Covid: impossibile accorciare la quarantena


L’isolamento si deve concludere dopo almeno 10 giorni ma serve un test: se anticipato, il risultato potrebbe essere ingannevole.
Per logica, il costante aumento dei contagi da Covid dovrebbe comportare un incremento di contatti avvenuti con persone che, senza saperlo, erano positive al coronavirus. In pratica, se oggi vengono rilevati, per dire, 10mila nuovi casi significa che fino ad oggi quelle 10mila persone positive sono state a contatto e possono aver infettato chissà quante altre. Da qui, la necessità del tracciamento e la conseguente quarantena.
In base alla circolare del ministero della Salute con le «indicazioni per la durata ed il termine dell’isolamento e della quarantena», chi è entrato in contatto con una persona risultata positiva al Covid ed è asintomatico deve restare in quarantena. Ciò significa osservare un periodo di «restrizione dei movimenti, per la durata dell’incubazione, di persone sane, ma che potrebbero essere state esposte a un agente infettivo o a una malattia contagiosa» allo scopo di «monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi».
La durata è variabile, ovvero:
- 14 giorni dall’ultimo contatto con il soggetto risultato positivo;
- 10 giorni dall’ultimo contatto se viene effettuato il decimo giorno un test antigenico o molecolare che risulta negativo.
Non è possibile, da asintomatici, accorciare la quarantena anticipando il tampone: se il test venisse eseguito troppo presto, potrebbe certamente risultare negativo oggi ma positivo domani nel caso l’incubazione fosse in corso. Insomma, il risultato non darebbe un’affidabilità tale da poter interrompere l’isolamento. Non a caso, spiega il ministero della Salute, la percentuale di «falsi negativi» si riduce al massimo dopo 8 giorni. Insomma, per il bene di tutti, tanto vale aspettare.