Covid, gli aiuti per chi chiude: cosa prevede il decreto


Proroga della cassa integrazione e finanziamenti, anche a fondo perduto, per chi ha dovuto chiudere in tutto o in parte. Ecco i soldi stanziati.
Verrà approvato oggi dal Consiglio dei ministri, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il cosiddetto decreto Ristori, un pacchetto di aiuti da quasi 7 miliardi di euro per le attività che sono state costrette a chiudere o a limitare in maniera importante la loro attività a causa del Dpcm con le misure anti-Covid entrato in vigore ieri fino al 24 novembre.
Una parte di questo pacchetto è destinata a finanziare un’ulteriore proroga della cassa integrazione d’emergenza. Si parla di altre 9-10 settimane da utilizzare entro il mese di febbraio 2021 che si aggiungerebbero a quelle previste dalla manovra. Il Governo deciderà oggi se questo periodo di cassa, che costerà oltre 2,5 miliardi di euro, verrà interamente finanziato dallo Stato o se le aziende interessate dovranno contribuire in parte.
Alla proroga della cassa integrazione Covid si legherebbe quella del divieto di licenziamento su cui discuteranno domani Governo e parti sociali.
Inoltre, così come accordato prima del Consiglio dei ministri, il decreto concederà:
- 300 milioni di euro a sostegno degli enti fieristici;
- 180 milioni per i lavoratori dello sport;
- 150 milioni da usare per il credito d’imposta sugli affitti commerciali dei mesi di ottobre, novembre e dicembre;
- 105 milioni per finanziare l’esenzione dalla seconda rata Imu in scadenza il 16 dicembre;
- 200 milioni di euro per l’erogazione di un’ulteriore mensilità del reddito di emergenza;
- 60 milioni destinati alle forze dell’ordine impegnate nei controlli sul rispetto delle misure del Dpcm.
I settori della cultura e del turismo riceveranno complessivamente oltre 1 miliardo di euro. Nel dettaglio:
- 680 milioni di euro per finanziare l’indennità da 1.000 euro destinata ai lavoratori stagionali e dello spettacolo;
- 400 milioni per le agenzie turistiche;
- 100 milioni per il cinema;
- 50 milioni di euro per le imprese culturali.
Non è finita: ci sono poi i contributi a fondo perduto a cui potrebbero avere accesso anche i titolari delle attività danneggiate dal Dpcm ma non del tutto chiuse. In particolare, si pensa ad un ristoro:
- al 100% per gli esercizi e le attività che, dovendo chiudere alle 18, possono contenere le perdite e continuare a lavorare (ad esempio le gelaterie o le pasticcerie);
- al 150% per chi ha un danno parziale, come i ristoranti che sono aperti a mezzogiorno e che possono fare servizio d’asporto la sera;
- al 200% per chi deve chiudere del tutto, come le palestre, i cinema, i teatri, ecc.;
- al 400% per le attività che erano chiuse già prima dell’entrata in vigore del Dpcm, come le discoteche.
I beneficiari verranno individuati dai codici Ateco.