Assegno postdatato: come comportarsi


È legale ricorrere a questo tipo di titolo di pagamento? Che succede se chi lo riceve va in banca prima della data riportata?
Hai eseguito una prestazione per un cliente e, al momento di presentare il conto, si vedi consegnare un assegno postdatato. Il cliente ti dice che, in quel momento, non riesce a pagarti ma che è questione di qualche giorno, al massimo un paio di settimane: anche lui, a sua volta, sta aspettando un pagamento. Così, ti convince ad accettare l’assegno con cui si impegna, comunque, a corrisponderti quello che ti spetta e chi chiede di aspettare la data riportata sul titolo prima di passare in banca. Si può fare una cosa del genere? È legale? Con in mano un assegno postdatato, come comportarsi?
Il rischio è che tu ti fidi in buona volontà di quello che il cliente ti dice ma che, quando vai in banca a riscuotere, ti senta dire che l’assegno non è coperto. Ma come: aveva detto che gli sarebbero entrati i soldi e ora risulta che non è così? Cosa puoi fare tu e cosa deve fare la banca?
Eppure, quella dell’assegno postdatato è un’abitudine più diffusa di quello che si può pensare. Succede soprattutto nei rapporti commerciali, quando il debitore chiede una sorta di «periodo di credito», cioè qualche giorno di tempo per rimpinguare il conto corrente ed evitare che l’assegno venga protestato perché scoperto, cioè per mancanza di liquidità. Conviene fidarsi o è meglio evitare? Vediamo come comportarsi con un assegno postdatato e, soprattutto, se e quando può essere illegale consegnarlo.
Indice
Assegno postdatato: che cos’è?
L’assegno postdatato è un titolo di pagamento che riporta una data successiva a quella in cui è stata effettivamente emesso. Per dirla in parole semplici: oggi ti do l’assegno per pagare la tua fattura, ma ci scrivo che puoi riscuoterlo, ad esempio, tra 10 giorni.
In questo modo, l’assegno bancario viene praticamente trattato come una cambiale: il pagamento ritardato stabilito con un assegno postdatato, infatti, è la funzione che dovrebbe essere tipica della cambiale e non dell’assegno.
Assegno postdatato: è legale?
A questa domanda, bisognerebbe rispondere «ni». Un assegno postdatato non è illegale da un punto di vista penale o amministrativo: nulla vieta a due soggetti di accordarsi su un differimento del pagamento di un bene o di una prestazione. Lo è, invece, da un punto di vista tributario e civilistico.
In pratica, la legge [1] non considera l’emissione di un assegno postdatato un reato ma un illecito civile perché, con questo strumento, si evita il pagamento dell’imposta di bollo proprio della cambiale e non previsto per l’assegno ordinario, il che significa evadere una tassa.
Assegno postdatato: quando lo si può incassare?
In teoria, chi riceve un assegno postdatato non è tenuto ad attendere il giorno riportato sul titolo di pagamento, ma può andare immediatamente a riscuoterlo. La banca non può rifiutarsi di accettarlo: la legge, infatti, stabilisce che «l’assegno bancario presentato al pagamento prima del giorno indicato come data di emissione è pagabile nel giorno di presentazione».
Possono succedere due cose. La prima, che l’assegno risulti coperto. A quel punto, la banca lo paga e poi fa una segnalazione al Prefetto in modo che questi valuti la posizione di chi ha emesso l’assegno per determinare eventuali sanzioni.
La seconda possibilità è che l’assegno risulti scoperto. In questo caso, sarà protestato. Il possessore, però, avrà diritto a ricevere l’importo indicato entro 60 giorni, mentre chi ha emesso il titolo di pagamento dovrà farsi carico anche delle sanzioni e delle spese per evitare di non poter più staccare un assegno.
Assegno postdatato: vantaggi e svantaggi
Se ti stai chiedendo se può essere conveniente emettere un assegno postdatato, capirai ben presto che non è una scelta molto consigliabile. L’unico vantaggio che può avere è quello di guadagnare un po’ di tempo prima di effettuare un pagamento nel caso in cui si abbia la certezza che i soldi depositati sul conto corrente non bastano a saldare il debito ma che presto entrerà il denaro necessario a coprire l’assegno.
Ma guadagnare tempo da una parte può voler dire perdere dei soldi dall’altra: l’elenco degli svantaggi, infatti, è più lungo di quello dei vantaggi. In primo luogo, come detto, si commette un illecito dal punto di vista tributario e civilistico e la banca segnala al Prefetto gli estremi di chi emette un assegno postdatato, con l’inevitabile sanzione.
In secondo luogo, chi opta per questa soluzione non ha alcuna tutela da un punto di vista legale se dovesse sorgere qualche problema. In pratica, l’assegno postdatato si basa su una sorta di patto tra chi lo emette e chi non lo riceve. Un accordo per non incassare i soldi prima di una determinata data. Ma è un patto scritto sull’acqua: non ha alcun valore. Così, chi riceve l’assegno può presentarsi cinque minuti dopo in banca e pretendere di incassarlo, mentre chi l’ha firmato dovrà subirne le conseguenze (compreso il fatto che l’assegno possa essere scoperto) senza poter protestare o pretendere alcunché.
Lo stesso succede nel caso in cui l’assegno vada perso: come fa il debitore a segnalare di avere perso qualcosa che non doveva fare e che comporta una sanzione? Finirà per stare zitto, cioè per non autodenunciarsi, e per staccarne un altro, possibilmente ordinario per non correre altri rischi.
note
[1] Dl n. 507/1999.