Uno studio dimostra come la pandemia abbia inciso sulle nascite.
È uno degli effetti indiretti del Coronavirus: molti bambini vengono alla luce senza vita. I casi sono aumentati fino a tre volte e si ritiene sia per le conseguenze della pandemia.
L’incremento dei neonati morti potrebbe essere legato o ai ritardi nelle visite delle partorienti, per i servizi sanitari in affanno causa Covid e la paura di andare in ospedale, oppure al lockdown che ha costretto le donne incinte a un riposo forzato e a fare a meno dell’attività fisica.
A fotografare il dato è uno studio condotto dall’Università La Sapienza di Roma sulle nascite nel Lazio tra marzo e maggio 2020. La ricerca, coordinata da Mario De Curtis, è stata pubblicata da Archives Disease in Childhood. È stata portata avanti anche con Leonardo Villani della Cattolica di Roma e Arianna Polo della Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria della Regione.
Una certezza che emerge dallo studio è che non è stata direttamente l’infezione a causare questi decessi. «L’incidenza della malattia nelle donne in gravidanza nell’Italia centrale, secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), è molto bassa (circa uno per mille) – scrivono i ricercatori -. Sembrerebbe essere la conseguenza del fatto che molte donne, per paura di contrarre l’infezione in ospedale, non hanno effettuato adeguati controlli in gravidanza».
Ogni anno, nel Lazio, nasce il 10% dei bimbi italiani, il che rende questo territorio rappresentativo di un drammatico trend, a livello nazionale e internazionale. Già a inizio ottobre, un rapporto di Unicef, Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Banca mondiale e divisione delle Nazioni Unite per la popolazione (Undesa) quantificava in due milioni all’anno i neonati morti nel mondo, circa uno ogni 1,6 secondi.
Il report avvertiva che la pandemia poteva alimentare il fenomeno. «Secondo la valutazione effettuata dai ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, una riduzione del 50% nell’erogazione dei servizi sanitari di base a causa della pandemia potrebbe causare nei 117 Paesi in via di sviluppo, nell’arco di 12 mesi, un incremento del fenomeno dell’11,1%, pari a circa 200mila casi addizionali di bambini nati morti», si legge sul sito dell’Unicef.
Dall’inizio della pandemia, in effetti, un aumento dei bimbi morti subito dopo il parto era stato registrato in Nepal, Regno Unito e India, per effetto dell’incidenza del virus sulla qualità dell’assistenza sanitaria.