Dpcm: la durissima e «piccata» risposta di Renzi a Conte


Il leader di Italia Viva: «Così aumentano i disoccupati. Dire no al Mes è puro masochismo. Siamo in maggioranza, ma non siamo Yes Man».
Nuovo episodio nel botta e risposta tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte sul Dpcm entrato ieri in vigore. Prima, era stato il presidente del Consiglio a lanciare dalle pagine del Fatto quotidiano un appello alla responsabilità da parte di tutti i componenti della maggioranza e a «non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi». Un riferimento apparso chiaramente indirizzato al leader di Italia Viva, che ieri aveva criticato alcune delle misure anti-Covid varate dal Governo ed invitato Conte a modificare, se non addirittura a togliere, certi divieti che riguardavano i locali pubblici ed il settore della cultura e dello spettacolo (leggi anche l’articolo Conte: ecco perché ho chiuso).
La replica di Renzi non si è fatta attendere. L’ex inquilino di Palazzo Chigi non ci va per il sottile: «Leggo polemiche sulla nostra semplice richiesta al premier di rivedere il Dpcm», scrive l’ex presidente del Consiglio sulla sua pagina Facebook. «Chiudendo ristoranti alle 18 e chiudendo i luoghi della cultura non diminuiscono i contagiati: aumentano solo i disoccupati. Chiedere di riflettere su basi scientifiche e non su emozioni passeggere è un atto di responsabilità contro la superficialità».
Scrive ancora Renzi: «E a chi ci chiede: dite queste cose al tavolo di maggioranza ricordo che stiamo aspettando da oltre un mese il tavolo politico che abbiamo chiesto e che sarà convocato dopo gli Stati Generali dei Cinque Stelle».
Il capo di Italia Viva riflette anche su scuola e sanità: «I professori e gli studenti sono bravissimi ma la scuola sta pagando la mancanza di organizzazione, dai trasporti alla mancanza dei tamponi rapidi. Servono i test, non i banchi a rotelle. E servono i soldi del Mes: continuare a dire NO al Mes in questa fase non è ideologia ma è puro masochismo. Chiedere di organizzarsi meglio – continua Renzi – non è lesa maestà ma buon senso. Siamo in maggioranza ma non siamo mai stati e mai saremo Yes Man».