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Coniugi separati di fatto: si paga l’Imu?

11 Gennaio 2021 | Autore:
Coniugi separati di fatto: si paga l’Imu?

I criteri per il pagamento dell’imposta quando uno dei due lascia l’abitazione: chi deve versare e a chi spetta l’esenzione.

Il tuo rapporto coniugale è entrato in crisi e, da qualche mese, ti sei separato di fatto. Non avete ancora formalizzato la separazione, ma intanto vi siete lasciati e, anziché continuare a vivere separati in casa, avete deciso di dividere anche i tetti. Tu sei rimasto nella vecchia casa familiare; tua moglie invece si è trasferita in un’altra abitazione.

Ora, però, sorge un problema pratico. Finché eravate insieme, godevate dell’esenzione Imu sull’immobile che era la vostra residenza e dimora comune, ma adesso che succede? Quando i coniugi sono separati di fatto si paga l’Imu oppure è possibile mantenere l’agevolazione, e in caso affermativo a chi dei due spetta?

Su questo quesito, la norma di legge non è chiarissima e di conseguenza anche la Cassazione non adotta una linea univoca, ma è possibile individuare alcuni punti fermi.

L’esenzione Imu sull’abitazione principale

In via generale, l’abitazione principale è esentata dal pagamento dell’Imu. Si tratta della casa in cui il nucleo familiare vive stabilmente e abitualmente. Perciò, per fruire dell’esenzione occorre sia il requisito anagrafico, con la fissazione della residenza, sia una condizione materiale, data dalla dimora effettiva e costante in quell’immobile.

Altrimenti, se manca la residenza anagrafica e la dimora abituale e i coniugi vivono in abitazioni diverse (di cui sono rispettivi proprietari), saranno entrambi tenuti al pagamento dell’Imu per il proprio immobile.

L’Imu nella separazione coniugale

Quando una coppia si separa, consensualmente o giudizialmente, la regola di base è che dovrà pagare l’Imu il coniuge che ha ottenuto l’assegnazione della casa coniugale. Ma “vive” sempre l’esenzione generale sull’abitazione principale, che quindi esonera l’assegnatario dal pagamento del tributo, se in quella casa ha fissato la propria residenza e vi dimora. Puoi approfondire il tema in Imu: coniugi separati comproprietari.

La separazione di fatto

Nella separazione di fatto, i coniugi si sono divisi ma manca un provvedimento dell’Autorità giudiziaria dichiarativo di tale condizione e che autorizzi l’ormai ex coppia a vivere separatamente.

Quindi, c’è una situazione materiale di convivenza interrotta (come nel caso in cui la moglie torna a vivere stabilmente dai suoi genitori, mentre il marito continua ad abitare nella casa coniugale) ma giuridicamente questa situazione non è riconosciuta, tranne che per alcuni effetti, uno dei quali, come vedremo, riguarda la possibilità di fruire dell’esenzione dal pagamento dell’Imu.

L’Imu nella separazione di fatto

Abbiamo visto che la norma agevolativa è di stretta interpretazione: si può beneficiare dell’esenzione dall’Imu solo per un immobile a famiglia. Se cambia la residenza di uno dei due, la conseguenza è che l’Imu dovrà essere pagata su entrambe le abitazioni.

Ma ora è arrivata una sentenza della Cassazione [1] che consente di “recuperare” l’agevolazione fiscale sull’abitazione principale per chi è rimasto a viverci: la Cassazione ha deciso che il separato di fatto che ha mantenuto la residenza nell’immobile ha diritto all’esenzione Imu. E l’esenzione gli spetta anche se è rimasto l’unico ad abitare nell’immobile, perché l’ex coniuge e gli eventuali figli si sono trasferiti e sono andati a vivere altrove.

Il percorso argomentativo svolto dai giudici di piazza Cavour è alquanto articolato, ma vale la pena ripercorrerlo perché la pronuncia qui in commento è innovativa.

Abitazione principale: qual è dopo la separazione?

La Suprema Corte ha chiarito che «per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente, che la possiede a titolo di proprietà, l’usufrutto o altro diritto reale, e i suoi familiari dimorano abitualmente».

Secondo la giurisprudenza di legittimità, – ricorda il Collegio – «ai fini della spettanza della detrazione e dell’applicazione dell’aliquota ridotta prevista per le abitazioni principali, un’unità immobiliare può essere riconosciuta abitazione principale solo se costituisca la dimora abituale non solo del ricorrente, ma anche dei suoi familiari, non potendo sorgere il diritto alla detrazione nell’ipotesi in cui tale requisito sia riscontrabile solo nel ricorrente ed invece difetti nei familiari».

In base a questa interpretazione, chi è separato di fatto paga l’Imu perché la norma che consente l’esenzione riguarda una situazione familiare e non può essere fruita da chi vive da solo.

Esenzione Imu nella separazione di fatto

Ma stavolta la Cassazione non si ferma qui e approfondisce il punto, ponendo un importante distinzione: essa fa perno sul fatto che il concetto di abitazione principale a fini Imu è desunto da quello di residenza della famiglia [2] ai fini del matrimonio.

Tale residenza normalmente coincide con il luogo di ubicazione della casa coniugale, che dovrebbe abbracciare tutti i componenti della famiglia. Ma questa è una presunzione e dunque può essere «superata dalla prova che lo spostamento della propria dimora abituale sia stato causato dal verificarsi di una frattura del rapporto di convivenza», che è quanto accade appunto nella separazione di fatto.

Quando gli ex vivono in case diverse

Pertanto, la Cassazione afferma che «occorre distinguere l’ipotesi in cui due coniugi non separati legalmente abbiano la propria abitazione in due differenti immobili da quella in cui risulti accertato che il trasferimento della dimora abituale di uno dei coniugi sia avvenuto per la frattura del rapporto di convivenza, cioè di una situazione di fatto consistente nella inconciliabilità della prosecuzione della convivenza, sotto lo stesso tetto, delle persone legate dal rapporto coniugale».

Nel primo caso, il nucleo familiare resta unico, nonostante il fatto che i due coniugi risiedano in immobili diversi; e allora anche l’abitazione principale rimane una sola e, per l’altro immobile ad uso abitativo, l’Imu va pagata, a meno che l’immobile non sia dimora abituale del nucleo familiare. Questa interpretazione è necessaria, altrimenti uno dei coniugi potrebbe stabilire fittiziamente la dimora o la residenza in un altro luogo e la coppia godrebbe due volte dei benefici per l’abitazione principale; evidentemente, ciò non è possibile (per approfondire tali aspetti leggi Imu: coniugi con residenza diversa in comuni diversi e coniugi con residenza diversa: si paga l’Imu?).

Nel secondo caso, invece, gli Ermellini sottolineano come «la frattura del rapporto di convivenza tra i coniugi, intesa quale separazione di fatto, comporta una disgregazione del nucleo familiare e, conseguentemente, l’abitazione principale non potrà essere più identificata con la casa coniugale».

La conseguenza pratica è che l’agevolazione dell’esenzione Imu non potrà essere automaticamente esclusa per il solo fatto che i due coniugi, separati di fatto, vivono in abitazioni diverse. Si potrà così fruire del beneficio anche se la separazione non è formale, in favore di chi continua a vivere nell’ex casa coniugale. Leggi anche “Coniugi separati di fatto: a chi spetta l’esenzione Imu?“.


note

[1] Cass. sent. n. 24294 del 3 novembre 2020.

[2] Art. 144, comma 1, Cod. civ.


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