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Internet e minori: dipendenza, pericoli e consigli

1 Gennaio 2021 | Autore:
Internet e minori: dipendenza, pericoli e consigli

Quando l’uso di Internet diventa incontrollato? Cosa stabilisce la legge sul cyberbullismo? Quando si configura il reato di adescamento di minori?

Ormai, la tecnologia ci ha trasformati in una società digitale. Complici l’avvento di Internet e dei social network, abbinati all’esigenza di comunicare rapidamente a distanza e a scambiare una quantità incontrollabile di informazioni, tutti noi siamo perennemente connessi. Scommettiamo che gran parte degli utenti non è in grado di rispondere alla domanda: «Quanto tempo trascorri su Internet?». Come mai? Perché siamo talmente abituati a fare un uso smodato della rete (chi per lavoro, chi per ragioni di studio e chi per divertimento) che non ci accorgiamo neppure dei lassi di tempo che impieghiamo online.

Se da un lato ci sono gli adulti che fanno un uso consapevole e responsabile di Internet, dall’altro ci sono i minori che spesso non sono capaci di riconoscere i rischi che nasconde la rete e non hanno neppure gli strumenti per difendersi dai pericoli di Internet. Quando parliamo dei più piccoli, ci addentriamo in un tema molto delicato.

Prosegui nella lettura del mio articolo se vuoi saperne di più su Internet e minori: dipendenza, pericoli e consigli.

Qui di seguito, troverai l’intervista al dr. Stefano Vicari, autore di numerosi libri, professore ordinario dell’Università Cattolica di Roma, primario di neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Dopo l’intervista all’esperto, ti illustrerò cosa prevede la legge sul cyberbullismo e quali sono gli strumenti di difesa della vittima e, poi, ti spiegherò quando si configura il reato di adescamento di minori.

Cos’è la dipendenza da Internet?

La dipendenza da Internet consiste nell’uso incontrollato di Internet, della navigazione sui siti, dei giochi online ecc. Questo comportamento assorbe le energie del minore, diventa per lui ingestibile e, in qualche modo, lo sovrasta. La dipendenza da Internet è un elemento che oggi si associa ad una chiusura del minore.

L’adolescente che trascorre su Internet molte ore al giorno riduce le sue relazioni sociali o le limita a frequentazioni unicamente online. Questo aspetto è davvero inquietante perché si tratta di relazioni filtrate, non autenticamente sperimentate. Non è possibile così percepire e sviluppare un’empatia. In tal modo, il minore non sviluppa un’educazione ai sentimenti e alle emozioni. Tutto è molto falsato dalla distanza del mezzo elettronico.

Chi soffre di una dipendenza da Internet rischia di sviluppare disturbi del sonno?

Si. Per poter rispondere a questo bisogno compulsivo di Internet, i minori perdono molte ore di sonno. Quindi, non solo riducono le frequentazioni con gli altri, ma alterano i loro ritmi biologici. La deprivazione del sonno (cioè dormire poco) è, guarda caso, un fattore di rischio importante per lo sviluppo di malattie mentali come l’ansia e la depressione.

Perché c’è da preoccuparsi?

Le dipendenze sono preoccupanti perché c’è il pericolo che possa esistere un passaggio da una dipendenza ad un’altra. Ad esempio, chi è dipendente da Internet può sviluppare altri tipi di dipendenze come la dipendenza da sostanze stupefacenti o da altro. Quindi, c’è una forte correlazione, una caratteristica fenotipica della dipendenza. Chi è dipendente da cannabinoidi può facilmente diventare dipendente dalla cocaina.

Gli adolescenti sono poliabusatori di sostanze, cioè difficilmente si fanno soltanto di una cosa, ma sperimentano un po’ di tutto alla ricerca dello sballo. Ora, questo non vuol dire che la dipendenza da Internet facilita la dipendenza da sostanze stupefacenti, però riduce fortemente la capacità critica dell’individuo e, in qualche modo, rende tutti più vulnerabili rispetto ai disturbi mentali.

Il ritiro sociale potrebbe dipendere dalla sindrome di Hikikomori?

Spesso, l’Hikikomori nasconde altri problemi e riguarda minori che non solo non escono più di casa, ma neppure dalla loro stanza.

Talvolta, il ritiro sociale è sintomo di un disturbo psichiatrico di altra natura come:

  • un disturbo depressivo;
  • un disturbo dello spettro autistico non riconosciuto;
  • un esordio psicotico.

Pertanto, prima di concludere che si tratta della sindrome di Hikikomori, bisogna valutare la possibilità che si tratti di altro. Non è detto che un ragazzino che non esce dalla sua stanza è affetto dalla sindrome di Hikikomori, ma può darsi che quel ragazzino non esca di casa perché è un autistico ad alto funzionamento e non è stato riconosciuto negli anni precedenti . Magari, nel periodo dell’adolescenza, il problema è diventato più evidente e si manifesta con il ritiro sociale.

Potrebbe anche trattarsi di un ragazzino depresso che, ad esempio, comincia a pensare al suicidio e, quindi, si isola dagli altri. Oppure potrebbe trattarsi di un adolescente con un esordio psicotico che crede di essere Napoleone. La schizofrenia nei minori inizia proprio con il ritiro sociale.

Cosa suggerisce in questi casi?

Ogni qual volta si verifica un fenomeno di questo tipo bisogna consultare subito un medico. Molti genitori, invece, fanno passare del tempo pensando che passerà. Se questi comportamenti perdurano per molte settimane e portano, ad esempio, all’abbandono scolastico, suggerirei ai genitori di non aspettare e intervenire immediatamente.

Come possono intervenire i genitori in caso di dipendenza da Internet? 

Rispetto al dilagare di un uso prolungato e incontrollato di Internet, i genitori devono educare i bambini e gli adolescenti ad un uso consapevole di questi strumenti. Sin da piccoli, bisogna limitare il tempo di esposizione al televisore ed evitare l’uso di strumenti elettronici per quanto siano affascinanti. Non c’è dubbio che siano accattivanti.

Molti genitori mi confidano che i loro figli sono esperti nell’utilizzo di questi strumenti e si meravigliano delle capacità che i bambini hanno nell’accedere ad Internet. Se sin piccoli non gli insegniamo ad avere dei limiti, da adolescenti sarà molto difficile intervenire e far passare questo concetto. Pertanto, è bene non far diventare questi strumenti elettronici un elemento di gratificazione.

Su Internet, c’è il rischio di adescamento dei minori

Esatto, l’uso di Internet in assoluta autonomia, espone i minori al rischio di adescamento. Ho seguito il caso di un ragazzino di 12 anni che ha tentato il suicidio perché era stato adescato su WhatsApp. Gli era stato detto quanto fosse bella la morte. Alla fine, il minore pensava di farsi del male.

Ora, non c’è ombra di dubbio che Internet sia una fonte di grandissime risorse e ci abbia cambiato la vita anche in meglio, però cela molti pericoli. Poi, c’è il cyberbullismo, un altro fenomeno inquietante.

Come educare i propri figli affinché non vengano esposti a questi pericoli?

I ragazzini non hanno tutti gli strumenti per difendersi da questi pericoli, perciò i genitori devono vigilare sui propri figli. I ragazzi possono essere facili prede di adulti o di compagni (i cyberbulli). Molti genitori si preoccupano di quali amici frequentano i loro figli, ma poi non si preoccupano di controllare i contatti che hanno in rete.

Cyberbullismo e adescamento di minori: cosa dice la legge?

Dopo aver approfondito il tema della dipendenza da Internet nell’intervista al dr. Stefano Vicari, a seguire ti parlerò dei pericoli che nasconde la rete. In particolare, ti spiegherò cos’è il cyberbullismo e come difendersi e in cosa consiste il reato di adescamento di minori.

La legge sul cyberbullismo

La legge definisce il cyberbullismo [1] come «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo».

In pratica, si fa riferimento a qualsiasi forma di vessazione attuata mediante strumenti telematici nei confronti del minore.

In che modo è possibile difendersi? Ecco quali sono i principali strumenti di tutela a favore delle vittime del cyberbullismo:

  • l’oscuramento dei siti internet su cui vengono messe in atto le condotte riconducibili al cyberbullismo. In tal caso, il destinatario della segnalazione di oscuramento del sito deve provvedere alla rimozione dei contenuti offensivi entro 48 ore, altrimenti sarà possibile inoltrare il reclamo al Garante della privacy che interverrà entro 2 giorni;
  • il reclamo all’Autorità garante per la protezione dei dati personali. In pochi e semplici passaggi, è possibile richiedere l’intervento del Garante della privacy. Basta compilare e inoltrare tramite email il modulo presente sul suo sito istituzionale a cui occorrerà allegare lo screenshot della segnalazione effettuata al social network o al sito insieme ad una descrizione puntuale dei fatti e degli eventuali reati di cui si presume essere stati vittima;
  • la segnalazione ai genitori del «bullo telematico» (cyberbullo). Nel momento in cui il dirigente scolastico scopre che nel proprio istituto è stato commesso un atto di cyberbullismo da uno o da più studenti, è tenuto per legge ad informare dell’episodio i genitori degli alunni responsabili ed è obbligato a prendere adeguati provvedimenti disciplinari;
  • l’ammonimento del questore qualora il cyberbullismo integri un’ipotesi di reato come diffamazione, trattamento illecito di dati personali, minaccia, atti persecutori, sostituzione di persona e così via. In tal caso, la vittima di cyberbullismo, oppure il genitore se si tratta di un minore, può rivolgersi al questore e chiedere di ammonire il cyberbullo affinché questi venga invitato formalmente a cessare e a non ripetere la sua condotta. La vittima può sporgere denuncia/querela e intraprendere un procedimento penale.

Il reato di adescamento di minori

Il reato di adescamento di minori è disciplinato dall’articolo 609 undecies del Codice penale, il quale stabilisce che è punibile chiunque adeschi un minore allo scopo di commettere reati più gravi come: la prostituzione minorile, la pornografia minorile, la riduzione o il mantenimento in schiavitù o in servitù, la detenzione di materiale pornografico, le iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile, la violenza sessuale, gli atti sessuali con minorenne, la corruzione di minorenne, la violenza sessuale di gruppo.

Quindi, il reato di adescamento di minori è punibile soltanto se non sono configurabili gli estremi del tentativo o della consumazione del reato fine e si configura solo se vengono compiuti gli atti destinati a carpire la fiducia del minore allo scopo di commettere i delitti appena elencati.


note

[1] L. n. 71/2017 del 29.05.2017.

[2] Art. 609 undecies cod. pen.


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14 Commenti

  1. Questo è lo specchio dei nostri tempi. La società di oggi è assorbita dai social, dai videogiochi, dalle serie tv. Sono tantissime le persone che trascorrono, e perdono, il loro tempo, davanti a questi strumenti che, anziché essere al nostro servizio finiscono per assorbirci totalmente e diventano una dipendenza. Per non parlare dei rischi a cui vanno incontro i nostri ragazzi. Dovrebbero rendere note queste informazioni e divulgarle il più possibile come avete fatto voi

  2. La nostra generazione è cresciuta senza tutte queste diavolerie elettroniche. Ora, certo i nostri giovani sanno usare sicuramente più di noi adulti tutti questi strumenti, però al tempo stesso ne sono diventati schiavi, perché molti non sanno tenere la linea di confine e farne un uso responsabile e consapevole

  3. Bisognerebbe monitorare costantemente i propri figli per evitare che possano cacciarsi nei guai andando nelle varie chat e a navigare sui social. Devono essere allertati e informati sui rischi del web. Qui, ho trovato una linea per chiara e completa sui modi per tutelare i minori sul web. Occorre tenere gli occhi aperti

  4. Quando leggo quelle notizie di adescamento di minori sul web mi domando cosa stiano a fare i genitori?! Possibile che non si accorgono dei cambiamenti comportamentali dei loro figli? pensano che le loro assenze possano essere colmate acquistando gli smartphone di ultima generazione? Oppure riempiendoli di altri stupidi regali, mentre loro si rinchiudono in una vita virtuale e corrono pericoli molto seri?!

  5. In casa abbiamo delle regole condivise da tutti. Innanzitutto, la tv si guarda in salone tutti insieme oppure nella camera degli ospiti. Mio figlio trascorre poco tempo davanti al televisore, solo la sera per guardare un film o nella pausa dopo pranzo, mentre i suoi coetanei trascorrono ore ed ore per guardare serie tv e altri programmi spazzatura e reality. Noi cerchiamo di condividere in famiglia i momenti liberi confrontandoci e ritagliando dei momenti per svolgere piccole attività come lavoretti domestici, letture, sport all’aperto ecc. Credo sia importante non delegare alla tv il ruolo che dovremmo avere noi genitori, ovvero quello di seguire i nostri figli e aiutarli a migliorarsi e avere buone abitudini

  6. Ultimamente, le nostre abitudini sono limitate per via del Coronavirus. Pertanto, i contatti con amici si sono trasferiti online. Di recente, però, ho visto mia figlia molto preoccupata. Le domandavo cosa stesse succedendo, quali fossero le ragioni dei suoi atteggiamenti scontrosi e nervosi. Dopo un po’ di esitazione, lei mi ha parlato del suo malessere. In pratica, c’era un suo contatto che la bullizzava sui social. Insomma, si trattava di questo cyberbullismo. Le ho fatto leggere questo articolo e ne abbiamo parlato a lungo. Si è convinta a reagire a questa situazione e di bloccare i contatti dannosi e pericolosi. Ora, dopo aver trovato la serenità trascorre anche meno tempo sui social e cerca meno conferme sul web

  7. Molto utili questi consigli e molto approfondito il tema. E’ importante aprire gli occhi e puntare l’attenzione su questi temi che sono molto attuali e non prendere sotto gamba i pericoli a cui possono incorrere i nostri figli andando su Internet. Purtroppo, non sempre è facile monitorare le loro ricerche e l’uso che fanno di questi social e delle varie piattaforme, ma avendo un dialogo con loro si possono spiegare i vari rischi del web e fare una certa “prevenzione”

  8. Non solo i minori, ma anche molti adulti rischiano di cadere nella trappola di Internet e nel diventarne dipendenti. Conosco persone che restano incollate ore ed ore sui social scorrendo la home a guardare come ebeti i vari post e limitandosi a mettere like senza leggere i contenuti. E’ diventata una dipendenza per molti che trascorrono inutilmente il loro tempo e lasciano passare ORE davanti ai social tralasciando anche importanti impegni

  9. In questo periodo, i casi di autolesionismo ed i suicidi sono aumentati. Dobbiamo renderci conto che i ragazzi devono essere monitorati, non bisogna lasciarli da soli davanti uno schermo tv, tablet, pc, smartphone. I pericoli che nasconde internet sono tanti e non possiamo immaginare che un ragazzino sia in grado di riconoscerli per quanto possiamo avvisarlo.

  10. Ma avete sentito quanti casi di cronaca terribili ci sono ultimamente? Il Covid ha sicuramente amplificato il malessere dei giovani perché mentre prima avevano una valvola di sfogo nelle uscite e negli incontri con i loro coetanei a scuola, in palestra, al cinema. Ora, tutto questo non c’è e loro si sono riversati sui social, però ovviamente non è la stessa cosa e dobbiamo ben comprendere che aumentano la sofferenza psicologica, lo stress ed i disturbi mentali…Bisogna intervenire e stargli vicini, rivolgersi a professionisti

  11. Trovo molto interessanti questi articoli, come anche l’altro in cui si parla di dipendenza di videogiochi. Si tratta di temi molto attuali e li avete ben approfonditi. Bisogna parlare di questi argomenti e rendersi conto che sono allarmanti i dati attuali. I giovani sono diventati più aggressivi, depressi, ansiosi. E’ davvero preoccupante la condizione in cui ci troviamo a vivere tutti ed i ragazzi più fragili e con una salute mentale in bilico devono essere monitorati costantemente per evitare che si possa assistere a conseguenze tragiche. E non bisogna mai sottovalutare certi segnali. Mai dare nulla per scontato, osservare i comportamenti dei propri figli e dialogare sono il “segreto” per capire se c’è qualcosa che non va…

  12. Ci sono genitori che pur di sbarazzarsi dei lamenti dei propri figli, li mettono davanti ad uno schermo, anche se piccolissimi, e li lasciano lì per ore. Ma cosa pensano? Che così facendo il bimbo stia bravo e buono e un domani non ci saranno le ripercussioni di queste abitudini sbagliate? Bisogna fare attenzione e seguire i propri figli, altrimenti meglio non diventare genitori se la vostra alternativa e affibbiarli a qualcun altro oppure piazzarli davanti ad un tablet, smartphone, pc

  13. Io continuo a stupirmi di come tanti genitori siano disattenti nei confronti dei propri figli. Su Internet ci sono tantissimi pericoli per un adulto, figuriamoci per un ragazzino o addirittura per un bambino. E credo che se effettivamente volete insegnargli la tecnologia non è regalandogli un dispositivo e lasciando solo un bambino che questi imparerà. Ora, si dice tanto: sono più bravi di noi adulti ad usare il telefonino. Si, ma a che prezzo? Magari si imbattono in siti pericolosi, magari sono contattati da gente pericolosa. Quindi, meglio un bambino meno esperto in tecnologia e sereno oppure un bimbo bravo su Internet e turbato dai rischi online? Ecco, ragionate!

  14. Ho sempre insegnato a mio figlio che può usare il cellulare quando diventerà più grande, perché non ha bisogno di restare online. Il fatto è che tanti suoi compagni di scuola e vicini hanno invece cellulari di ultima generazione ed hanno già tanti profili social e lui si sente escluso da certe dinamiche sociali. A me dispiace tanto, ma gli ho consentito di parlare insieme ai suoi amici tramite un mio profilo. Io ovviamente sto attento a monitorare tutto, perché ci tengo alla sua salute psicofisica. Mi rendo conto che è proprio la società attuale ad essere cambiata rapidamente. Tuttavia, a lui non dispiace tanto non avere questi social, anche perché io e mia moglie trascorriamo molto tempo con lui e gli insegniamo tante cose così lui non ne avverte la mancanza

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