Covid, le ultime notizie dall’Iss sull’indice Rt


La trasmissibilità cresce ma in maniera più lenta. Brusaferro: siamo ancora a rischio, misure più severe dipendono dai comportamenti dei singoli.
Più che una luce, quello che si vede in fondo al tunnel è un piccolo lumino che può spegnersi da un momento all’altro se il comportamento di tutti non sarà quello del rispetto delle regole. Questo, in estrema sintesi, il monito del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che nel primo pomeriggio di oggi ha fatto con i giornalisti il punto della situazione Covid in Italia.
Quel «lumino» in fondo al tunnel è il segnale dato nelle ultime ore dall’indice Rt, quello sulla trasmissibilità del virus da persona a persona, uno dei principali indicatori tenuti in considerazione per tendere o mollare la corda delle restrizioni. L’indice cresce, ammette Brusaferro, ma in maniera più lenta rispetto a qualche settimana fa. «A livello nazionale – spiega il capo dell’Iss – siamo a 1,7, con un intervallo di confidenza di 1,5. Questo ci dice che complessivamente il Paese è in uno scenario 3, ma anche che in tutto il Paese siamo a un Rt sopra 1 e in alcuni casi si sfiora il 2. Ci troviamo in una fase di mitigazione – aggiunge Brusaferro – in cui le misure di riduzione della socialità sono importanti per rallentare la corsa del virus».
Ecco l’ultima fotografia scattata dall’Iss in Italia: «La maggior parte dei casi si contagia in Italia. L’età media, purtroppo, è in leggera crescita e lentamente si avvicina ai 50 anni. E parallelamente la fascia over 70 comincia ad avere un numero crescente di casi di Covid-19. Quasi tutte le Regioni sono a rischio alto o moderato», continua Brusaferro. «La quota degli asintomatici rimane costante un po’ sotto il 50-60%. La parte importante rimane senza sintomi, altri con sintomatologia lieve. Anche la parte dei pazienti critici e severi è minoritaria, ma comunque anche numeri contenuti sono in grado di impattare sui criteri delle terapie intensive».
Ecco, proprio questo è un altro punto dolente: «Alcune Regioni – avverte il presidente dell’Iss – stanno superando la soglia di allarme dell’occupazione dei posti in terapia intensiva. C’è una soglia, il 30%, che se viene superata è a discapito delle possibilità di ricovero per altre patologie e per interventi programmabili. C’è una probabilità moto alta che le terapie intensive vadano a saturazione fra 30 giorni in diverse regioni, in particolare, due hanno un tasso di occupazione dei posti letto al 1 novembre superiore al 30% e altre 2 al 29%».
Quindi, Brusaferro guarda il «lumino» in fondo al tunnel e conclude: «Si tratta di un segnale che ci deve dare forza: stiamo percorrendo una strada che ci può portare a una situazione più sotto controllo. Non a un liberi tutti, ma a una convivenza con il virus. La battaglia per riportare il sistema sotto controllo passa soprattutto attraverso le scelte quotidiane di ciascuno di noi. Ignorare le regole individualmente e socialmente – avverte infine il presidente dell’Iss – comporta la necessità di provvedimenti più restrittivi».