolo? Dopo l’ok alle risorse, è venuto il momento di entrare nella fase operativa: è qui che Amendola intravede il rischio impasse. «Gli accordi di luglio vanno implementati subito. Si è aperto però uno scontro tra Paesi come la Polonia e l’Ungheria – spiega il ministro – che non vogliono interferenze o condizionalità sullo stato di diritto, e i cosiddetti frugali, che spingono perché lo stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi». La procedura potrebbe subire un allungamento o, secondo Amendola, addirittura uno stop.
«L’articolo 7 e le procedure sullo stato di diritto sono fondamentali – prosegue il responsabile del Governo italiano per le Politiche europee -. La Germania ha un ruolo determinante in questo, sta lavorando a una mediazione. Al contempo bisogna negoziare con il Parlamento Ue. Purtroppo rischiamo di finire in una strettoia che allunga i tempi del Recovery. La Presidenza tedesca deve portare a casa questa mediazione. Se la discussione continua così, con questi toni e con minacce di veto, dal mio punto di vista al di fuori della logica comunitaria, si potrebbe bloccare tutto. Lavoriamo con la Germania per una via d’uscita».
Verso un accordo sull’immigrazione
Non è l’unico aspetto che assorbe le sue attenzioni: lo scontro in Europa è anche su altri temi, come l’immigrazione, sul quale l’atteggiamento di chiusura del blocco Visegrad ha inciso e incide fortemente.
«Vogliamo passare alla presidenza tedesca anche un accordo serio, che chiuderebbe dieci anni di debolezze europee – afferma il ministro -. In pochi mesi metteremmo in soffitta l’austerity e la mancanza di solidarietà sui migranti che sono stati la causa del populismo e di molti problemi di politica interna. Ovvio che sarà un accordo complicato. La bozza della Commissione comunque è importante perché apre finalmente un negoziato, anche se c’è ancora molto lavoro da fare».
«Su alcune cose siamo contenti – afferma Amendola -. Il meccanismo di Malta che abbiamo messo in moto l’anno scorso in questa bozza diventa obbligatorio, parlo della solidarietà per i salvataggi in mare. Ma la politica di entrata e uscita, di gestione dei confini, cioè di entrate legali e rimpatri, è ancora troppo poco delineata. L’opzione della sponsorizzazione va approfondita. Angela Merkel dal 2015 ha assunto un ruolo positivo e importante sul tema. Ma ci vuole uno sforzo in più».