La legge offre ai lavoratori subordinati un sistema di tutele e di diritti particolarmente rafforzato.
Hai partecipato alla selezione per l’assunzione di una nuova risorsa. Sei stato selezionato e ti hanno proposto l’assunzione con un contratto a tempo indeterminato. Vuoi sapere quali diritti derivano da questa tipologia contrattuale.
Nel nostro Paese, a differenza, ad esempio, del mondo anglosassone, è ancora molto forte il fascino del cosiddetto posto fisso. Per questo c’è una certa diffidenza nei confronti di tutte le forme contrattuali di assunzione del personale diverse dal contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Ma quali sono i diritti del lavoratore a tempo indeterminato? Come vedremo, nel nostro ordinamento, esiste una profonda differenza di trattamento tra lavoratori subordinati e lavoratori autonomi e, in particolare, il contratto a tempo indeterminato è quello che offre le maggiori tutele.
Indice
Cos’è il contratto di lavoro subordinato?
Nel nostro mercato del lavoro, possono essere utilizzate diverse tipologie contrattuali per assumere un lavoratore. La principale forma utilizzata è il contratto di lavoro subordinato [1]. Tale tipologia di rapporto di lavoro si caratterizza per la presenza di un vincolo di subordinazione tra il lavoratore ed il datore di lavoro.
In particolare, il lavoratore assunto con contratto di lavoro subordinato si impegna ad eseguire la prestazione di lavoro seguendo le direttive e le istruzioni del datore di lavoro, senza significativi margini di autonomia.
Il contratto di lavoro subordinato costituisce la porta di accesso, per il lavoratore, al sistema di diritti e di tutele introdotto, nel corso del tempo, dalla legislazione sul lavoro.
Il contratto di lavoro autonomo, infatti, non dà diritto a queste tutele in quanto si presume che solo nel lavoro subordinato si configuri quella particolare debolezza contrattuale del lavoratore, nei confronti del datore di lavoro, che legittima la normativa protezionistica.
Contratto di lavoro: a tempo determinato o indeterminato?
Il contratto di lavoro subordinato può essere stipulato a tempo determinato oppure a tempo indeterminato.
Nel primo caso, le parti prevedono sin dall’inizio il termine finale, ossia, la data futura in cui il rapporto di lavoro cesserà di produrre i suoi effetti. Il contratto a termine determina una maggiore incertezza e precarietà nella vita del lavoratore e, per questo, la legge consente l’apposizione del termine solo nel rispetto di una serie di vincoli e di limiti [2].
Il contratto a tempo indeterminato, invece, non prevede un termine finale e dura per un periodo di tempo indefinito. In questo caso, la cessazione del rapporto può avvenire solo se una delle due parti decide di recedere dal rapporto di lavoro. Il contratto a tempo indeterminato, quindi, non termina per lo spirare del termine, ma può essere concluso dal datore di lavoro con il licenziamento, dal lavoratore con le dimissioni oppure consensualmente dalle parti.
Quali sono i diritti del lavoratore a tempo indeterminato?
Il lavoratore assunto con contratto a tempo indeterminato ha una serie di diritti che consentono di affermare che questa tipologia contrattuale è, sicuramente, quella che offre le maggiori tutele per il lavoratore.
Innanzitutto, è previsto il diritto ad un orario di lavoro giornaliero e settimanale massimo (13 ore al giorno e 48 ore a settimana) al fine di tutelare la salute del lavoratore [3]. Inoltre, il dipendente ha diritto ad un periodo di ferie di almeno 4 settimane in un anno.
Il lavoratore ha diritto ad essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto (o, comunque, a mansioni che appartengono allo stesso livello di inquadramento) e a non essere trasferito ad una diversa sede di lavoro se non per comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive aziendali [4].
Inoltre, il lavoratore ha diritto, in caso di assenza per malattia, alla conservazione del posto di lavoro per un periodo massimo di tempo previsto dal Ccnl e a ricevere un trattamento economico a carico dell’Inps [5].
Il lavoratore subordinato ha diritto a non essere licenziato se non giusta causa o giustificato motivo [6]. In caso di licenziamento illegittimo il lavoratore potrà avere accesso ad una tutela più o meno forte in base alle seguenti variabili:
- data di assunzione;
- dimensioni aziendali.
In caso di maternità e paternità il lavoratore ha diritto ad un serie di tutele che consentono lo svolgimento della funzione genitoriale.
Il dipendente ha anche diritto a speciali permessi retribuiti per motivi di studio, disabilità, cariche elettive e sindacali.
note
[1] Art. 2094 cod. civ.
[2] At. 19 ss. D. Lgs. 81/2015.
[3] D. Lgs. 66/2003.
[4] Art. 2103 cod. civ.
[5] Art. 2110 cod. civ.
[6] Artt. 1 e 3 L. 604/1966.