Zone rosse Covid: limitazioni in condominio


Chi possiede un appartamento in un Comune diverso dal suo o in un’altra regione interessata dalle restrizioni non potrà partecipare alle assemblee.
Ci sono delle norme non scritte nel nuovo Dpcm anti-Covid che, però, sono delle dirette conseguenze dei divieti imposti dal provvedimento del Governo. Una di queste riguarda il condominio, dove possono sorgere dei problemi non certo trascurabili.
Come noto, il Dpcm ha diviso il Paese in tre aree in base al livello di rischio: zone gialle, zone arancioni e zone rosse. In queste ultime due, ma soprattutto nelle quattro regioni indicate come zone rosse (Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria) ci sono forti restrizioni che riguardano la mobilità delle persone. Una sorta di lockdown che obbliga i cittadini a restare a casa se non per motivi di necessità o di lavoro e di non uscire dal proprio Comune di residenza se non per le stesse ragioni.
Il decreto del presidente del Consiglio, inoltre, raccomanda di tenere le riunioni private in videoconferenza. Questo significa che non è possibile fare un’assemblea di condominio in presenza. Il che può comportare delle difficoltà, ad esempio, per approvare delle delibere sul superbonus del 110% o su altre questioni.
Il problema si può porre nel caso in cui nel condominio ci siano degli appartamenti di proprietà di persone che non abitano nello stesso Comune in cui si trova l’edificio, ad esempio chi ha messo in affitto delle unità immobiliari. Peggio ancora se il proprietario abita in una regione diversa da quella che si trova nella zona rossa o nella zona arancione: il Dpcm vieta l’ingresso e l’uscita in questi territori se non per motivi di estrema necessità.
Va da sé che l’assemblea di condominio non è considerata una ragione «di estrema necessità», non è certo un motivo di salute che consente lo spostamento e può essere motivo di lavoro solo per l’amministratore del condominio. Se ne deduce che le assemblee dovranno essere rinviate.
L’articolo non menziona il fatto che, perchè la convocazione dell’assemblea su piattaforma di videoconferenza sia valida, è necessario che tutti i condomini abbiano dato consenso. Di fatto basta un solo condomino per bloccare qualunque decisione. Effetto devastante e dannipotenzialmente gravissimi in un momento come quello attuale in cui si possono deliberare i lavori per sfruttare l’ecobonus.
Le FAQ del Ministero dell’interno legate al DPCM dicono altro. Che le riunioni si possono fare nel rispetto delle disposizioni. !!!!!!
Per quanto riguarda il lavori di ristrutturazione negli appartamenti?