Lenti fotografiche, differenze e diversi risultati


Le componenti fondamentali di qualsiasi attrezzatura fotografica, dagli smartphone più economici fino ad arrivare alle fotocamere professionali.
Stai cercando di capire la differenza tra le varie lenti fotografiche in commercio? Vuoi acquistare uno smartphone o una fotocamera professionale e non sai come muoverti? Se vuoi capire alcuni aspetti fondamentali degli obiettivi fotografici sei nel posto giusto. In questo articolo, parleremo di lenti fotografiche, differenze e diversi risultati tra un modello e l’altro e tra due distinti supporti: smartphone e fotocamere professionali.
L’epoca in cui viviamo è un’epoca in cui fotografare i vari momenti di una giornata è diventato routine. Una volta le foto erano molto meno frequenti e riservate a periodi particolari della nostra vita: viaggi, ricorrenze, compleanni, matrimoni. Oggi, la facilità con cui si ha accesso a strumenti per scattare fotografie ha cambiato completamente la frequenza degli scatti. Ma conosciamo qual è il meccanismo con cui il nostro click si tramuta in scatto? La maggioranza di noi no. Protagonista della qualità delle nostre foto è sicuramente la lente, sia che abbiamo davanti una fotocamera professionale, sia che si tratti di uno smartphone.
Sono tanti gli aspetti da considerare quando si valuta una lente, a partire dai materiali di produzione, dallo schema ottico e da morfologia e posizionamento, che determinano la distanza focale. L’obiettivo fotografico, infatti, è composto da un numero variabile di lenti, disposte internamente in gruppi e combinazioni differenti, che permettono di raccogliere la luce ed indirizzarla verso la pellicola o il sensore digitale e catturare l’immagine.
La qualità delle lenti fotografiche determina l’aspetto che assumerà l’immagine indirizzata alla pellicola o al sensore. Dalle lenti dipende la resa della scena catturata, la nitidezza del soggetto, la sfocatura dello sfondo e tanti altri fattori imprescindibili per la riuscita dello scatto.
Indice
Elementi fondamentali delle lenti fotografiche
Distanza (o lunghezza) focale
Fisicamente, è la distanza fra il centro ottico dell’obiettivo e il piano di messa a fuoco (cioè il sensore). Viene misurata in millimetri ed è sempre indicata all’esterno dell’obiettivo. Poniamo il caso di un obiettivo composto da una sola lente fotografica: la distanza focale rappresenta i millimetri che separano tale lente dal sensore. La relazione con l’angolo di campo (l’estensione angolare del campo ripreso sul fotogramma) determinerà le dimensioni delle inquadrature: a distanze focali minori corrispondono angoli di campo maggiori e quindi inquadrature più allargate e viceversa.
Diaframma
Il diaframma è un meccanismo che riesce a regolare la quantità di luce che attraversa l’obiettivo e che incide sul sensore. Generalmente è posizionato all’interno dell’obiettivo, ortogonalmente all’asse ottico.
Messa a fuoco
Dal punto di vista ottico, la messa a fuoco è il procedimento che permette di regolare la distanza fra l’obiettivo e il supporto fotosensibile (pellicola o sensore) per restituire immagini nitide a diverse distanze. Dal punto di vista meccanico, è un dispositivo che si posiziona sia nel corpo della macchina, sia nell’obiettivo: attraverso un motore di messa a fuoco, posizionato nell’obiettivo, le lenti vengono allontanate o avvicinate sull’asse ottico per focalizzare l’immagine. Il motore di messa a fuoco è spesso regolato da un chip interno, ma sono presenti ancora sul mercato prodotti che consentono l’intervento manuale.
Diametro
Il diametro della lente dipende dalla distanza focale massima dell’obiettivo, della sua massima apertura del diaframma e dalle componenti scelte dalla marca produttrice. Il suo valore è indicato in millimetri direttamente sulla corona dell’obiettivo fotografico. I valori numerici più diffusi sono 58mm, 72mm, 77mm, 82mm. Attraverso questa misura in millimetri sapremo quali accessori sono compatibili con il nostro obiettivo e quali invece necessitano di adattatori.
Tiraggio
Il tiraggio è la distanza tra il piano del materiale fotosensibile (pellicola o sensore digitale) ed il piano del bocchettone d’innesto per gli obiettivi. I due piani sono necessariamente paralleli per costruzione. Stiamo quindi parlando solo di prodotti con obiettivi intercambiabili e non fissi. È differente da marca a marca e questo impedisce l’adattamento di componenti di diverse case produttrici, a meno di adattatori particolari che spesso, però, compromettono sia l’apparecchio, sia la qualità dell’immagine.
Ottiche fisse e Ottiche zoom
Gli obiettivi fotografici si dividono in due grandi categorie: obiettivi ad ottiche fisse e obiettivi ad ottiche zoom. La prima categoria è caratterizzata da distanza focale e angolo di campo fissi. La seconda categoria supporta obiettivi a distanza focale, inquadrature e angolo di campo variabili.
Ottiche fisse
Le ottiche fisse sono le ottiche tradizionali e per molto tempo sono state anche le uniche a disposizione. Lo schema ottico è più semplice e soggetto a meno vincoli; questo permette un’apertura del diaframma maggiore e qualità dell’immagine sempre alta. La minor flessibilità delle ottiche fisse costringe il fotografo a spostarsi fisicamente per scatti di diversa inquadratura, ma nonostante ciò restano le più diffuse tra i professionisti.
Ottiche zoom
Caratterizzate da grandi capacità di adattamento, grazie a gruppi ottici complessi che modificano velocemente l’assetto delle lente. L’obiettivo zoom permette di scattare foto a più distanze focali e questo rende lo scatto veloce e versatile.
Differenze tra obiettivi fotografici
Sul mercato sono presenti numerosi modelli di obiettivi fotografici, diversi per distanza focale ed angolo di campo. Lo standard di riferimento è il 35mm (detto anche 135), l’obiettivo delle reflex analogiche per intenderci e delle moderne reflex/mirrorless (appunto prive di specchio reflex) a formato pieno; per sistemi APSC (Advanced Photo System – Classic o Micro Four Thirds (fotocamere a formato ridotto) si applica il fattore di ritaglio (fattore di crop) specifico, che indica il rapporto fra la diagonale di un tradizionale sensore di 35 millimetri e la diagonale del sensore di immagini di una fotocamera digitale, che serve ad ottenere l’angolo di campo equivalente catturato dalle ottiche su quel sistema.
Obiettivo normale
È l’obiettivo che ripropone la vista del nostro occhio (senza visione periferica). Guardando attraverso questi obiettivi avremo la stessa visuale che abbiamo ad occhio nudo perché l’obiettivo inquadra un angolo di campo identico a quello oculare. Per decenni unico corredo a disposizione dei fotografi, hanno una grande diffusione ancora oggi. Distanza focale: 35-50mm.
Obiettivo zoom tuttofare
Ideale per un paesaggio e un ritratto (l’obiettivo standard è un 18-55 mm). Versatile e veloce, permette lo scatto di più tipologie di foto senza variare l’equipaggiamento. La qualità base è buona (come negli obiettivi 18-135mm o 18-200mm), con esempi di ottima qualità per sistemi APS-C e full frame (formato pieno) presenti sul mercato, come il Canon 17-55 o il Canon 24-70.
Obiettivo grandangolo
L’obiettivo grandangolo è caratterizzato da una distanza focale bassa: 8mm – 24mm. Questo consente un angolo di campo molto ampio e quindi un’inquadratura estesa. Ideale per catturare ampi spazi o scene caratterizzate da tanti elementi.
Teleobiettivo
La distanza focale standard può variare dai 75 ai 200mm, fino a superare anche i 1000mm. Questo consente di focalizzare un angolo di campo limitato, ideale per catturare oggetti o scene lontani. È molto utilizzato per la fotografia sportiva, naturalistica e per i ritratti. Focali elevate e diaframma aperto, infatti, permettono di separare nitidamente l’oggetto dallo sfondo.
Obiettivi fotografici professionali
Obiettivo decentrabile
Un obiettivo decentrabile (o tilt-shift) consente correzioni prospettiche delle foto in fase di ripresa con lo spostamento del centro del gruppo ottico rispetto al centro del supporto di registrazione e mantenendo l’asse ottico normale al piano focale. Questa particolare funzionalità trova grande applicazione in architettura, dove spesso è importante correggere le alterazioni della prospettiva. Gli obiettivi decentrabili permettono di cambiare il piano di messa a fuoco, proprio per evitare queste alterazioni della prospettiva. Lo spostamento verso l’alto o verso il basso consente di cambiare il punto di vista senza inclinare la fotocamera.
Obiettivo per macrofotografia
Gli obiettivi macro sono studiati e progettati per essere performanti soprattutto a distanze di messa a fuoco ridotte e hanno quindi una resa più nitida per i primi piani. Nonostante questo vengono utilizzati con successo anche per catturare soggetti comuni da distanze normali. Il rapporto di produzione minimo è 1:1 e questo consente la riproduzione di dettagli molto piccoli con distanza di messa a fuoco minima. Un buon obiettivo macro deve avere un moltiplicatore 1x che garantisce un’immagine 1:1.
Accessori e loro funzione
Lo stabilizzatore d’immagine
Anche il fotografo più “fermo” del mondo produrrà movimenti impercettibili: il battito del cuore, il respiro, i movimenti muscolari sono tutti dettagli che incidono sulla resa finale. Lo stabilizzatore è un dispositivo che compensa i micromovimenti della fotocamera al momento dello scatto. Generalmente è presente all’interno del barilotto (parte esterna obiettivo) anche se nuove fotocamere mirrorless includono un sistema di stabilizzazione a 5 assi direttamente nel corpo macchina.
Paraluce
Si applica sulla parte anteriore della lente, innestato al barilotto. Protegge la lente dai raggi solari e dalle distorsioni che provocherebbero incidendo direttamente su essa.
Filtri
Si applicano anch’essi sulla parte frontale della lente: di vari modelli e funzionalità, apportano delle modifiche alla luce che incide sul sensore della telecamera. Come anticipato nel paragrafo sul diametro, in base alla misura di quest’ultimo sapremo quale filtro è compatibile con la nostra fotocamera.
Lenti smartphone vs lenti fotocamera digitale
Le differenze si riscontrano innanzitutto nella modalità con la quale si effettuano gli scatti. Con uno smartphone possiamo incidere sulla riuscita della foto regolando lo zoom o il flash e possiamo allargare o restringere il campo visivo con le nostre dita. La foto scattata sarà archiviata nella memoria del nostro telefono.
Una fotocamera digitale, invece, ha una vera e propria “dashboard” con tasti che ci permettono di settare la qualità e le caratteristiche di uno scatto in maniera più professionale: le foto vengono archiviate in una scheda memoria dedicata e restano disponibili per il trasferimento su altro supporto digitale attraverso il cavo USB.
Qualità delle immagini
La fedeltà di riproduzione, in termini di pixel, è sicuramente superiore nella fotocamera. Lo smartphone, seppur con grossi miglioramenti anno dopo anno, resta indietro in termini di nitidezza. Anche le azioni che effettuiamo hanno risultati diversi: se zoomiamo con lo smartphone rimpiccioliamo di fatto lo sfondo per avere in primo piano un oggetto o una scena o un soggetto; zoomare con la fotocamera digitale permette una ricchezza di particolari superiore e priva di distorsioni.
Con il flash, indispensabile per regolare la giusta luminosità, la differenza è sostanziale, così come il tempo di scatto (velocità dell’otturatore), fondamentale per catturare immagini in movimento. Uno smartphone non si avvicina ancora alla rapidità di esecuzione di un apparecchio digitale e la foto risulterà sempre più mossa o in ritardo.
Obiettivi
Generalmente, l’obiettivo di uno smartphone è fisso e di piccole dimensioni mentre una fotocamera digitale reflex, come abbiamo visto, può supportare obiettivi intercambiabili in base al tipo di foto che si vuole scattare ed i base alle diverse esperienze fotografiche. Il livello di “personalizzazione” di un apparecchio digitale è superiore a quello di uno smartphone.
Insomma, prima di valutare a quale prodotto approcciarsi è importante tenere bene a mente quale esigenze avete e quali risultati volete ottenere.
Di Danilo Stancato