Quanto si paga per avere una carta di credito?


Quali sono i costi fissi della moneta elettronica, quali i requisiti per ottenerla e quando vengono richieste le commissioni per le operazioni.
Il Governo ha spinto negli ultimi tempi per abbandonare i pagamenti in contanti ed utilizzare gli strumenti tracciabili, in particolar modo la moneta elettronica. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la lotta all’evasione fiscale. Quindi, sempre meno banconote e spiccioli nel portafoglio e largo alle carte di credito o di debito e alla diffusione delle app dedicate. È una scelta conveniente? Quanto si paga per avere una carta di credito?
A volte può essere una scelta obbligata, più che conveniente. L’abbassamento della soglia dei contanti a 1.999,99 euro fino al 31 dicembre 2021 e a 999,99 euro dal 1° gennaio 2022 porta con sé, in molti casi, la necessità di utilizzare la moneta elettronica. Si pensi a chi deve cambiare qualche mobile della casa o a chi paga un paio di settimane di vacanza con la famiglia in un albergo. È vero che esistono anche i bonifici e gli assegni, ma la carta di credito è sicuramente più comoda e più pratica da usare. Ovviamente, però, vanno considerato anche i costi. Che possono cambiare da un circuito all’altro o da una banca all’altra. È possibile, però, capire mediamente quanto si paga per avere una carta di credito, giusto per avere un’idea.
Indice
Carta di credito: come funziona?
Come noto, la carta di credito è uno strumento di pagamento elettronico che può essere collegato – ma non è detto – ad un conto corrente. In pratica, il cliente ha a disposizione una cifra pattuita con la banca che può utilizzare a seconda del suo bisogno per poi restituirla il mese successivo o con la periodicità stabilita.
Nella parte anteriore di questa tessera plastificata che sostituisce i contanti sono riportati:
- nome e cognome del titolare;
- numero della carta di credito;
- data di scadenza.
Sul retro, invece, c’è scritto il codice di sicurezza, formato normalmente di tre cifre, che viene utilizzato per i pagamenti online (il cosiddetto codice Cvv2 o Cvc2). Inoltre, c’è un piccolo spazio in bianco dove il titolare deve mettere la sua firma: il venditore può, così, verificare che si tratti della stessa firma fatta sullo scontrino riguardante l’acquisto.
La spesa sostenuta con la carta di credito viene di volta in volta scalata dal tetto stabilito con la banca al momento del contratto. Soglia, o plafond, che può essere modificata in qualsiasi momento. In un secondo momento (solitamente a metà del mese successivo) ciò che è stato pagato con la carta viene scalato dal conto corrente.
L’utilizzo della carta di credito coinvolge quattro attori, ovvero:
- il titolare della carta;
- la banca in cui l titolare ha il conto corrente;
- il circuito che gestisce la carta (Visa, Master Card, American Express, ecc.);
- l’esercente o il professionista che ha venduto il bene o prestato la sua opera.
Carta di credito: quali tipi ci sono?
La carta di credito più comune è quella a saldo ed è proprio la soluzione che abbiamo appena descritto. In pratica, l’importo degli acquisti effettuati in un determinato periodo (quasi sempre si tratta di un mese, ma si può decidere di ampliarlo, ad esempio, ad un trimestre) non viene scalato dal conto immediatamente, come succede con il Bancomat o con altre carte di pagamento. L’operazione avviene in una soluzione unica il mese successivo. In questo modo, il cliente sa che, ad esempio, al 15 di febbraio verrà addebitata sul conto la spesa della carta di credito relativa ai pagamenti effettuati durante il mese di gennaio. E, quindi, sarà sua premura avere in banca la liquidità sufficiente a coprire l’addebito. In caso contrario, si rischia di dover pagare una cifra elevata di interessi, oltre alla revoca della carta e alla segnalazione alla Centrale rischi (Crif) come cattivo pagatore.
C’è, poi, la carta revolving. In questo caso, il titolare può rimborsare a rate le spese sostenute, stabilendo delle scadenze per l’ammortamento (ad esempio 6, 12, 18, 24 mesi, ecc.). Funziona, dunque, come un prestito, quindi ci sarà da pagare degli interessi.
Carta di credito: come ottenerla?
La banca non rilascia una carta di credito «in automatico»: prima vuole verificare se il richiedente è in grado di restituire il plafond stabilito al momento del contratto. Per fare un esempio, chi ha delle entrate mensili attorno ai 2.000 euro, sicuramente non otterrà un tetto di spesa da 4.000 euro: è un rischio che l’istituto normalmente non è disposto a correre.
Inoltre, per ottenere la carta di credito è necessario essere:
- maggiorenne;
- cittadino italiano o europeo oppure deve avere vissuto in Europa da almeno tre anni;
- titolare di un conto corrente presso la banca in cui fa la richiesta della carta con disponibilità di almeno il plafond accordato;
- in possesso di uno stipendio, di una pensione o, comunque, di un’entrata fissa, come garanzia per la banca che gli acquisti effettuati (anche mentre non si ha la disponibilità di denaro sul conto) verranno rimborsati.
Prima del rilascio della carta di credito, la banca verifica anche la storia creditizia del cliente, anche tramite l’archivio gestito dalla Banca d’Italia (il Centro d’allarme interbancaria) per sapere se ha di fronte un pagatore buono o cattivo.
Se i presupposti ci sono, il cliente dovrà compilare un modulo in cui vanno riportati numero di carta d’identità e codice fiscale. Verrà richiesta anche la documentazione che garantisce le entrate mensili (ad esempio, la busta paga o il cedolino della pensione o, ancora, la dichiarazione dei redditi nel caso dei lavoratori autonomi).
I tempi del rilascio dipendono dalle verifiche della banca e dal tempo impiegato nell’espletamento delle pratiche. Di norma, non trascorrono più di 10-15 giorni.
Carta di credito: quali sono i costi fissi?
I principali costi fissi di una carta di credito sono:
- le spese di emissione (azzerate in caso di attivazione online della carta);
- il canone annuale fisso, variabile a seconda del tipo di carta;
- le spese di invio dell’estratto conto cartaceo (azzerate in caso di consultazione online);
- gli interessi delle rate nel caso delle carte revolving;
- le commissioni per i prelievi effettuati agli sportelli automatici Atm e per gli acquisti effettuati all’estero.
Carta di credito: quanto costa?
Per quanto riguarda i costi, come detto, non tutte le banche o circuiti applicano le stesse commissioni. Si può dire che, ad esempio, per le carte revolving mediamente si spende poco più di 3 euro per l’attivazione ed altri 4 euro di canone mensile. Dopo i 90 prelievi allo sportello automatico, la commissione varia dal 3,3% al 3,45% a seconda se il prelievo viene effettuato nella propria banca o in un altro istituto. Spese che salgono ancora se il prelievo avviene in un Paese Ue (mediamente il 3,6%) o extra Ue (poco più del 5%).
Per la carta di credito tradizionale, cioè quella a saldo, il costo medio di attivazione sfiora i 2,60 euro, mentre il canone medio è di poco superiore ai 6 euro. Ogni mese è possibile prelevare senza commissioni dagli sportelli automatici fino a 90 volte, dopodiché le percentuali delle commissioni sono pressoché identiche a quelle della carta revolving.