Covid: ora in Campania si minaccia il lockdown


Il sindaco di Napoli, De Magistris: restano appena 15 posti liberi in terapia intensiva. E attacca De Luca: «Ha impedito ai medici di dire la verità».
Dopo il coprifuoco annunciato (ma non ancora ufficializzato) in Lombardia da dopodomani, un’altra Regione si prepara a restare confinata in casa: la Campania. Ma non solo di notte e non solo all’interno dei propri confini: questa volta, si parla di un vero e proprio lockdown. Tutti chiusi in casa per contrastare l’impennata di contagi e, soprattutto, per evitare che la situazione negli ospedali diventi insostenibile.
L’ipotesi della quarantena forzata non arriva questa volta dal governatore Vicenzo De Luca, noto per le sue posizioni piuttosto drastiche nel combattere la trasmissione del Covid (è stato il primo a chiudere le scuole per 15 giorni). È il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a prevedere l’inevitabile: «Andremo sicuramente al lockdown in Campania», ha avvertito questa mattina alla trasmissione Radio anch’io di Radio Rai. Il perché è subito detto: «Sono rimasti 15 posti in terapia intensiva», svela il primo cittadino partenopeo. «Adesso il tema centrale è: facciamo presto».
Per De Magistris, «il problema non sono i ragazzi. Non prendiamocela con i cittadini che hanno avuto in gran parte un atteggiamento responsabile», commenta. Con chi bisogna prendersela allora, sindaco? «Penso ci siano stati errori molto gravi della Regione – attacca De Magistris – e non è uno scaricabarile, i numeri parlano da soli. Le persone a casa sono sole, appena aumenta la febbre vanno in ospedale, il virus è fuori controllo, la medicina territoriale è stata smantellata già prima della pandemia. De Luca – affonda il primo cittadino – ha vietato anche ai medici di dire la verità. Il tampone viene fatto dopo molti giorni».