L’ultimo decreto non contiene divieti espliciti di ricevere ospiti in casa e uscire con mezzi di trasporto pubblici e privati, ma raccomanda fortemente di non farlo.
Si è parlato di simil lockdown non a caso, in riferimento all’ultimo Dpcm. Il provvedimento firmato dal presidente del Consiglio il 25 ottobre non vieta espressamente gli spostamenti da casa o dalla propria città, né di invitare persone nella propria abitazione. Ma raccomanda fortemente di non farlo.
Un divieto esplicito, al posto della raccomandazione, avrebbe dato luogo, di fatto, a un lockdown, cosa che il Governo, almeno finora, si è detto intenzionato a evitare o quantomeno a contemplare solo come extrema ratio. Ma è del tutto legittimo chiedersi cosa rischia chi viola le raccomandazioni. A questa domanda, questa testata ha già risposto in un approfondimento ad hoc: “Nuovo Dpcm: se esco da casa rischio la multa?“.
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La circolare del Viminale
Adesso, il ministero dell’Interno ha deciso di intervenire per fare chiarezza, spiegando che chi non si allinea alle raccomandazioni del decreto non rischia la multa.
Il Viminale lo ha puntualizzato in una circolare, firmata dal capo di gabinetto Bruno Frattasi, dove si sollecita «l’adozione di comportamenti ispirati alla massima prudenza e al senso di responsabilità dei singoli», nonostante violare le raccomandazioni non abbia come conseguenza delle sanzioni.
Meglio non avere ospiti in casa per un principio di «massima cautela»
In particolare, sul documento si legge che «per quanto riguarda il ricevimento di ospiti presso la propria abitazione», si raccomanda di evitarlo «salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza. Va da sé che anche ove ricorrano tali particolari circostanze andranno seguite le regole prudenziali legate all’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree».
Poi, la precisazione: «Si ribadisce a beneficio dell’attività degli organi accertatori, che le previsioni del Dpcm esplicitate in forma di raccomandazione non determinano, nel caso di comportamenti difformi, l’irrogazione di sanzioni». Lo scopo, viene spiegato, è quello di «adeguare i propri comportamenti, anche nella sfera privata, a un principio di massima cautela».
Preferibile spostarsi solo se indispensabile
Un’altra delle raccomandazioni del Dpcm è quella di «non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi». Neanche in tal caso si potrà essere multati.
«Trattandosi di raccomandazione – puntualizza la circolare – non occorre che le persone interessate ai suddetti spostamenti siano munite di autodichiarazione. Resta ferma, invece, la necessità di giustificazione degli spostamenti in tutti i casi di limitazioni alla mobilità introdotte con provvedimenti più restrittivi di ambito regionale».