Un sondaggio rivela come l’aggressività dei genitori nei confronti dei figli sia aumentata nel periodo in cui il Paese era blindato a causa della pandemia.
Il lockdown ha avuto strascichi sulla salute mentale di molti e anche sulle relazioni con i propri conviventi. Durante il periodo della prima ondata di Coronavirus in cui l’Italia era reclusa in casa, lo stress emotivo è stato molto e la sua gestione si è rivelata complicata.
Dev’essere stato per questo se i genitori hanno perso la pazienza più frequentemente, nei confronti dei figli. Lo testimonia un’indagine dell’Università Milano Bicocca; la presentazione avverrà via webinar il 24 novembre, alcuni dati, però, sono già stati resi noti.
Quattrocento gli intervistati italiani, tra madri e padri, su un totale di circa mille genitori anche di altri Paesi. L’indagine, infatti, era eseguita nell’ambito del progetto europeo Digitised Education Of Parents For Children Protection (Depcip).
L’84% del campione ha detto di aver gridato di più con i propri bambini e ragazzi, durante il lockdown. Il 29%, invece, ha detto di averli puniti.
Rispondendo alle domande, un genitore su cinque ha affermato di essere stato più duro del solito, o almeno di aver avuto questa impressione, ma è anche emersa la grande verità del trauma: il 70% degli intervistati ha confermato l’umore altalenante, tra momenti di serenità e di estremo disagio misto a preoccupazione.
Il lockdown è stato però anche un’occasione per riscoprire spazi della casa poco usati o valorizzati, come ad esempio balconi e cortili, diventati per alcuni (18%) luoghi di condivisione del tempo con i propri figli.
A proposito di spazi, dall’indagine è risultato anche come scuole, parchi e palestre siano quelli di cui si è più sentita la mancanza nel periodo più duro della prima ondata.