Uno studio americano ha identificato i luoghi maggiormente a rischio analizzando gli spostamenti di milioni di persone poi risultate positive al virus.
Ci sarà chi non condivide questa teoria, com’è normale che sia. Ma quasi sempre la scienza tiene in considerazione solo i dati statistici e non le opinioni. E la scienza dice questa volta che i luoghi maggiormente a rischio di contagio da Covid sono i bar, i ristoranti e le palestre. A sostenerlo, uno studio americano pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature che ora attende l’approvazione da parte della Comunità scientifica.
Il rapporto si basa sull’analisi dei dati di 98 milioni di cellulari per due mesi nelle principali città degli Stati Uniti, tra cui New York, Chicago, Philadelphia ed Illinois. In pratica, sono stati mappati gli spostamenti dei proprietari di quei telefonini tra locali pubblici, chiese, palestre, negozi, hotel. Queste informazioni sono state confrontate con quelle relative ai contagi. Il risultato ha consentito di conoscere i luoghi più frequentati dalle persone poi risultate positive ai coronavirus.
Secondo lo studio, «una piccola minoranza di punti di interesse superdiffusori è responsabile di una grande maggioranza di infezioni e limitare l’occupazione massima in ogni punto di interesse è più efficace che non ridurre uniformemente la mobilità». In altre parole: meglio puntare a restringere l’accesso ai luoghi maggiormente a rischio anziché fare un lockdown generale che penalizzerebbe la mobilità nelle zone in cui il contagio avviene più raramente.
Questi luoghi più a rischio, sempre secondo lo studio americano, sono i ristoranti a piena capacità, palestre, caffè, alberghi e motel. Tuttavia, senza bisogno di attuare una chiusura totale, se i ristoranti lavorassero al 20% della loro capacità, il rischio di contagio si ridurrebbe dell’80%. Pura matematica.
“Questi luoghi più a rischio, sempre secondo lo studio americano, sono i ristoranti a piena capacità, palestre, caffè, alberghi e motel”…. Bene per quanto riguarda questi casi il problema non si pone perché hanno chiuso palestre, ristoranti, bar. Quindi, al momento la maggior parte di noi è chiusa in casa nella speranza che questi sacrifici possano servire a ridurre il contagio. Quindi, abbiamo detto addio alla nostra vita sociale e usciamo solo per motivi di lavoro, comprovate esigenze e spesa.
Ormai, chissà quando potremo di nuovo ritornare a fare le grandi tavolate con amici e parenti. Chissà, quando potremo tornare a cantare a squarciagola tutti insieme nelle pizzerie e nei ristoranti durante le serate karaoke, chissà quando potremo ritornare ad avvicinarci senza paura del contagio.
Secondo lo Studio Americano se un Ristorante lavorasse al 20% chi le pagherebbe le spese ?
A ok allora crepiamo..