Giustizia: ecco come funzionerà in semi-lockdown


Il pacchetto contenuto nel Dl Ristori amplia i processi a distanza e agevola i difensori nel deposito telematico degli atti.
Processi a porte chiuse; indagini da remoto; udienze “cartolari” per separazioni e divorzi; deposito atti tramite Pec nel penale. Così funzionerà la giustizia italiana nell’attuale periodo di semi-lockdown, secondo quanto prevede il “pacchetto” inserito dal ministro Bonafede nel nuovo Decreto Legge “Ristori” varato ieri dal Consiglio dei ministri e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Dalla data di entrata in vigore del Decreto Legge e fino al termine dello stato di emergenza ci sarà un ampio ricorso alle procedure da remoto, per le udienze e non solo. Le udienze civili e penali si svolgeranno a porte chiuse [1] e l’imputato detenuto potrà parteciparvi «ove possibile» collegandosi in videoconferenza.
Le udienze a distanza – possibili quando non è richiesta la partecipazione di soggetti diversi dalle parti processuali, e di testimoni, consulenti o periti – restano però subordinate al consenso delle parti processuali.
Viene introdotta la possibilità, nei procedimenti penali, di compiere atti di indagine da remoto, a meno che il difensore non si opponga.
Nei procedimenti di separazione e di divorzio il giudice può disporre che le udienze siano sostituite dal deposito telematico di note scritte [2] se le parti rinunceranno espressamente a partecipare all’udienza, con comunicazione da depositare almeno 15 giorni prima della data di fissazione.
Anche nei processi tributari sarà privilegiata l’udienza da remoto: potrà essere autorizzata con decreto motivato del presidente della Commissione, da comunicare alle parti almeno 5 giorni prima. In questi casi, il contraddittorio si svolgerà in forma documentale, con il deposito di note scritte.
Sul versante dei giudici, le camere di consiglio, sia civili sia penali, potranno svolgersi in videoconferenza e, dunque, senza la presenza fisica dei componenti del Collegio nell’aula. Inoltre, quando i magistrati sono in quarantena o in isolamento fiduciario per Covid-19 potranno svolgere l’udienza da remoto.
I difensori potranno finalmente depositare i propri atti (memorie, documenti, richieste ed istanze) mediante Pec, la posta elettronica certificata, all’indirizzo dell’ufficio giudiziario destinatario, senza necessità di doversi recare fisicamente nelle cancellerie. Quanto al rispetto dei termini, si avrà riguardo alla ricevuta di accettazione del messaggio da parte dei sistemi ministeriali.
Le riforme in arrivo sono state in gran parte concertate tra l’Avvocatura, attraverso l’Unione delle Camere Penali, e la magistratura, rappresentata dalle principali Procure italiane: è stato elaborato un documento comune che consente ai difensori l’accesso al sistema Tiap (Trattamento informatico atti processuali) per consultare gli atti depositati dai Pm nella fase cautelare o a seguito della chiusura delle indagini.
Ma i penalisti continuano ad opporsi ad ogni attività di raccolta della prova e di discussione al di fuori delle aule e ritengono assolutamente necessario che queste attività continuino a svolgersi in presenza. Intanto, il ministero della Giustizia garantisce che i cancellieri che lavorano in smart working avranno la possibilità di accedere da remoto ai registri telematici.
note
[1] Con le modalità rispettivamente stabilite dall’art. 128 Cod. proc. civ. e dall’art. 472 Cod. proc. pen.
[2] Art. 221, comma 4, D.L.19 maggio 2020, n. 34 (“Decreto Rilancio“), convertito, con modificazioni, in Legge 17 luglio 2020, n. 77,