Smart working: fino a quando decide solo il datore


I chiarimenti del ministero del Lavoro rispetto a quanto stabilito dal decreto Rilancio: procedura semplificata finché c’è lo stato di emergenza.
Il ministero del Lavoro smentisce il decreto Rilancio: la procedura semplificata per l’attivazione dello smart working finirà il 31 gennaio e non il 31 dicembre, come previsto dal provvedimento approvato lo scorso mese di maggio. Lo scrive lo stesso ministero nelle Faq pubblicate sul suo sito. Significa che fino alla fine di gennaio, cioè finché ci sarà lo stato di emergenza decretato dal Governo per l’emergenza Covid, è il datore di lavoro a decidere se il dipendente deve lavorare da casa o in ufficio, compatibilmente con le sue mansioni.
Questa procedura semplificata consente al datore di lavoro di comunicare al ministero i nominativi dei dipendenti destinati allo smart working in un unico foglio excel, senza allegare alcun accordo individuale con il lavoratore. Dalla scorsa primavera, infatti, vale a dire da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, all’azienda è consentito di attivare la modalità di smart working senza bisogno di raggiungere un’intesa con ciascuno dei dipendenti coinvolti.
Il dubbio sul termine oltre il quale sarebbe tornato l’obbligo dell’accordo tra datore e lavoratore era sorto leggendo quanto previsto dal decreto Rilancio del 19 maggio scorso. Nel testo, veniva indicata la data del 31 dicembre, ovviamente non prevedendo, ai tempi, che lo stato di emergenza sarebbe stato prolungato in autunno fino al 31 gennaio. È a questo punto che il ministero del Lavoro si è sentito in dovere di chiarire che la procedura semplificata dello smart working resta in vigore ancora per tutto il primo mese del 2021. A meno che l’evoluzione della situazione sanitaria da qui a gennaio non costringa il Governo ad una nuova proroga. In quest’ultimo caso, slitterebbe anche il termine della procedura semplificata del lavoro agile.