Tra i tanti danni del Coronavirus e delle sue dirette conseguenze, come il cambio di abitudini, c’è anche un possibile peggioramento della salute dentale.
La pandemia ha prodotto danni incalcolabili, alla salute e non. L’ultima scoperta è che il Coronavirus possa indirettamente incidere anche sulle condizioni di denti e gengive. Non ne è responsabile il Covid di per sé, ma alcuni dei cambiamenti che ha apportato. Per esempio, ha moltiplicato angoscia e stati d’ansia: di essersi ammalati/aver contagiato a propria insaputa, di subire sul lavoro le conseguenze della crisi, di non poter abbracciare i propri cari ecc.
In tanti si sono inoltre ritrovati a cambiare le proprie abitudini professionali. Il lavoro si fa sempre più smart, sfruttando la tecnologia: c’è chi apprezza e poi, invece, c’è chi non ha ancora metabolizzato la novità di lavorare da casa.
Il risultato è che stanno aumentando un po’ dappertutto bite e fratture dentali. Un incremento, rispetto al 2019, notato per la prima volta negli Stati Uniti, pari a un +120% delle rotture dei denti, un +36% di chi li digrigna e un +18% di carie, ma il fenomeno sta interessando anche l’Italia, tant’è che la Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) ha lanciato l’allarme al XXI congresso nazionale di Firenze, appena terminato.
Secondo gli esperti, sarebbero soprattutto l’ansia causata dal distanziamento sociale e lo stress da smart working ad aumentare il bruxismo. «Dopo il lockdown abbiamo registrato un generale peggioramento delle condizioni orali e parodontali e tra le varie complicanze spicca anche una maggiore incidenza delle fratture dentali», ha spiegato Luca Landi, presidente Sidp, all’agenzia di stampa Adnkronos.
«La causa – continua Landi – oltre alla mancanza di visite di controllo e alla scarsa igiene orale, è riconducibile anche alla maggiore ansia determinata dal distanziamento sociale. Molte persone infatti somatizzano lo stress nel cavo orale, con attività come il bruxismo o il serramento dei denti che a lungo andare possono deteriorare le superfici dentali e causare fratture, dolore alla mascella, sensibilità dentale, emicrania e aumento della mobilità dentale nei pazienti con parodontite più gravi, di stadio III e IV».
Lo stress da smart working, invece, riguarda soprattutto l’aumento delle ore e dei carichi di lavoro: spesso gli orari saltano e si resta davanti al pc per molto più tempo del dovuto. In Italia, come spiega Landi, «a oggi non esistono dati certi, ma il trend di un aumento del bruxismo è di oltre +30% delle richieste di bite».