Come si ottiene la sequenza alfanumerica in base ai dati anagrafici del soggetto: le regole di composizione e i casi concreti.
Ciascuno di noi ha una targa identificativa, immodificabile, che lo rende unico: non sono il nome ed il cognome, ma è il codice fiscale, quella serie di caratteri alfanumerici che ci identifica tutti in maniera certa ed inequivocabile.
Questa sequenza si compone di 16 caratteri (lettere e numeri) è diversa per ciascun individuo; anche se a prima vista, talvolta, non sembra così. Ad esempio, tre persone diverse, poniamo Rossi Mario, Rossini Mario e Rossetti Mario, hanno il codice fiscale identico nei primi 6 caratteri: è sempre RSS MRA. Com’è possibile? Questo avviene perché le regole di composizione considerano le prime tre consonanti del cognome e le prime tre consonanti del nome. Perciò, la “n” di Rossini e la doppia “t” di Rossetti non entrano nel codice fiscale. Anche nel nome c’è una regola analoga, ma quando manca la terza consonante si prende una vocale. Quale? Sembra un meccanismo complesso ma in realtà è abbastanza semplice capire com’è calcolato il codice fiscale: per ottenerlo e verificarlo non è indispensabile ricorrere a programmi informatici o utility, ma è sufficiente conoscere i dati necessari, che sono quelli anagrafici del soggetto.
Sapere come calcolare un codice fiscale può essere molto utile per riconoscere a colpo d’occhio se è corretto quello che ci viene esibito o comunicato, ad esempio per inserirlo in un contratto o schedarlo in un archivio di clienti o nel database aziendale.
Indice
Codice fiscale: cos’è e a cosa serve
Il codice fiscale è un identificativo obbligatorio per tutti i cittadini italiani ed anche per le persone giuridiche e gli enti. Serve ad identificare ogni soggetto in modo univoco: è l’unico dato ufficiale in base al quale le amministrazioni pubbliche (non solo quella finanziaria) possono risalire all’esatta identità di un individuo, perché esso, come vedremo tra poco, è composto a partire dai dati anagrafici essenziali: nome, cognome, data e luogo di nascita.
Il numero del codice fiscale viene assegnato a ciascun cittadino al momento della nascita (le persone giuridiche lo acquisiscono nel momento della loro costituzione); gli stranieri immigrati lo ricevono all’atto del loro ingresso in Italia o di rilascio del permesso di soggiorno. Possono ottenere il codice fiscale anche i residenti all’estero, presentando istanza al consolato (leggi: come avere il codice fiscale).
Codice fiscale: com’è composto
Tecnicamente, il codice fiscale delle persone fisiche è un codice composto da 16 caratteri alfanumerici (cioè sia da cifre numeriche sia da lettere alfabetiche); ma le regole di composizione stabiliscono, per ciascuna posizione, se quel posto deve essere occupato da un numero o da una lettera. Così i primi 6 caratteri sono sempre alfabetici, il settimo e l’ottavo sono, invece, sempre numerici.
Per le persone giuridiche, invece, il codice fiscale è di soli 11 caratteri (tutti numerici) e corrisponde al numero di partita Iva attribuito dall’Agenzia delle Entrate.
La sequenza alfanumerica che costituisce l’intero codice fiscale delle persone fisiche vede comparire 9 lettere e 7 numeri. I primi 3 caratteri alfabetici sono riservati al cognome, i successivi 3 al nome; seguono 2 caratteri numerici per l’anno di nascita, 1 alfabetico per il mese di nascita, 2 numerici per il giorno di nascita (sul quale però incide anche il sesso della persona); infine, ci sono 3 caratteri per il codice (alfanumerico) del Comune o dello Stato estero di nascita, e l’ultima posizione è occupata da un carattere alfabetico, con funzione di codice di controllo (detto anche “controcodice”) dei 15 caratteri precedenti.
Già da questi elementi di base puoi comprendere che il codice fiscale delle persone fisiche “parla” perché rivela le informazioni su cognome, nome, data e luogo di nascita del soggetto e sul suo sesso.
Codice fiscale: le regole di composizione
Le regole di composizione del codice fiscale seguono un preciso meccanismo: ciascuna parte del codice, cioè della sequenza alfanumerica che abbiamo esaminato, ha il suo specifico criterio.
Partendo dal cognome, vengono selezionate le prime 3 consonanti, che vengono inserite nel codice fiscale nel medesimo ordine in cui sono contenute nella parola (per esempio da “Rossi” si ricava “RSS”, da “Bianchi” si ottiene “BNC”. Se mancano 3 consonanti vengono prese anche le vocali, sempre nell’ordine in cui compaiono (esempio: il cognome “Zaia” nel codice fiscale diventa “ZAI”); se il cognome è di sole 2 lettere, nel terzo carattere sarà inserita una X (es. “Bo” sarà “BOX”).
Passando al nome di battesimo, si selezionano le consonanti nell’ordine di apparizione (se sono meno di 3, si prelevano le vocali presenti nella parola: es. “Paolo” diventa “PLA”), ma con una variante: se sono 4 o più, si salta la seconda. Così “Marco” (nome con 3 consonanti) formerà “MRC”, ma “Francesco” restituirà “FNC” e “Giuseppe” creerà “GPP”. Per il nome, se le consonanti non arrivano a 3 si prelevano anche le vocali, ma esse vengono riportate dopo le consonanti e non nell’ordine con cui compaiono nella parola (esempio: “Anna” si trasforma in “NNA” e “Luca” in “LCU”). Se il nome ha meno di 3 lettere, la parte mancante verrà completata con la lettera X, con la stessa regola adottata per il cognome.
Ecco le regole per trasformare la data di nascita nel codice fiscale: la 7° e l’8° posizione indicano le ultime due cifre dell’anno (ad esempio, “1986” riporterà “86”). Il mese, invece – che compare nel nono carattere del codice fiscale -, viene espresso da una lettera, non da un numero, secondo questa tabella: A = gennaio, B = febbraio, C = marzo, D = aprile, E = maggio, H = giugno, L = luglio, M = agosto, P = settembre, R = ottobre, S = novembre, T = dicembre.
Il giorno di nascita viene inserito con due caratteri numerici alla 10° e 11° posizione e corrisponde a quello effettivo (dall’1 al 31 del mese, anteponendo lo zero per chi è nato tra l’1 ed il 9, esempio il giorno 7 diviene 07), ma quando la persona è di sesso femminile si aggiunge 40: una donna nata il 21 riporterà nel codice fiscale la cifra 61 (la somma di 21 + 40). In questo modo, con una semplice occhiata si può capire se quel codice fiscale appartiene ad un uomo o a una donna.
Il luogo di nascita figura nei quattro caratteri posti dalla 12° alla 15° posizione. Se il soggetto è nato in Italia sarà inserito il codice catastale del Comune (ad esempio, per Roma è “H501”, per Milano è “F205”); invece per gli stranieri si riporta l’identificativo dello Stato estero di nascita (un codice di 3 cifre, che sarà preceduto dalla lettera “Z”).
La 16° ed ultima posizione del codice fiscale è un carattere di controllo (sempre una lettera, mai un numero) che serve per verificare la correttezza del codice ottenuto e viene creato da un algoritmo.
Nonostante questo complesso meccanismo, può accadere e talvolta accade che due persone diverse abbiano lo stesso codice fiscale: il fenomeno si chiama omocodia e per evitarlo l’Agenzia delle Entrate, in fase di attribuzione del codice alla seconda persona (che non potrà averlo identico ad uno già presente), sostituisce uno o più caratteri numerici, a partire da quelli più a destra, con lettere, in base a una tabella di sequenza progressiva (il numero “0” viene sostituito dalla lettera L, il numero 1 dalla M, il numero 2 dalla N, il numero 3 dalla P (non dalla “O” per evitare confusioni con lo zero) e così via fino al 9, che diventerà V.
Se vuoi calcolare rapidamente un codice fiscale puoi utilizzare il nostro tool di calcolo del codice fiscale italiano ed estero: ti basterà inserire i dati anagrafici del soggetto di interesse e cliccare sul bottone “Calcola“ per ottenere immediatamente il risultato a video. Per sapere, invece, se un codice fiscale esiste ed è attribuito leggi l’articolo Come verificare un codice fiscale.