Il commissario Domenico Arcuri illustra alla stampa le novità sulla gestione dell’emergenza Coronavirus, alcune delle quali fanno sperare.
Qualche piccolo spiraglio di ottimismo si comincia a intravedere, anche se la cautela è d’obbligo: oggi, l’Italia ha contato altre 636 vittime del Covid.
I dati epidemiologici, però, dicono anche qualcosa di buono secondo il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri.
«Un italiano su 60 è colpito dalla pandemia, un’enormità. Eppure possiamo dire che la curva inizia a raffreddarsi perché i casi continuano a crescere ma 10 volte in meno rispetto a un mese fa», ha dichiarato alla conferenza stampa per fare il punto sull’evoluzione della pandemia in Italia.
Arcuri aggiorna sui ricoveri in terapia intensiva: rappresentano «lo 0,5% dei contagiati» e anche questo è un dato che fa ben sperare per la tenuta del sistema sanitario, anche se la pressione sugli ospedali in generale e sui pronto soccorso in particolare è molto alta.
Una novità, proprio per alleggerire questo pressing sulle strutture sanitarie, è che si sta pensando di dotare ogni provincia di un Covid Hotel. «Da oggi il Governo mi ha chiesto di individuare, in collaborazione con le regioni, nuovi spazi alternativi agli ospedali sui territori: i Covid hotel».
Si tratterà di strutture attrezzate per accogliere malati di Coronavirus, con l’intento di svuotare gli ospedali. Servirà ancora più personale sanitario per questo e, infatti, Arcuri conferma che ci saranno nuovi bandi per reclutare medici e infermieri.
Stando ai numeri in possesso del commissario straordinario, il rapporto tra positivi e tamponi comincia a decrescere. «Ne facciamo stabilmente 10 volte in più rispetto alla prima ondata. Chi dice che siamo impreparati non ha occhi onesti».
L’Italia è al lavoro anche sul vaccino, per organizzare distribuzione e logistica. Sfide importanti, se non si vuole mancare all’appuntamento con la storia e con un’importante occasione per tagliare le gambe al virus, se non proprio per debellarlo completamente. L’intenzione è vaccinare i primi italiani a fine gennaio.
Per Arcuri non è un miraggio che si riesca ad avere dosi sufficienti per tutti. Ma l’accesso al siero che garantirà almeno in via temporanea l’immunità dal Coronavirus dovrà essere organizzato per priorità.
«Dobbiamo molto in fretta individuare le prime categorie a cui somministrare il vaccino e lo faremo in funzione della loro esposizione al virus e in funzione della loro fragilità – comunica il commissario all’emergenza -. Stiamo da ieri organizzando la prima tornata ma anche le successive».