Il nuovo decreto del presidente del Consiglio, di cui è attesa la firma a breve, dispone restrizioni speciali per le regioni dove il virus corre di più.
Si chiameranno zone rosse o regioni rosse e coincideranno con tutti quei territori, di ampiezza regionale, dove il Coronavirus sta colpendo di più. È la novità del decreto che il premier Giuseppe Conte si appresta a firmare in serata.
Il nuovo dpcm introdurrà un sistema «a semaforo», distinguendo tra aree verdi, gialle o arancioni e rosse. In queste ultime scatteranno le restrizioni più dure.
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Le restrizioni nelle regioni rosse
Sono quelle considerate ad alto rischio, per le quali dovranno essere adottate misure più simili al lockdown che l’Italia ha sperimentato durante la prima ondata. Si tratterà, però, di un «lockdown light», sul modello di quello già attuato in Germania per frenare i contagi senza paralizzare tutte le attività economiche.
Spostamenti
In particolare, come si legge nella bozza del Dpcm, nelle regioni rosse «sono sospese le attività inerenti servizi alla persona tra cui parrucchieri, barbieri, estetisti». Restrizioni anche alla mobilità: «è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori», eccetto esigenze di lavoro, salute o improrogabili. Non si potrà andare in altri Comuni del territorio della regione rossa, né con mezzi pubblici né privati e non ci si potrà spostare dal territorio regionale.
Restano consentiti «gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stesa è consentita» e quindi «il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
Attività economiche
Bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, pub resteranno chiusi; permessa, invece, la consegna di cibo a domicilio e l’asporto fino alle 22. Rimangono aperte le aree di servizio lungo le autostrade, le mense, il catering continuativo su base contrattuale, gli esercizi di somministrazione alimenti negli aeroporti e negli ospedali.
Ok a tenere aperte le industrie; stop invece agli esercizi commerciali al dettaglio, esclusi quelli che vendono generi di prima necessità (cibo, giornali, tabacchi, medicinali).
Sport
È sospeso parzialmente anche lo sport nelle regioni rosse, ovvero le «attività svolte nei centri sportivi all’aperto», insieme a «tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva».
Si potrà però «svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie».
In sostanza, «è consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale».
Didattica
Nelle zone rosse, inoltre, la didattica a distanza scatterà non solo per le superiori – dov’è previsto il ricorso alla modalità da remoto a livello nazionale – ma anche per seconda e terza media. Fino alla prima media, invece, regolari lezioni in presenza.
Le regioni attualmente inserite nella fascia rossa sono Lombardia, Piemonte e Calabria. Potrebbero essere incluse anche Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta.
Le restrizioni nelle regioni arancioni
Quanto alle regioni arancioni, invece, vengono chiusi anche qui i ristoranti. Aperti parrucchieri e centri estetici. Le lezioni online dovranno farle solo gli studenti delle superiori; al contrario, si continuerà ad andare a scuola fino alla terza media.
Resta il nodo spostamenti: un’ipotesi possibile è che le limitazioni per andare da un comune all’altro o uscire dalla regione valgano anche per le zone arancioni, in modo identico a quelle rosse.
Le regioni che, per ora, rientrano nella fascia arancione sono Liguria, Puglia, Campania, probabilmente anche il Veneto.
Sia nelle regioni rosse, sia in quelle arancioni scatteranno, ovviamente, le regole previste a livello nazionale, quindi anche per le zone verdi a minor diffusione di virus. Cioè: coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5 (per approfondire leggi qui: Dpcm: Conte ha deciso il coprifuoco); centri commerciali chiusi nel fine settimana e nei festivi; stop a musei, sale bingo, sale scommesse; capienza dei mezzi pubblici al 50%.